
Tipica della Bibbia è l’espressione Terra dove scorrono latte e miele. Fin da quando il Signore parlò a Mosè dal roveto ardente, dicendogli che avrebbe liberato gli Israeliti, promise che li avrebbe portati in una «terra buona e grande, una terra in cui scorrono il latte e il miele…».
In questo contesto, secondo i rabbini, il miele menzionato qui e in altri passi biblici deve essere inteso inteso come nettare di frutta, in particolare come il miele del dattero, non come miele d’api.
Ramban (Nachmanide), Rabbi Moshe ben Nachman, spiega che la parola chiave per capire questa espressione è la parola “scorre”: infatti, gli alberi da frutta possono crescere su terreni diversi, ma il loro prodotto trabocca di nettare solamente quando la terra è particolarmente fertile e quando gli alberi sono particolarmente ben nutriti. Allo stesso modo, il bestiame vive in diversi habitat ma trabocca di latte soltanto quando si trova in pascoli molto fertili. Perciò questo binomio esprime la fertilità della Terra Promessa.
Il midrash da parte sua spiega che il latte è un nutrimento di qualità superiore, buono al gusto ma anche di sostanza. Al tempo stesso, il miele rappresenta la dolcezza. Insieme, richiamano qualcosa che sia nutriente e dolce. L’immagine che mi evocano è quella di una terra in cui scorrono a fiumi, senza che ci sia bisogno di faticare per ottenerli.
«Essere tutto latte e miele…»
Da qui deriva anche la locuzione «Essere tutto latte e miele» nel senso di mellifluo, dolcissimo anche in modo falso e ingannatore. C’è qualcosa di negativo nascosto in questa espressione. Infatti, poiché latte e miele indicano il massimo della dolcezza, l’espressione «Essere tutto latte e miele» significa, secondo il Dizionario del Corriere, «Essere molto dolci, premurosi, attenti e soavi con qualcuno, spesso per diplomazia o ipocrisia, per ottenere o per farsi perdonare qualcosa». Quindi, attenzione a chi all’apparenza è tutto latte e miele…