Dell’istituzione dei settanta anziani si parla già nel cap. 18 del libro dell’Esodo, con diversa modalità. Si tratta probabilmente dello stesso episodio, narrato secondo tradizioni diverse e con differenti accentuazioni. Nel libro dell’Esodo l’istituzione dei settanta anziani avviene per la sapienza o buon senso del suocero di Mosè, Ietro, che vede il genero spossato e gli consiglia di condividere i propri pesi con uomini saggi che lo coadiuvino nel governo. Qui invece il narratore pone l’accento sul dono dello Spirito.
I settanta anziani
11 16Il Signore disse a Mosè: «Radunami settanta uomini tra gli anziani d’Israele, conosciuti da te come anziani del popolo e come loro scribi, conducili alla tenda del convegno; vi si presentino con te. 17Io scenderò e lì parlerò con te; toglierò dello spirito che è su di te e lo porrò su di loro, e porteranno insieme a te il carico del popolo e tu non lo porterai più da solo.
18Dirai al popolo: “Santificatevi per domani e mangerete carne, perché avete pianto agli orecchi del Signore, dicendo: Chi ci darà da mangiare carne? Stavamo così bene in Egitto! Ebbene, il Signore vi darà carne e voi ne mangerete. 19Ne mangerete non per un giorno, non per due giorni, non per cinque giorni, non per dieci giorni, non per venti giorni, 20ma per un mese intero, finché vi esca dalle narici e vi venga a nausea, perché avete respinto il Signore che è in mezzo a voi e avete pianto davanti a lui, dicendo: Perché siamo usciti dall’Egitto?”».
21Mosè disse: «Questo popolo, in mezzo al quale mi trovo, conta seicentomila adulti e tu dici: “Io darò loro la carne e ne mangeranno per un mese intero!”. 22Si sgozzeranno per loro greggi e armenti in modo che ne abbiano abbastanza? O si raduneranno per loro tutti i pesci del mare, in modo che ne abbiano abbastanza?». 23Il Signore rispose a Mosè: «Il braccio del Signore è forse raccorciato? Ora vedrai se ti accadrà o no quello che ti ho detto».
I settanta anziani
La promessa di Dio è prima di tutto quella di donare agli anziani una parte dello spirito già donato a Mosè. Torneremo su questo punto: su come Mosè non sia affatto geloso del dono dello spirito che viene da Dio e che egli possiede come sua speciale prerogativa. Dio gli chiede di condividerlo, e Mosè lo accetta. Voglio invece far notare come qui non siamo più di fronte ad una casta (come è per i sacerdoti e i leviti, per diritto – dovere di nascita), né a una dinastia (come sarà, in futuro, quella regale) ma siamo di fronte ad una vocazione. Essere giudici, essere profeti, non è un dato di natura, ma di scelta divina: qui, la scelta viene affidata alla saggezza di Mosè.
La mano del Signore
Ma l’altro aspetto di questo brano è il proseguimento della sfiducia di Mosè nei confronti dell’intervento di Dio, tanto da far esclamare al suo divino Interlocutore: «Il braccio del Signore è forse raccorciato?». Alla lettera: «È forse corta la mano del Signore?». L’immagine è quella di un arto invalido, incapace di operare per la ristrettezza del suo raggio di azione. Il suo esatto contrario è l’espressione: «a braccio teso», ad indicare l’ampiezza e libertà dell’azione e la sua potenza. Come se Mosè volesse imputare a Dio una incapacità di agire, o forse una parsimonia nell’azione…
C’è un modo di dire che corrisponde all’idea sfiduciata di Mosè: «Avere il braccino corto», che non nasce, come si potrebbe pensare, dall’immagine di un tizio che avendo il braccio troppo corto non può arrivare a frugare nelle tasche per trovare soldi da spendere, ma all’unità di misura, il braccio appunto, che inizialmente era alquanto soggettiva, dato che le braccia hanno misure diverse a seconda degli individui, e i commercianti di stoffe utilizzavano, per misurare la stoffa da vendere, le braccia dei garzoni, giovincelli dal braccino corto. Ebbene, per evitare che il braccio usato dal negoziante fosse troppo corto, a Firenze era stata fissata la misura standard detta “braccio fiorentino”, corrispondente a una lunghezza di 58,32 centimetri.
A dispetto di tutta la titubanza di Mosè, il Signore non ha il braccino corto: può arrivare ovunque voglia, e con una generosità immensa…