Gli animali hanno una profonda solidarietà con l’uomo nella loro origine, e la manifestano quando i rapporti interspecifici sono come “purificati” dalla violenza e brutalità che connota l’uomo nella sua dimensione di peccato. Un esempio ne sono i santi. San Bonaventura dice di San Francesco che il suo amore fu così dolce e potente «da domare gli animali feroci, addomesticare quelli selvatici, ammaestrare quelli mansueti e spingere all’obbedienza la natura delle bestie divenute ribelli all’uomo dopo il suo peccato. È vero amore questo che, stringendo in un patto d’amore tutte le creature, tutto può, avendo in sé la promessa della vita presente e della futura» (Leggenda maggiore, cap. 8, 1.11).
Laudato si’: Verso il Sabato dell’Eternità
Ma la solidarietà degli animali con l’uomo non si limita alle origini, è anche proiettata verso un futuro comune. Papa Francesco scrive, nella conclusione della Laudato si’:
«Alla fine ci incontreremo faccia a faccia con l’infinita bellezza di Dio (cfr 1 Cor 13,12) e potremo leggere con gioiosa ammirazione il mistero dell’universo, che parteciperà insieme a noi della pienezza senza fine. Sì, stiamo viaggiando verso il sabato dell’eternità, verso la nuova Gerusalemme, verso la casa comune del cielo.
Gesù ci dice: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21,5). La vita eterna sarà una meraviglia condivisa, dove ogni creatura, luminosamente trasformata, occuperà il suo posto e avrà qualcosa da offrire ai poveri definitivamente liberati. Nell’attesa, ci uniamo per farci carico di questa casa che ci è stata affidata, sapendo che ciò che di buono vi è in essa verrà assunto nella festa del cielo. Insieme a tutte le creature, camminiamo su questa terra cercando Dio, perché «se il mondo ha un principio ed è stato creato, cerca chi lo ha creato, cerca chi gli ha dato inizio, colui che è il suo Creatore» (S. Basilio Magno, Hom. in Hexaemeron, 1, 2, 6). Camminiamo cantando! Che le nostre lotte e la nostra preoccupazione per questo pianeta non ci tolgano la gioia della speranza» (nn. 243-244).