Il rapporto uomini – animali

Uomini e animali: un rapporto sempre più importante. È il tema di un libro che è uscito nel 2019 per i tipi di EDB ma che non ha potuto avere un tempo adeguato di presentazione perché seguito a ruota dalla pandemia di Covid 19… Si tratta del saggio «Uomini e animali. Per un’etica della relazione e dei destini comuni», un testo scritto a quattro mani dalla sottoscritta, docente emerita di S. Scrittura, e da P. Maurizio Faggioni, ordinario di bioetica all’Accademia Alfonsiana di Roma e docente alla Pontificia Università Antonianum e alla Facoltà teologica dell’Italia centrale, oltre che consultore della Congregazione per la dottrina della fede, della Congregazione per le cause dei santi e del Pontificio consiglio per la salute, consigliere del Tribunale della penitenzieria apostolica e membro della Pontificia Academia pro Vita.

Le tematiche

Essendo un testo cui io ho contribuito per la parte biblica, e pur avendo la massima stima per padre Maurizio, non posso autoelogiarlo, ma mi limito a riferire quello che è scritto sul retro della copertina:

 «Questo volume affronta dal punto di vista biblico ed etico alcune questioni fondamentali sul rapporto tra uomini e animali.

La prima parte introduce riflessioni sul compito dell’uomo verso il creato, sul rapporto fra umanità e animalità e sui princìpi di un’etica ambientale cristiana.

La seconda parte affronta la tutela della vita nella Bibbia, la presenza degli animali nella Scrittura e le questioni riguardanti l’etica animalista.

La terza parte, infine, si proietta all’eschaton e orchestra da diversi punti di vista l’idea che l’umanità porterà con sé nel Regno gli animali e l’intera natura creata».

L’opera, benché venisse più da lontano, è stata pubblicata dopo la Laudato si’ di papa Francesco e si è rivelata in piena sintonia con essa nella considerazione dell’uomo non come despota del creato ma come custode di una Casa comune in cui il tessuto armonico delle relazioni tra i viventi è parte imprescindibile della sua stessa vita. Rimanendo fermo il primato del valore della vita umana – si afferma -, è necessario passare da un antropocentrismo assoluto ad un antropocentrismo di relazione che restituisca alle creature il posto e la dignità che loro competono nella scala degli esseri.

Teologia della creazione

Raffaello Sanzio, La creazione degli animali – Loggia Palazzo Pontificio, Vaticano. Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1659494

Ho pensato perciò di riproporvi il libro a conclusione degli articoli che ho scritto sul concetto di immagine di Dio (il primo QUI).

La parte biblica è in sostanza costituita da una teologia della creazione. Infatti non si può parlare dell’uomo senza porsi il problema del rapporto con gli animali, suoi compagni di strada, fratelli minori, amici. Un rapporto che diviene sempre più importante preservare e valorizzare in questa nostra Casa minacciata da tanti fattori di degrado; oltretutto, almeno in Occidente, in un mondo tecnologicizzato e denatalizzato in cui la solitudine dilaga e spesso sono proprio gli animali a dare conforto, affetto e aiuto a tanti anziani sprovvisti di punti di riferimento.

Si insorge contro papa Francesco quando continua ad ammonire che si preferiscono cani e gatti ai figli. Si fraintende: il pontefice non vuol certo escludere la presenza di queste creature nelle nostre case, ma vuole scuotere gli ascoltatori facendo presente che non ci si può semplicemente ripiegare su di esse lasciandone fuori la presenza umana. Non aut – aut, ma et – et… Rimando, per questo, all’articolo che trovate QUI.

L’inverno demografico

Foto di nini kvaratskhelia da Pixabay 

Forse perché conosco un po’ il pensiero di papa Francesco, e forse anche perché ho sia figli che animali, io non riesco a vedere contrapposizione in quello che il sommo pontefice ha ripetuto in un suo discorso del 26 agosto 2022:

«Peccato che qui in Europa sia poca gente, ma è l’inverno demografico europeo: invece dei figli preferiscono avere cani, gatti, che è un po’ l’affetto programmato: io programmo l’affetto, mi danno l’affetto senza problemi. E se c’è dolore? Beh, c’è il medico veterinario che interviene, punto. E questa è una cosa brutta.

Per favore, aiutate le famiglie ad avere dei figli. È un problema umano, e anche un problema patriottico».

Il contesto è quello di un accenno al calo demografico in Europa, con tutto quel che comporta. Per piacere, leggete l’intero discorso QUI e ditemi se il papa vuol davvero polemizzare con chi ama gli animali.

Animali e famiglie

Foto di Westfale da Pixabay 

L’Enpa ha reagito al discorso, affermando che papa Francesco sbaglia a contrapporre gli animali ai figli.

«Non è la prima volta che Francesco contrappone gli animali ai figli. E sbaglia. Come ha rivelato a maggio il Rapporto Eurispes 2022, a possedere animali di affezione in casa sono soprattutto le coppie con i figli con il 37,8%, seguite dalle famiglie di monogenitori con figli con il 36,5%».

Sono soprattutto le famiglie con bambini ad avere cani. Parla la presidente nazionale Enpa, Carla Rocchi: «Non c’entra avere o non avere i figli, che, come confermano i dati dell’Eurispes, non rappresentano un ostacolo. Gli animali sono una gioia immensa e richiedono costanza e impegno, noi lo diciamo sempre a chi si rivolge a noi per adottarli. Ed è piuttosto naturale che le stesse persone che hanno questa predisposizione e generosità nell’accogliere un animale sono le stesse che hanno scelto di cambiare la loro vita per diventare genitori, affrontando mille sacrifici e andando incontro ad altrettante gioie».

D’accordissimo su questo. Magari, dovremmo analizzare meglio l’atteggiamento di coloro che fanno degli animali un surrogato e li asserviscono ai loro bisogni affettivi senza rispetto per la loro natura e per di più sbarazzandosene quando divengono un problema. La disinvoltura con cui viene trattata la loro sofferenza mi sembra definita «una cosa brutta» da papa Francesco nello stesso discorso del 26 agosto, o mi sbaglio?