Fede e scienza: Il gatto nero in una stanza buia

Il gatto nero in una stanza buia
Immagine da me realizzata con AI tramite www.crayon.com

Scrisse Bertrand Russell: «Se un filosofo è un uomo cieco, in una stanza buia, che cerca un gatto nero che non c’è, un teologo è l’uomo che riesce a trovare quel gatto».

Il gatto nero in una stanza buia

Questo aforisma è arguto ed efficacissimo: dal punto di vista di Russell, il teologo, credente, è colui che riesce a trovare al buio un gatto nero che non c’è. Peccato che la formulazione sia intellettualmente fragile perché parte da un preconcetto: l’asserzione dogmatica che il gatto non c’è.

Ma se è tutto buio, e il gatto è nero, e io non lo posso vedere, e non posso servirmi di altri sensi, io non posso dimostrare che ci sia, ma neppure che non ci sia. Di tutto ciò che sfugge ai sensi non è dimostrabile dalla scienza né la presenza né l’assenza. Affermare la presenza è una affermazione di fede, ma anche affermare l’assenza è una affermazione di fede.

E se il gatto, invece, ci fosse?

Immagine da me realizzata con AI tramite www.deepai.org

La parola pungente di Bertrand Russell può far sorridere, e tuttavia offre uno spunto interessante. In una stanza buia dove la vista non serve, non si può affermare, in base a quel che non si vede, che una cosa ci sia: questo è vero; ma neppure si può negare che la stessa cosa ci sia; per orientarsi in quella stanza buia si deve ricorrere a qualcosa d’altro rispetto alla vista, che in questo caso è la fiducia.

Io non posso vedere nell’oscurità il gatto nero in una stanza buia, ma se una persona degna di fiducia mi ha garantito che in quella stanza il gatto nero c’è, ci posso credere. Non posso verificarlo ma neppure negarlo se non a motivo della  fiducia o sfiducia  che nutro nel testimone. Quindi non è questione di “prove”, ma di fiducia nella testimonianza. E che una persona sia degna di fede può essere sperimentato.

La porta chiusa

Un altro esempio: sono davanti ad una porta chiusa a chiave da cui nessuno può passare. Qualcuno però mi dice: «Io conosco chi c’è entrato. Questa persona mi ha riferito che la porta conduce in una stanza in cui si trova una biblioteca con 5.000 volumi». Non ho prove di questo e non le posso avere; posso solo fidarmi o non fidarmi, credere o non credere.

Scusate la banalità dell’esempio, ma è questa la situazione in cui ci pone la fede. Non ho prove: credo o non credo? Mi fido o non mi fido? Anche se non mi fido e non credo, scelgo pur sempre sulla base di qualcosa che non ha giustificazioni scientifiche. Poiché l’ambito della scienza è solo la natura, ciò che va oltre la natura (oltre quella porta chiusa, per rimanere nell’esempio) non può essere provato che esista, ma neppure può essere provato  che non esista. Potrebbe, infatti, esistere su un piano che è solo spirituale, a proposito del quale la scienza non ha strumenti.