
Luca si presenta con le credenziali di uno storico, ed in questa veste presenta gli Atti come un’opera storica. Ma è uno storico dell’antichità, e per di più interessato ad uno sguardo di fede sulla storia. Perciò non possiamo pretendere da lui quella assoluta correttezza di informazione che pretendiamo oggi da uno storico moderno. Luca condivide l’impostazione storiografica e letteraria dei suoi contemporanei. La storia degli antichi era di carattere aneddotico e talvolta indulgeva al leggendario.
I limiti di un’opera storica dell’antichità
Si tratta della narrazione del reale del passato umano, ma gli antichi ne avevano una concezione diversa dalla nostra. Lo stesso Tucidide, considerato il padre della storiografia “scientifica”, nell’Introduzione alla Guerra del Peloponneso riconosce che, in mancanza di testimonianze dirette, ha ricostruito lui i discorsi dei personaggi come gli sembrava che dovessero aver detto in determinate circostanze… Inoltre, le fonti di informazione nell’antichità erano più lacunose di quanto non siano oggi, date le difficoltà e lentezze di comunicazione.
Non costituisce perciò difficoltà il fatto che Luca cada in imprecisioni od errori di carattere storico, quando ad esempio nel discorso di Gamaliele al Sinedrio, datato all’anno 30, colloca l’insurrezione di Teuda, che avverrà solo nel 40 d.C., prima di quella di Giuda il galileo, che era avvenuta nel 6 d.C. (Atti 5). Oppure anche di errori geografici, come quando in Lc 17,11 afferma che Gesù attraversò la Samaria e la Galilea per andare a Gerusalemme (in questo caso sarebbe andato da sud a nord anziché da norda a sud), o quando in Lc 4,28-30 colloca Nazareth sulla cima di un monte. Non stanno qui la verità della fede e l’inerranza della S. Scrittura.
I manoscritti più antichi
I manoscritti Michigan 1571 del III secolo e Chester Beatty I (circa 250) contengono parti del libro degli Atti. Il libro biblico di Atti quindi circolava nei primi secoli come parte del catalogo. Insieme al resto del Nuovo Testamento, il libro degli Atti è contenuto per intero nei codici B (Vaticanus) e S (Synaiticus) del IV secolo.