
L’uso liturgico delle Lamentazioni nella Chiesa romana, prima della riforma degli anni Cinquanta, era molto forte nel Triduo pasquale, quando si celebrava l’Ufficio delle Tenebre. Caratterizzante era proprio il canto delle Lamentazioni, quando mai adatto nei giorni di dolore.
Tempo di guerra
Cinquantesimo giorno

Le forze russe continuano a lanciare attacchi missilistici e bombe sulle regioni di Kharkiv, Donetsk e Zaporizhzhia e a Donetsk, nell’Ucraina orientale, su Slavyansk, Popasna e Kurakhovo.
Accuse russe
Mosca accusa l’Ucraina di attaccare Bryansk e Belgorod sul territorio russo: «Due elicotteri delle forze armate ucraine pesantemente armati sono penetrati illegalmente nello spazio aereo russo». Kiev ribatte: «I servizi speciali russi hanno lanciato un piano per compiere attacchi terroristici sul loro territorio per poi accusare l’Ucraina».
Secondo Mosca, il porto della città di Mariupol sarebbe in mani russe dopo la resa di più di 1.000 militari ucraini. Il sindaco Vadym Boichenko smentisce. Continuano a difendere la città il battaglione Azov e unità della Marina.
Putin, solo due settimane dopo aver chiesto che il saldo venga effettuato in rubli, ha accusato le banche occidentali di non effettuare i pagamenti relativi alle consegne di gas russo. «Banche di questi Stati molto poco amichevoli stanno impedendo il trasferimento dei pagamenti».
Chiesa ucraina
La Chiesa ucraina è sotto la giurisdizione del Patriarcato di Mosca. Circa 400 sacerdoti della Chiesa ucraina si sono appellati al Consiglio dei Primati delle Chiese Antiche Orientali contro il patriarca di Mosca Kirill e lo hanno citato in giudizio perché predica la dottrina del mondo russo, che si discosta dall’insegnamento ortodosso e andrebbe condannata come eresia. Gli imputano anche crimini morali come benedire la guerra contro l’Ucraina e sostenere pienamente l’aggressione russa.
Profughi e sfollati
Unicef: «Oltre 1,4 milioni di persone sono senza acqua corrente nell’Ucraina orientale colpita dalla guerra, a rischio l’accesso all’acqua corrente per altri 4,6 milioni di persone in tutto il Paese. Nella sola parte orientale dell’Ucraina si sono registrati almeno 20 eventi separati di danni alle infrastrutture idriche. I bambini ucraini hanno una probabilità 20 volte maggiore di morire per malattie diarroiche legate all’acqua non sicura».
Onu: 4.736.471 ucraini sono fuggiti nei 50 giorni dall’invasione della Russia. La cifra e’ in aumento di 79.962 unità rispetto al conteggio di ieri. Donne e bambini ne rappresentano il 90 per cento. Quasi i due terzi di tutti i bambini ucraini sono stati costretti ad abbandonare le proprie case, compresi quelli che si trovano ancora all’interno del Paese.
Viminale: sono 92.716 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina arrivate fino a oggi in Italia: 47.927 donne, 10.566 e 34.223 minori. L’incremento, rispetto a ieri, è di 870.
Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa italiana: «Tre settimane fa abbiamo ricevuto la prima richiesta di alimenti per animali, otto tonnellate di cibo che poi abbiamo mandato per gli animali. Noi ci occupiamo delle persone ma ormai l’animale domestico è parte integrante di una famiglia e molto spesso, tornando alle necessità psicologiche dell’individuo, per un bambino e per un anziano il cane e il gatto è parte integrante. Quando si trovano nei rifugi di fortuna fare in modo che non perdano un punto di riferimento affettivo è importante in contesti come quello’».
Cinquantunesimo giorno

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L’affondamento della Moskva
L’incrociatore missilistico Moskva, nave ammiraglia della flotta di Mosca nel Mar Nero, è affondata dopo che le forze ucraine hanno rivendicato di averlo colpito con missili antinave Neptune. Il ministero della Difesa russo ha smentito: c’è stato un incendio a bordo causato dall’esplosione delle munizioni e più tardi l’incrociatore è affondato mentre veniva rimorchiato durante una tempesta. Il Pentagono conferma la versione ucraina. Del resto, sarà più onorevole ammettere di essere stati colpiti dal nemico, o insistere che le munizioni di bordo sono auto esplose?
