Lettura continua della Bibbia. Il Giorno del Signore (Zaccaria 14)

Il Giorno del Signore
Jacopo Torriti, Jacopo da Camerino e altri, Gerusalemme celeste, San Giovanni in Laterano, 1291. Di Sailko – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=55812712

Il capitolo 14 del Libro di Zaccaria presenta finalmente la venuta del Signore sulla terra, la liberazione di Gerusalemme e il giudizio sulle nazioni che si opporranno a Dio. Siamo in piena escatologia, in cui il discorso è concentrato su quello che i profeti hanno chiamato il Giorno del Signore, un tema sviluppato a partire già da Amos.

Il capitolo si può dividere in tre sezioni:

  • l’assedio di Gerusalemme e il Giorno del Signore (vv, 1-5),
  • la trasformazione della creazione (vv. 6-11),
  • il giudizio finale e la conversione delle nazioni (vv. 12-21).

L’assedio di Gerusalemme e il Giorno del Signore (14,1-5)

Nel giorno del Signore in cui Gerusalemme. Dio stesso radunerà tutte le nazioni contro di lei, e la città sarà presa, saccheggiata e in parte spopolata. Tuttavia, un resto sarà preservato.

Allora il Signore interverrà a combattere contro quelle nazioni (v. 3): i suoi piedi si poseranno sul monte degli Ulivi, che si spaccherà in due, creando una grande valle che offrirà una via di fuga al popolo di Gerusalemme (v. 4-5).

Il Giorno del Signore e la trasformazione della creazione (14,6-11)

Ciò avverrà in un giorno unico, il Giorno del Signore, in cui non ci sarà più né giorno né notte, e la natura sarà trasfigurata dalla presenza divina (v. 6-7). Acque sgorgheranno da Gerusalemme, che andranno verso il mare orientale e il mare occidentale (v. 8): sono la vita e la benedizione che scaturiranno da Gerusalemme, centro della presenza di Dio, riconosciuto come il Re di tutta la terra (v. 9). Tutto il paese diverrà pianura, ma Gerusalemme sarà elevata e abitata in sicurezza (v. 10-11).

Il giudizio sulle nazioni e la glorificazione di Dio (14,12-21)

I popoli che hanno combattuto contro Gerusalemme subiranno un flagello terribile, e combatteranno l’uno contro l’altro, e a Gerusalemme affluiranno le ricchezze delle nazioni sconfitte (v. 12-15). I popoli che si saranno convertiti al Signore saliranno ogni anno a Gerusalemme per celebrare la festa delle Capanne (v. 16). Tutti sono accolti, anche l’Egitto; la siccità colpirebbe le nazioni che rifiutano di adorare il Signore (v. 17-19).

La santità universale

Benché si parli di castigo, la promessa è quella di una santità universale: persino gli oggetti più comuni come i sonagli dei cavalli e le pentole saranno consacrati al Signore (v. 20). Non ci saranno più Cananei nella casa del Signore: il termine indica propriamente gli abitanti della terra di Canaan e per estensione i nemici di Dio, ma si può tradurre anche con “mercanti”, e questo ci richiama l’episodio evangelico della cacciata dei mercanti dal tempio, in adempimento di questa profezia. Tutto sarà santo e consacrato al Signore (v. 21). Il mondo sarà totalmente redento, e la presenza di Dio e la santità pervaderanno apertamente ogni aspetto della vita. Meravigliosa conclusione di questo libro straordinario.