Lettura continua della Bibbia. Isaia: una grande luce

Icona russa del XVII secolo. Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=93545863

Una grande luce squarcia le tenebre in un altro grande testo messianico di Isaia. Anch’esso si innesta nella situazione storica ben definita in cui l’assiro Tiglat-Pileser sottrae ad Israele vasti territori del nord. Pur scissi dal popolo di Dio, risospinti nell’oscurità, questi territori sono il popolo che cammina nelle tenebre, ma una luce risplende su di esso: JHWH ha spezzato il bastone dell’aguzzino, la potenza di Assur, e un Unto è chiamato a governare il popolo di Dio dopo l’azione liberatrice di JHWH.

L’Emmanuele: una grande luce (8,23-9,6)

8,23 Poiché non vi sarà caligine, dove c’era angoscia.

In passato il Signore umiliò la terra di Zabulon e la terra di Neftali,

ma nell’avvenire renderà gloriosa la via del mare,

al di là del Giordano, il distretto delle nazioni.

9,1 Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce;

sugli abitanti in paese tenebroso risplendette una luce.

2 Hai moltiplicato la gioia, hai causato grande letizia.

Gioiscono al tuo cospetto, come si gioisce alla mietitura,

come si esulta quando si divide la preda.

3 Poiché il suo giogo opprimente, la verga sopra le sue spalle,

il bastone del suo sorvegliante tu hai spezzato come nel giorno di Madian.

4 Poiché ogni stivale strepitante in tumulto

ed ogni mantello rotolato nel sangue

sarà bruciato, alimento del fuoco.

5 Poiché un bambino ci è nato,

un figlio ci è stato donato;

nelle sue spalle riposa l’impero;

e lo si chiama per nome:

«Meraviglioso consigliere, Dio potente,

Padre perpetuo, Principe della pace»,

6 per accrescere la potenza

e per una pace senza fine,

sul trono di Davide e sul suo regno,

 per stabilirlo e rafforzarlo

mediante il diritto e la giustizia

da ora fino in eterno.

L’ardore del Signore degli eserciti farà questo.

Simili testi non necessariamente si riferiscono alla nascita di un erede: come nel salmo 2, si può trattare dell’ascesa dell’erede al trono. Questo personaggio non viene chiamato re ma sar, principe, a sottolineare che la regalità spetta a JHWH, così come nel testo di Michea si parla di un môshēl = dominatore. Anche questo brano si apre a prospettive per un futuro indeterminato.

Il bambino appare come un rampollo della casa di Davide, perché porta il segno della sovranità, e gli vengono attribuiti appellativi particolari, i titoli posti in un crescendo che avvicina sempre più il personaggio regale alla missione che gli viene affidata:

* Consigliere ammirabile (pele’ yô‘ez, letteralmente uno che suggerisce cose mirabili), cioè associato alle opere meravigliose di  Dio.

* Dio potente, ’El ghibbôr, cioè persona eletta per una missione divina. Dobbiamo sapere che il termine “dio”, o  “figlio di Dio”, non aveva, presso gli ebrei, significato ontologico, ma funzionale. Non si riferisce, di per sé, alla natura divina, ma alla funzione svolta per conto di Dio.

* Padre per sempre (’avy‘ad) è un titolo più inconsueto, perché “Padre del popolo” è titolo riservato a JHWH, e la specificazione dell’eternità in questa forma è anch’essa inusuale. Il profeta allude misteriosamente ad una condivisione della Paternità divina.

L’espressione è apparsa strana anche ai Settanta che la uniscono a quella successiva, in modo da esprimere questo concetto: Dio “porterà ai principi la pace”. Nel testo Masoretico, è il bambino regale che condivide la paternità divina verso il popolo.

* Principe della pace (sar shalôm): specifica direttamente l’opera di governo cui il bambino è chiamato per la pace sicura e stabile del popolo.