È la seconda grande nave da guerra persa dalla Russia, dopo l’affondamento di un’altra nave di classe Alligator. Secondo l’intelligence britannica, questa perdita «probabilmente spingerà la Russia a rivedere la sua posizione nel Mar Nero».
Pare che il comandante dell’incrociatore Moskva, Anton Kuprin, sia morto durante l’esplosione e l’incendio a bordo della nave prima dell’affondamento. Il capitano Anton Kuprin diede l’ordine di bombardare l’Isola dei Serpenti, al largo di Odessa, il primo giorno di guerra: «Siamo una nave militare russa, arrendetevi»; ricevendo dai soldati ucraini la risposta: «Nave militare russa, vai a… [censura]». Da non credere: ci è andata davvero! – sperando che l’equipaggio sia tutto salvo, s’intende. Perché non si sa neppure questo.
Secondo la Tass, l’agenzia di stampa ufficiale russa, l’equipaggio sarebbe stato evacuato e sarebbe arrivato a Sebastopoli, ma la notizia è stata smentita. Secondo la Guardia costiera ucraina, le condizioni meteo non hanno consentito ai russi di evacuare l’equipaggio. Solo 58 dei 510 membri dell’equipaggio sarebbero stati tratti in salvo.
Sull’episodio dell’Isola dei Serpenti, le poste ucraine avevano stampato un ironico francobollo che adesso sta andando a ruba.
Comunità internazionale
La Macedonia del Nord ha dichiarato persone non grate sei diplomatici russi per aver violato le norme diplomatiche e ha ordinato loro di lasciare il Paese: «Questi individui hanno svolto attività contrarie alla Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche e entro i prossimi cinque giorni dovranno lasciare il territorio della Repubblica della Macedonia del Nord», ha affermato il ministero degli Esteri.
Papa Francesco
Data la decisione vaticana di confermare, alla XIII stazione della Via Crucis nel Colosseo, la presenza di una donna russa con una donna ucraina a portare la croce in segno di riconciliazione, i media cattolici come UGCC Live TV, CREDO, Radio Maria e EWTN Ucraina, così come le tv nazionali ucraine, hanno deciso di non trasmettere la Via Crucis. Il video QUI.
Cinquantaduesimo giorno

Appelli
Quest’anno, il 17 aprile secondo il calendario gregoriano e il 24 aprile secondo il calendario giuliano, i cristiani celebrano la Pasqua. Dalla sera del 15 aprile fino alla sera del 23 aprile, gli ebrei celebrano la Pasqua ebraica. Fino alla fine di aprile, i musulmani commemorano il mese di digiuno del Ramadan. Questo chiede il Consiglio panucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose: «Come rappresentanti delle comunità religiose dell’Ucraina, esortiamo a fermare i bombardamenti di città e villaggi ucraini e ridurre le ostilità offensive almeno per il tempo dei giorni sacri per tutte e tre le religioni».
Monsignor Tadeusz Kondrusiewiczn presidente della conferenza episcopale bielorussa, nel messaggio di Pasqua ai cattolici bielorussi afferma che la guerra in Ucraina «è un crimine contro Dio e contro l’uomo che merita una condanna decisa e immediata».
Il vescovo bielorusso prega così il Cristo Risorto: «Abbi pietà dell’Ucraina intrisa di sangue! Scuoti i cuori pietrificati dei responsabili di questa tragedia, che ha portato a una catastrofe umanitaria e all’umiliazione della dignità umana come creazione di Dio. Ascolta le grida delle madri dei figli e delle figlie assassinati, delle persone, dei rifugiati e di tutti i feriti, compresi molti bambini, e falla cessare subito! Possa la via del dialogo, del rispetto reciproco e del perdono, rafforzata da una forte preghiera per la pace in Ucraina, indetta da papa Francesco, porre fine alle cannonate, prevenire un’ulteriore escalation delle ostilità da entrambe le parti del confronto e portare a una pace giusta!». Trasmettono la lettera del vescovo i media cattolici della Bielorussia. Ciò è molto significativo, perché la Bielorussia è schierata con Mosca.
