Verso il Natale… commerciale

Verso il Natale commerciale
Aslan in veste natalizia! Foto da me modificata su www.fotoeffetti.com

E adesso, dopo l’infausto Halloween, le vetrine si stanno riempiendo di Natale – commerciale, anche quello. Di Natale autentico c’è poco, ma questo è…

Gli addobbi natalizi mi riportano ai Natali della mia infanzia, quando le pretese erano poche e ci piaceva tutto, tutto era una meraviglia. Parlo del dopoguerra, perché prima… non c’ero; ma degli anni Cinquanta mi ricordo molto bene.

Era già sbarcato Babbo Natale in Italia, insieme ai soldati americani, alla Coca Cola e alla gomma da masticare (chewing gum, ma a Livorno era un sonoro ciuringam che riempiva la bocca; qui a Piombino dove abito adesso è una rozza e sciapita cingomma). Babbo Natale doveva fare ancora a gomitate con la Befana, con Santa Lucia e con altri celesti portatori di doni: era una concorrenza spietata, ma vinse lui nel Villaggio globale che stavamo costruendo senza accorgercene.

Portava con sé l’albero di Natale, originario questo dell’Europa del Nord, ma si sa, quando le cose vengono dall’America sono più buone. A dir la verità, l’albero di Natale in Italia fu introdotto dalla regina Margherita a fine Ottocento, ed è perciò una delle poche tradizioni straniere ad essere arrivate in Italia prima della sua diffusione consumistica nel secondo dopoguerra. L’albero di Natale, a sua volta, ha fatto una guerra spietata al Presepe, ed ha vinto.

Verso il Natale… commerciale

Emilia e Brando natalizi

Quando ero piccola non c’erano tanti addobbi natalizi nelle vetrine, però c’erano negozi di oggettistica o cartolerie che li vendevano: sia decorazioni per l’albero di Natale, sia personaggi e ambienti del Presepe. Ogni anno – era una specie di rito atteso con piacere – ne acquistavamo qualcuno: le decorazioni dell’albero erano di vetro, perciò poche o punte sono quelle che sono arrivate ad oggi, perché non io, ma le mie figliole mi distruggevano tutto, sono persino riuscite a decapitare i Magi, semplici ma pregevoli statuine che avranno un centinaio d’anni. Attila in veste di deliziose educatissime bambine…

Questo era quanto. Adesso vedo spuntare nelle vetrine cose allora sconosciute: gnomi ed elfi; le renne; case di ghiaccio… Ma, soprattutto, mi è simpatico l’omino di pan di zenzero, reso noto dal film Shrek col nome di Gingy: nato alla corte della regina Elisabetta in pieno Cinquecento, questo tipo di biscotto è stato al solito propagato dagli Usa in tutto il mondo. Ah, se non ci fossero stati gli americani… cosa sarebbe la terra?