Attenzione a quel che si diffonde su Facebook

Attenzione a quel che si diffonde
Foto di Arvi Pandey da Pixabay

Attenzione a quel che si diffonde. Sui social si legge di tutto, e potremmo anche noi contribuire alla diffusione di notizie false, alcune innocue, altre sciocche, altre ancora diffamatorie. Specialmente quando ci toccano dal vivo, possiamo partire in quarta reagendo proprio come si vuole che si reagisca, lasciandoci di fatto pilotare dagli altri.

Attenzione a quel che si diffonde su Facebook

Facebook non ha vietato il Padre Nostro

È il caso del bando al Padre Nostro che secondo una voce che circola sarebbe stato dichiarato dal  fondatore e proprietario di Facebook Mark Zuckerberg in quanto andrebbe contro le politiche della piattaforma. La voce è stata smentita da Zuckerberg stesso. Tuttavia, sta ancora andando in giro su Facebook l’invito a copiare e pubblicare il Padre Nostro, in una crociata di risposta cristiana a questo presunto divieto persecutorio.

Attenzione a quel che si diffonde sul Papa… anche in bene

Papa Francesco non ha fatto un discorso sul non rinunciare alla felicità

Non che questo presunto discorso sia contrario alle sue idee, per carità: papa Francesco sa bene quanto la felicità sia importante e dove si possa trovare. Ma viene attribuito, e pubblicato e ripubblicato all’infinito come suo, un discorso che non si è mai sognato di fare, che inizia con «Puoi avere difetti, essere ansioso, perfino essere arrabbiato, ma non dimenticare che la tua vita è la più grande impresa del mondo. Solo tu puoi impedirne il fallimento» e si conclude con: «Non rinunciare mai alla felicità, perché la vita è uno spettacolo incredibile».

Il discorso è anche molto bello, ma leggendolo non vi viene il sospetto che non possa essere di un Papa? Possibile che un Papa proceda di frase in frase in un testo molto lungo senza mai citare Gesù? O che parli di amore solo verso chi ci ama? Che non citi mai i poveri, gli scarti della società? E dov’è la citazione della fonte?

Il realtà, questo discorso non è di Francesco ma di uno psichiatra brasiliano, Augusto Cury, autore di “Dieci leggi per essere felici” (Diez leyes para ser felices). Si può facilmente controllare tutta la produzione di papa Francesco sul sito www.vatican.va per verificare che questo discorso non si trova da nessuna parte.

Papa Francesco non ha mai detto di mangiare un buon arrosto

Stessa cosa per un presunto discorso pasquale di papa Francesco, focalizzato sul consumo di carne: «mangiate quello che volete a Pasqua». Anzi, fa l’esempio di un buon arrosto:

«Mangiate quello che volete a Pasqua. Il sacrificio non è nello stomaco, ma nel cuore… Un buon arrosto o uno stufato di carne non ti renderà una persona cattiva, come nemmeno un filetto di pesce ti renderà santo. Meglio cercare di avere una relazione più profonda con Dio attraverso un trattamento migliore con il prossimo».

Al Pontefice vengono attribuiti consigli che ha pronunciato in determinate occasioni, ma che non ha mai assemblato in alternativa all’astinenza quaresimale, che tra l’altro è prescritta dalla Chiesa. Questo discorso è piaciuto molto a molti utenti che si sono affrettati a rilanciarlo sui social, mentre è dispiaciuto moltissimo ad animalisti e vegani che hanno preso ad insultare il Pontefice. Papa Francesco viene applaudito, o infamato, dunque, per una cosa che non si è mai sognato di dire. Anche di queste parole sul sito del Vaticano non vi è l’ombra. È una bufala. Visto che spunta regolarmente prima di Pasqua, c’è da chiedersi: «Cui prodest?». A chi giova? A chi giova un invito al consumo di carne?

L’assurdità del post è anche palese perché si apre con la frase «Novantadue minuti di applausi per papa Francesco»! Ma non vi accorgete che è una citazione dal film Il secondo tragico Fantozzi, dopo che il nostro Ragioniere ha esternato il proprio personale pensiero sul film cult La corazzata Kotiomkin? Eccola qua:

Non si può dire che chi ha ideato questo post manchi di ironia.

Eppure l’ho visto pubblicare e ripubblicare…

Influsso mediatico

Quanto sia forte l’influsso mediatico lo dimostro con un curioso dialogo cui assistei personalmente.

Mi trovavo in un negozio, aspettando di essere servita, in uno dei primi anni di pontificato di papa Francesco. Una donna dice al negoziante, testualmente: «Ah, io papa Francesco ’un lo posso soffri’! Ha detto che le donne sono inferiori».

Mi rendo conto, allibita, di una cosa. Questa frase del Papa la donna l’aveva letta davvero. Sulla locandina del «Vernacoliere»! L’avete presente?