Bombardamenti
Sindaco di Kiev Vitalii Klychko: «Questa mattina Kiev è stata attaccata nel quartiere Darnytsia. Ora soccorritori e medici sono al lavoro e le informazioni sulle possibili vittime sono in aggiornamento. Chiedo alle persone di rispettare le sirene antiaeree e a quanti erano andati via dalla città di non tornare ancora». Tra le vittime è stato accertato almeno un morto, con diversi feriti.
Municipio di Kiev: ogni giorno 40-50mila persone tornano nella capitale, il che comporta code di chilometri per rientrare a Kiev: «Gli aiuti umanitari, i servizi di emergenza, i medici, i servizi pubblici e i militari non riescono a superare gli ingorghi».
Ministero della Difesa di Kiev: a Maiupol, «per la prima volta, il Cremlino ha usato cacciabombardieri a lungo raggio per attaccare la città martire, con l’obiettivo di eliminare le ultime sacche di resistenza. I raid si sono fatti sempre più intensi da ieri sera».
Fa quasi ridere
La notizia è stata data così: «Due attacchi missilistici sono stati condotti nella regione di Dnipropetovsk, in Ucraina. Colpito un allevamento di pollame da tempo in disuso. Non ci sono feriti».
Anche questa notizia: i russi colpiscono per l’ennesima volta a Lysychansk una raffineria di petrolio per lasciare l’Ucraina senza carburante. «Ma lì il carburante non c’è più, ci sono soltanto scorie», comunica Sergey Haidai, governatore della regione di Luhansk.
Mariupol
L’uomo più ricco di Ucraina, il miliardario Rinat Akhmetov, ha promesso di ricostruire la città di Mariupol. Akhmetov, con la perdita della Crimea e la guerra in Donbass, ha visto dopo il 2014 una drastica riduzione del suo impero economico passando da 15,4 miliardi di dollari a soli 3,9 miliardi. Ma è «fiducioso che la System Capital Management, il gruppo privato più grande del Paese, giocherà un ruolo nella ricostruzione dell’Ucraina dopo la guerra».
Disastro economico e alimentare
Ministro dell’Agricoltura ucraino Solskyy Mykola: «Quest’anno l’Ucraina avrebbe dovuto esportare 20 milioni di tonnellate di grano della raccolta dell’anno scorso sui mercati mondiali ma è impossibile farlo in quanto i porti marini sono bloccati. Ad oggi siamo riusciti ad esportare soltanto 5 milioni di tonnellate, nel mese di marzo 200 mila. Nel prossimo futuro la difficoltà sulle esportazioni rimarrà, il che, evidentemente, segnerà anche i paesi verso i quali era diretto il grano».
Comando generale delle Capitanerie di Porto: da domani i porti italiani saranno chiusi alle navi russe, anche per le imbarcazioni che hanno cambiato bandiera dopo il 24 febbraio. Le navi che si trovano attualmente nei porti italiani dovranno lasciarli subito dopo «il completamento delle proprie attività commerciali».
Profughi
Viminale: sono 94.800 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina arrivate fino a oggi in Italia, 48.977 donne, 11.053 uomini e 34.770 minori. L’incremento, rispetto a ieri, è di 1.024 ingressi.
Lamentazioni: l’uso liturgico

Di Enric – Opera propria, CC BY-SA 4.0,
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L’articolo precedente QUI.
La tradizionale attribuzione a Geremia non ha tolto al libro delle Lamentazioni le caratteristiche di composizione poetica e sapienziale. La collocazione nel canone ebraico lo dice chiaramente: le Lamentazioni non fanno parte della sezione profetica del Tanak (Nevi’im), ma delle cinque Meghilloth, che sono annoverate negli Scritti (Ketuvim).
In effetti, nelle Lamentazioni Dio non compare mai come Colui che parla. Non parla, e non interviene. È la voce dell’agiografo ad affermare che Dio ha punito il suo popolo. È il grido dell’uomo quello che si sente verso Dio, anche se Egli sembra non rispondere: «Ti sei avvolto in una nube perché la supplica non giungesse fino a Te» (Lam 3,44).
