
Per meglio poter decifrare il rapporto che dovrebbe esistere gli uomini e gli animali, dopo le parole chiave irrinunciabili Dignità (della natura) e Responsabilità (dell’uomo), ne troviamo una terza, inscritta nel capitolo 1 del libro della Genesi: Pace.
La biodiversità
Mentre esiste un solo adam, una sola umanità, pur nella molteplicità delle esperienze e delle culture, esiste una grande molteplicità di animali, una biodiversità che è una benedizione, un dono per l’uomo e per la Casa comune. Si calcola che vi siano nel pianeta milioni di specie diverse di animali (oltre 8 milioni) una cinquantina delle quali si estingue ogni giorno: siamo di fronte al pericolo di una nuova estinzione di massa, questa volta dovuta all’impatto dell’uomo sul pianeta.
Uomini e animali: un progetto di pace
Ma il progetto divino di creazione, che culmina nell’adam (umanità), è un progetto di pace: quando nel racconto di Genesi Dio assegna in cibo ad ogni vivente la vegetazione, il significato teologico è che Dio non ha creato la morte o per lo meno non la morte violenta, ma questa entrerà nel creato per mezzo del peccato dell’uomo, una ferita profonda nel piano divino in cui regna l’amore.
Il permesso di mangiar carne sarà concesso infatti solo dopo il diluvio (Gn 9,3), ad una umanità rinata dalle acque nella persona di Noè e della sua famiglia ma in tono minore, ormai in stato di peccato, vulnerata da questa antica ferita che ha incrinato il suo rapporto con la natura e con il mondo animale cui ormai ispira non solo timore reverenziale (mora’) ma terrore (chat).
Quindi noi, realisticamente, ci muoviamo in un terreno storico viziato dal peccato, da strutture di morte e da logiche di potere e di denaro che poco hanno a che fare con il disegno di pace che Dio ha per noi. Sarà sempre così? Oppure il disegno di pace troverà un’attuazione?