La clemenza del meteo ha fatto grazia ai Volontari Enpa che dovevano mettere fuori il loro banchetto per celebrare la Giornata del Socio. Una parentesi di sole fra due periodi di maltempo; ed ecco il banchetto pronto. Basta un’oretta per montarlo e riempirlo di belle cosette da acquistare o da pescare, l’incasso aiuterà le colonie feline e il canile a funzionare.
Tante esigenze
Le esigenze sono tante, perché l’Enpa di Piombino ha in carico 45 gatti al Castello accuditi da sette volontari, una ventina a Poggio ai Venti con cinque volontari, cinque volontari anche a Calamoresca con 50 gatti, alla colonia del Palazzetto circa 40 gatti accuditi da quattro volontarie; da parte sua il canile di Montegemoli ospita 20 cani, tutti molosssoidi difficili da dare in adozione. Lo scorso anno aveva accolto una cucciolata di 11 fratellini di piccola taglia: adottati tutti in un batter d’occhio! Io ne conosco addirittura uno, Ulisse.
Il discorso cambia con i cani di grossa taglia, che però hanno ugualmente bisogno di un rapporto cane – padrone. Mentre i gatti vivono senza troppi problemi in libertà (infatti non si parla di gatti randagi, ma di gatti che vivono in stato di libertà in un territorio), i cani, animali sociali, hanno stretto bisogno della relazione con l’uomo.
Con troppa disinvoltura – mi dice Paolo Menicagli, tesoriere dell’Enpa di Piombino – la gente prende con sé cani grossi, per poi non riuscire a gestirli e quindi sbarazzarsene cedendone la proprietà al Comune. Sono cani difficilmente adottabili, non solo per le esigenze dovute alla mole, ma anche perché i loro comportamenti richiedono persone esperte. Non che si tratti di cani aggressivi: sono solo “sguaiati”, ineducati… Una fortuna del canile di Piombino è quella di poter usufruire di un servizio prezioso, quello dell’istruttrice Barbara Corallo, che a titolo puramente gratuito aiuta i volontari a rieducare questi cani fornendo anche consigli appropriati per le eventuali adozioni.
A favore degli ex combattenti
Io da parte mia aderisco al programma nazionale Enpa per il recupero degli ex combattenti, scampati alla piaga sociale delle scommesse clandestine sui combattimenti di cani, un orrore indescrivibile. Per informazioni, e per un’adozione (naturalmente a distanza!) vedere QUI.
Volontari Enpa a Piombino
L’Enpa di Piombino può contare sul contributo di 170 soci, di cui solo una minoranza sono volontari attivi. Poco più di una ventina di loro accudisce i gatti delle diverse colonie Enpa, mentre il canile può contare su una decina scarsa di persone che gli dedicano tempo, di cui tre dipendenti Enpa.
Una curiosità, ma importante: il bel francobollo celebrativo emesso dallo stato italiano per il 150° anniversario della fondazione dell’Enpa (cui concorse Garibaldi, cacciatore pentito convertito all’animalismo) è stato disegnato dal piombinese Paolo Caciagli, grafico, vicepresidente dell’Enpa di Piombino. La presidente è, invece, Laura Sicari.
Un ospite inconsueto
Alla colonia felina del Castello, oltre ai suoi 45 ospiti ufficiali, fa riferimento anche un riccio che con la buona stagione, da un annetto circa, si risveglia e si presenta a mensa a mangiare i croccantini nelle ciotole dei gatti. Alcuni cibi da gatto sono adatti anche ai ricci, altri no: informatevi, se vi capita di ospitare in giardino uno di questi utilissimi e tenerissimi animaletti.
Può capitare che all’Enpa vengano segnalati o portati anche uccelli in difficoltà: in questo caso, gli animali vengono consegnati alla locale Lipu, che se ne occupa specificamente. Invece, è notizia di questi giorni, al Cras Enpa di Genova (Centro Recupero Animali Selvatici) sono stati portati due moscardini (una specie di ghiro molto piccola) trovati in luoghi inconsueti in stato di letargo e posti in salvo.
Pensate: uno era addormentato nel muschio di un presepe, l’altro è stato trovato durante i lavori di ristrutturazione di un muretto. Dato che dormivano come ghiri (appunto), non si sono accorti che il nido accogliente che si erano preparati per i regolamentari sei mesi di letargo non era nel posto giusto. Il Cras Enpa è intervenuto preparando loro due mini-appartamenti comunicanti in cui possono dormire separatamente o, a loro scelta, insieme. Saranno rimessi in natura, in zona protetta, all’inizio della primavera. Nel frattempo vengono accuditi di tutto punto con cibo e cuccette calde, spiegano dall’Enpa genovese.
Post Scriptum
P.S. Ho scritto questo articolo in collaborazione con il mio gatto Brando, anche lui scaricato da cucciolo all’Enpa. Scelsi lui perché era il più grande, quasi adulto, quindi il meno collocabile del gruppo. Non gradisce essere fotografato, ma dato che il computer è la sua specialità me lo ha eccezionalmente consentito.
Oltre a lui ho Emilia, che adottai perché curata da un herpes era rimasta con un occhietto macchiato, e questo le diminuiva le possibilità di adozione. Infine il più giovane, Aslan, nome leonino (Aslan significa leone) per un gatto che ama le pose maestose: eccolo qui.
In conclusione: diamo una mano a queste piccole creature, affidate all’uomo in questa Casa comune perché se ne prenda cura e le tenga come compagne di vita, e non ce ne pentiremo.