L’Ufficio delle Tenebre
Il grido delle Lamentazioni risuonava soprattutto nell’Ufficio delle tenebre. Era, l’Officium Tenebrarum, l’ufficio notturno del Giovedì Santo, del Venerdì Santo e del Sabato Santo. Univa insieme Mattutino e Lodi e comprendeva il canto di 9 salmi per il Mattutino e 5 per le Lodi, delle Lamentazioni, di responsori, del Miserere e del Benedictus. Poiché il Mattutino era diviso in tre Notturni, le letture del primo, distribuite fra i tre giorni, erano costituite dalle Lamentazioni.
Il nome del rito deriva dalla presenza di un candelabro triangolare (saetta) con quindici candele che venivano spente una dopo l’altra, dopo ciascun salmo. Dopo il Benedictus, l’ultima fiammella veniva celata dietro l’altare a indicare l’arresto di Gesù, la cui luce si nasconde ma non si spegne. In questo modo, l’Ufficio terminava nell’oscurità totale.
A questo punto, nella completa oscurità il celebrante batteva con un bastone sulla predella e tutti nella Chiesa lo imitavano facendo strepito con raganelle o legni, libri o mani battuti sulle panche, a significare il terremoto verificatosi alla morte di Gesù, oppure lo strepito fatto dai Giudei al suo arresto. Del resto, questo uso si riscontra anche nel mondo ebraico quando, nella festa di Purim, leggendo il libro di Ester, viene fatto il nome del malvagio Aman.
La mia nonna raccontava che i ragazzi si divertivano un mondo a scatenarsi col battere di qua e di là sulle panche, e le donne si scandalizzavano: «Cattivi! Picchiate Nostro Signore!». A quei tempi gli svaghi erano scarsi…
Poiché l’intero Ufficio si concludeva con l’orazione Respice quaesumus, dopo di che veniva lo strepito, la parola Respice era divenuta proverbiale per indicare un grande sfacelo, o almeno così la sentivo usare in casa mia. Io non ho avuto modo di assistere all’Ufficio delle Tenebre, perché negli anni Cinquanta intervenne la riforma liturgica della Settimana Santa voluta ed attuata da Pio XII, ma ricordo bene il suono delle raganelle che, dal Giovedì Santo alla notte di Pasqua, sostituivano le campanelle della Messa.
L’alfabeto di Gesù
Nel testo ebraico delle Lamentazioni, l’alfabeto è incorporato nello scritto. Invece la Vulgata trascrive anche le singole lettere all’inizio di ogni versetto: «Aleph. Quomodo sedet sola civitas plene populo» (Lam 1,1), e così via. In tutti questi secoli, la traduzione latina del libro delle Lamentazioni ha custodito nella liturgia della Chiesa romana l’alfabeto ebraico. Per uno strano contrasto, nei tempi passati il triduo pasquale era anche il periodo in cui più si scatenava l’antisemitismo: paradossalmente, proprio nei giorni in cui nelle chiese risuonava l’alfabeto ebraico, l’ostilità verso gli ebrei si accentuava, in alcune aree geografiche giungendo fino al pogrom.
La riforma liturgica ha soppresso l’Ufficio delle tenebre, e l’adozione delle lingue volgari ha fatto scomparire dalle nostre Bibbie le lettere ebraiche. Non so neppure dove siano andate a collocarsi le Lamentazioni nella liturgia, ammesso che ancora vi siano presenti; nell’Ufficio delle Letture del Triduo sono sostituite dalla lettera agli Ebrei. Sarà un fatto solo emozionale, ma l’elegante eloquenza di un anonimo alessandrino non va dritta all’anima come il lamento di tutto un popolo e di Colui – e Colei – che questo popolo portano davanti a Dio.
Non posso ricordare l’Ufficio delle Tenebre, però ricordo quando, al tempo della riforma liturgica del Vaticano II, ancora nel Triduo pasquale si leggevano le Lamentazioni. Ricordo nel duomo di Livorno il lettore (tra l’altro, un celebre avvocato) che declamava le lettere dell’alfabeto ebraico come fossero anch’esse dei lamenti, enfatizzando alef, he, waw, cheth, zayn (alcune si prestavano particolarmente bene) come se fossero interiezioni di dolore. Era tutto sbagliato, però faceva effetto.
Forse sarebbe un bene che i fedeli nelle nostre chiese riconoscessero l’alef, la bet, la ghise… in fondo, è la lingua del Signore. Il canto della prima Lamentazione: QUI.