
Nella seconda parte del cap. 40 del rotolo di Isaia emerge una tematica che sarà molto importante per il DeuteroIsaia: l’Unicità di Dio e la nullità degli idoli.
L’insistenza su questo tema sarà importante in un contesto, quello dell’esilio, in cui al popolo sconfitto e deportato le divinità babilonesi appaiono vittoriose, mentre in realtà esse sono nulla: a questo popolo scoraggiato il Deuteroisaia annuncia la maestà del Creatore e Signore della storia. Questo tema pervade il DeuteroIsaia fino all’ultimo capitolo.
Monoteismo
È la prima volta nella storia della salvezza, a partire da Abramo, che si può parlare di monoteismo e non solo di monolatria. Intendo per monoteismo teorico l’affermazione dottrinale che Dio è Uno solo e le altre divinità non esistono per niente, mentre nei primi secoli dell’esperienza storica di Israele con il suo Dio il problema teorico non si poneva neppure, non ci si chiedeva cosa fossero gli dèi delle altre nazioni. Potevano essere divinità minori o spiriti maligni, ciò non importava: quello che era richiesto, che era essenziale, era la scelta di adorare un solo Dio come Dio della propria vita e della propria comunità.
Unicità e Onnipotenza di Dio
Adesso invece, in contesto idolatrico, diviene necessario fare chiarezza sulla Unicità e Onnipotenza di Dio: solo il Signore di Israele è Dio, Signore della storia di tutti i popoli e Signore del cielo e della terra cioè dell’intero universo: gli altri dèi non esistono proprio, sono nullità; a maggior ragione sono nullità gli idoli, fabbricati con materiali inerti dalle mani degli uomini. A chi può essere paragonato il Signore, che chiama ogni stella per nome? Chi confida in lui volerà come l’aquila!
E dell’unico vero Dio nessuna rappresentazione è possibile. Come diranno i sacerdoti deportati in Babilonia, a immagine di Dio è solo l’adam… solo l’uomo, ogni uomo, di qualunque genere, lingua, popolo, età, condizione sia.