Una bella giornata primaverile ha spalancato il suo sorriso su Follonica: è il 17 febbraio 2024. Cielo e mare, la vera ricchezza di una città turistica costiera, ridono di gioia, perché Follonica rende onore ad uno dei suoi cittadini: una targa viene scoperta all’ingresso dell’ex Ilva per ricordare don Enzo Greco, storico parroco di S. Leopoldo. Chi ha da sorridere un po’ meno è il granduca Leopoldo II, perché la targa col suo nome, che prima occupava la medesima posizione, con ogni riguardo è stata tolta e spostata; ma il mite Canapone, il migliore dei regnanti italiani, fondatore di Follonica, sa in partenza che non se la deve prendere poi troppo, perché gli è già destinata l’intitolazione della piazza principale dell’ex complesso siderurgico, oggi ex Ilva, prossimo a divenire Next Ilva per l’intervento di riqualificazione della Città-fabbrica intorno alla quale il centro urbano è sorto 190 anni fa.
L’area intitolata a don Enzo Greco, la piazzetta all’ingresso della Città-fabbrica appunto, è molto suggestiva e significativa, perché simboleggia lo stesso cuore di Follonica: un cuore che oggi batte per don Enzo. Ma perché?
Perché una targa per don Enzo?
Ce lo dice con emozione il sindaco Andrea Benini, ma tutti i presenti lo sanno: don Enzo, sacerdote, è stato amico, fratello, compagno di viaggio per tutta una generazione, ed era un preciso impegno dell’amministrazione comunale quello di portare a compimento, prima della fine del proprio mandato, questa intitolazione.
Lo ricorda Albarosa Mazzoni, presidente dell’Associazione Don Enzo Greco: don Enzo è stato, sì, parroco, ma la parrocchia vive dentro un territorio, e don Enzo è stato per lunghi anni l’anima di questo territorio, di questa comunità civile, di questa città.
Ce lo ribadisce Antonio Bellini, presidente della Croce Rossa locale, spiegando il perché della sua presenza ufficiale ad una cerimonia del genere. Perché anche se la Croce Rossa ha una storia antica a Follonica risalendo al 1920, a metà anni Ottanta si era trovata in difficoltà, aveva bisogno di più forze, ed era stato proprio il parroco don Enzo a fornire il suo aiuto indirizzando tanti dei “suoi” ragazzi all’impegno sociale. Fu grazie a lui che la Croce Rossa di Follonica iniziò ad attrarre giovani e a diventare quella che è oggi.
Lo testimoniano i numerosi presenti, tra i quali l’assessore Alessandro Ricciuti e altri della Giunta comunale, ma anche semplici cittadini, tutti debitori, in qualche modo, di quanto hanno ricevuto da don Enzo Greco.
L’intervento del sindaco Benini
Il sindaco Andrea Benini, che è stato uno dei “ragazzi” cresciuti nella sfera di don Enzo, ha voluto condividere con i presenti alcuni suoi ricordi personali, iniziando dalla straordinaria capacità del sacerdote follonichese di sapersi raffrontare con tutti, in quanto considerava ciascuno unico e straordinario nel mistero di ogni persona. Don Enzo ha vissuto in particolare l’idea di educazione, proponendo lo stile di Barbiana alla diversa situazione di Follonica con grande intelligenza, ben sapendo che e-ducare, cioè trarre fuori, può rappresentare anche un gesto duro, esigente, doloroso.
Con i ragazzi don Enzo non intraprendeva certo percorsi comodi, mai schermandosi dietro facili giustificazioni ma sempre parlando in termini di responsabilità. Ricorda, Andrea, un mitico campo scuola a Gerfalco per ragazzi di 9-14 anni che se fosse tenuto oggi, con le fragilità della presente generazione di ragazzi e genitori, sarebbe terminato in denunce per maltrattamenti: dieci ore quotidiane di formazione a partire dalla mattina fino alle 3-4 della mattina successiva, passeggiate massacranti, con don Enzo che sempre dava la sensazione di avere tempo per tutti, per ognuno, di darsi completamente… e i giovani imparavano questo stile di servizio.
Farsi tutto a tutti…
Alla targhetta “Parroco”, apposta sulla porta dell’ufficio parrocchiale, don Enzo aveva sostituito la scritta “Servizi vari”, col tipico approccio ironico e autoironico che lo caratterizzava: Servizi vari perché si prestava per tutti e per tutto – e a me viene in mente il Mi sono fatto tutto a tutti di San Paolo…
Un altro aspetto forte della personalità di don Enzo era l’approccio al mondo dello studio, come possono testimoniare i colleghi docenti del seminario e della scuola di teologia: non smetteva mai di studiare, ritenendo di avere sempre qualcosa da imparare per sé e per gli altri.
E poi, le debolezze di don Enzo: una, la sua paura dei cani; ma l’altra, la sua scelta di non guidare pur avendo la patente, nascondeva altro. Era, in fondo, una scelta di essere dipendente dagli altri, non autosufficiente; e viveva questa scelta come un’occasione per raccontarsi e relazionarsi con chi guidava per lui, un’occasione di più per rendersi più vicino, quindi un’altra sua eredità da raccogliere.
Tutto questo, ha concluso il sindaco Benini, non è solo memoria del passato: è un richiamo a ciò che spetta a noi di portare avanti.
Una eredità impegnativa, don Enzo. Grazie.
La targa, particolarmente azzeccata, presenta l’immagine della chiesa di S. Leopoldo di cui don Enzo fu parroco per lunghi anni e della Madonna Ilvania, venerata nella chiesa parrocchiale, per la quale don Enzo compose la seguente preghiera.
Preghiera alla Madonna Ilvania
O Madonna ILVANIA, noi ti invochiamo come patrona…
Benedici e proteggi tutti gli abitanti di Follonica.
Tu hai sempre vigilato sul nostro umile e duro lavoro, tu sei stata il nostro rifugio nei momenti di dolore e di lutto nei nostri luoghi di lavoro.
Tu che hai protetto tutte le nostre generazioni follonichesi proteggi ora l’avvenire della nostra città
Perché i suoi abitanti godano sempre salute materiale e spirituale.
Benedici i nostri lavoratori, le nostre famiglie.
Ti affidiamo in particolare i giovani in questa ora di prova e di difficoltà, ti affidiamo i nostri lavoratori del mare.
Ti affidiamo i nostri malati, ti affidiamo gli anziani perché trovino rimedio nella nostra città alla afflizione della solitudine materiale e spirituale.
Madonna Ilvania, Madre nostra, a Te consacriamo in questo anniversario la nostra città e i nostri abitanti.
Prega per noi. Amen