
Si va su il 4 ottobre verso l’imbrunire, quando la luce che si smorza inizia a soffondere di grigio tutte le cose. Il cielo a ponente sta per accendersi di uno degli spettacolari tramonti dell’Immacolata. Ma la comunità non ha il tempo di ammirare il panorama: prima che venga buio, deve mettere a dimora una pianticella per sora nostra Madre Terra, un giovane leccio.
Non che ci manchino le piante: tutto il terreno dell’Immacolata abbonda di alberi, pini, lecci, tamerici, olivi… è proprio del carisma francescano prendersi pensiero della natura rispettandola come sorella, per il sostentamento e per la bellezza che dona agli uomini (un articolo su San Francesco e il Creato QUI).
E pensare che negli anni Novanta la vecchia amministrazione locale voleva acquistare (l’avrebbe espropriato, in alternativa) l’Orto dei frati per farci un grande parcheggio! Per fortuna insorsero gli Scout, il Wwf, i Verdi, a difendere quello che è uno dei più importanti polmoni verdi di Piombino. A quell’epoca si raccolsero 1.500 firme di cittadini contrari allo smantellamento dell’Orto, a favore di un parco urbano che garantisse la memoria storica del luogo. Il parcheggio si fece, in una parte del terreno, ma una buona metà rimase come parco pubblico, una sorta di collina degli Ulivi, a rallegrare la vista, a far giocare i bambini, a dar respiro alla città. Quando il parco fu inaugurato, il 5 maggio 2012, la cittadinanza, che aveva raccolto, anche questa volta, altrettante firme, lo volle intitolare a padre Fiorenzo Locatelli. Ma questa è un’altra storia…

Piantare un albero ci provoca a sperare
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
No, gli alberi non ci mancano, né dentro né fuori del convento; ma uno in più è sempre il benvenuto. L’iniziativa, ovviamente, è in linea con il Tempo del Creato, la Laudato si’ di papa Francesco e l’invito della diocesi a piantare un albero in ogni parrocchia e comunità.
«Piantare un albero – ha detto papa Francesco – è, in primo luogo, un invito a continuare a lottare contro fenomeni come la deforestazione e la desertificazione. […] A sua volta, piantare un albero ci provoca a continuare ad avere fiducia, a sperare e soprattutto a impegnarci concretamente per trasformare tutte le situazioni di ingiustizia e di degrado che oggi soffriamo» (Discorso all’United Nations Offices di Nairobi, 26/11/2015).
La sera del 4 ottobre, festa di San Francesco, gli intervenuti, in cerchio, hanno volentieri ascoltato padre Cesarino (che fra parentesi è il delegato interprovinciale dei frati minori per la giustizia, la pace e l’integrità del Creato) mentre ricordava che l’alberello, piantato in mezzo agli altri, avrebbe dovuto trovare il suo posto nella terra e sviluppare relazioni con le altre piante e con gli elementi terrestri. Un segno, quindi, di quello che è anche il nostro posto nella vita, in relazione con gli altri uomini e con l’intero creato, in quel braciere di fuoco ardente che mai si consuma e che è Dio, Signore della vita.

La comunità ha recitato tra l’altro la Preghiera per la terra (Laudato si’):
Dio Onnipotente,
che sei presente in tutto l’universo
e nella più piccola delle tue creature,
Tu che circondi con la tua tenerezza
tutto quanto esiste,
riversa in noi la forza del tuo amore
affinché ci prendiamo cura
della vita e della bellezza.
Inondaci di pace, perché viviamo come fratelli e sorelle
senza nuocere a nessuno.

O Dio dei poveri,
aiutaci a riscattare gli abbandonati
e i dimenticati di questa terra
che tanto valgono ai tuoi occhi.
Risana la nostra vita,
affinché proteggiamo il mondo e non lo deprediamo,
affinché seminiamo bellezza
e non inquinamento e distruzione.

Tocca i cuori
di quanti cercano solo vantaggi
a spese dei poveri e della terra.
Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa,
a contemplare con stupore,
a riconoscere che siamo profondamente uniti
con tutte le creature
nel nostro cammino verso la tua luce infinita.
Grazie perché sei con noi tutti i giorni.
Sostienici, per favore, nella nostra lotta
per la giustizia, l’amore e la pace.

Ma non è finita qui. Dopo aver messo a dimora il giovane leccio, moltissima gente si è ritrovata nella chiesa dell’Immacolata per la Messa solenne della festa di San Francesco celebrata dal parroco padre Federico. È con vero piacere che abbiamo potuto di nuovo affollare la chiesa riaperta al culto e rimessa a nuovo, fresca e pulita come se questi 120 anni della sua esistenza fossero solo pochi giorni. È stata una vera festa, al di là del rinfresco che poi è seguito. Il piacere di sentirsi a casa.