Un particolare episodio della storia di Giuseppe, nel libro della Genesi, ha originato un modo di dire un tempo abbastanza usato e chiaro nel significato.
Mi riferisco ad uno dei sogni del faraone, quello in cui
«salirono dal Nilo sette vacche, belle di aspetto e grasse e si misero a pascolare tra i giunchi. 3 Ed ecco, dopo quelle, sette altre vacche salirono dal Nilo, brutte di aspetto e magre, e si fermarono accanto alle prime vacche sulla riva del Nilo. 4 Ma le vacche brutte di aspetto e magre divorarono le sette vacche belle di aspetto e grasse» (Genesi 41,2-4).
Questo primo sogno è rinforzato da un secondo, di analoga trama e significato identico, in cui sette belle spighe piene sono divorate da sette spighe magre (Genesi 41,5-7).
Non occorre una grande scienza per interpretarne il significato: il numero 7 designa un periodo di tempo, le vacche grasse la prosperità, le altre la carestia; così pure le spighe. L’immagine delle vacche grasse è divenuta proverbiale per indicare un periodo di abbondanza, così come quella delle vacche magre è divenuta proverbiale per indicare un periodo di crisi.
Vacche grasse e magre insieme
Tuttavia, spesso nell’interpretazione si sorvola un dettaglio: il fatto che le sette vacche grasse sono presenti a fianco delle sette vacche magre in riva al fiume. Le quattordici vacche appaiono simultaneamente nel sogno, diversamente dalla realtà cui la metafora viene applicata, ed in cui i sette anni di carestia vengono al termine dei setti anni di abbondanza.
I saggi di Israele, notando questo particolare, se ne sono chiesti il significato: non ci sono anni di abbondanza e carestia insieme. Ma il saggio Giuseppe consiglia di accumulare i prodotti degli anni di abbondanza, rendendoli così disponibili per gli anni di carestia. In questo modo, le sette vacche grasse sono ancora nei dintorni quando le sette vacche magre escono dal fiume.
In effetti, la vita è un modo di esistere spesso confuso, dove vacche grasse e grame esistono simultaneamente. È più complessa di quanto si pensi.