
Una cappella per il Beato Giovanni. Gli anni del passaggio della Verna all’Osservanza francescana non sono solo anni che vedono un rifiorire di spiritualità. Sono anche anni che preludono ad uno sviluppo del santuario. In questi anni vengono compilati degli inventari di libri ed arredi. Di tale patrimonio vengono fatti responsabili i consoli dell’Arte della Lana di Firenze. Inizia un modesto sviluppo edilizio ed artistico: ne sono testimoni gli affreschi (perduti) della cappella del B. Giovanni.
Per il passaggio della Verna all’Osservanza, QUI.
20 maggio 1432
Inventario dei libri e degli arredi redatto dai Frati Minori e e dalla Signoria di Firenze per ordine di papa Eugenio IV e del Ministro Generale (Archivio di Stato di Firenze, Arte della Lana n. 502; CD n. 3 p. 599-616).
Sono elencati 206 libri che si trovano in convento, 37 custoditi da due singoli frati, libri e arredi della chiesa (tra cui “un paio d‘organi”), le forniture della cella del vino, della canova, della cucina, del dormitorio, della sacrestia, e inoltre 36 arredi di sacrestia affidati a F. Pietro di Spagna, di cui il Compendium del Mariano dice: «laycus et magister novitiorum, cum quo animalia silvestria domestice conversabantur» – «laico e maestro dei novizi, con il quale gli animali del bosco conversavano (si comportavano) familiarmente» (AFH IV, p. 330).
1 marzo 1436 (Quamvis de Cunctis)
Eugenio IV costituisce i consoli dell‟Arte della Lana di Firenze protettori della Verna e responsabili degli edifici e degli arredi: «prefatae domus de Alvernia protectores, defensores facimus, constituimus et etiam deputamus» (Mariano p. 100; Wad. an. 1436 n. 19).
Una cappella per il Beato Giovanni
In un anno imprecisato, probabilmente sul finire del Trecento, sul luogo della cella del B. Giovanni (fatta di tavole e frasche) viene costruita una cappella: «Questa capella del beato Johanni antiquamente non era dipinta» (Mariano p. 83).
Dopo il passaggio della Verna agli Osservanti, «fu uno devoto frate della observantia… che fece dipigniere detta cappella (del B. Giovanni)… et dixemi anchora che el pictore fu anghiarese; onde poi quelli che la feciono ridipignere seghuitorono la ystoria che imprima a caso vi trovorono dipincta» (Mariano p. 83).
Dalle «Carte Taglianeschi» risulta che questo primo pittore, anghiarese, potrebbe essere Mastro Antonio di Nanni, fiorentino di origine (In La Cappella della Croce e Antonio pittore d’Anghiari, «Antichità vive» III (1964) 395-398, p. 397). Non si hanno altre indicazioni su questi affreschi perduti.
Visita illustre
Intanto, nel 1436, visita la Verna Alessandro I de’ Medici duca di Firenze (Canavese p. 133). Sarà solo la prima attestazione di visite da parte di personaggi autorevoli o famosi che nei secoli saliranno alla Verna.
Se foste saliti alla Verna ai primi del Quattrocento

Se foste saliti alla Verna ai primi del Quattrocento, avreste trovato una situazione pressoché immutata da molto tempo. Dopo la costruzione delle cappelle sul luogo della Prima Cella (fine Trecento), il santuario era ancora costituito solo dal polo di preghiera di S. Maria degli Angeli (con annesso conventino, 1250) e da quello della Scogliera delle Stigmate (1263-1264). Si viene ad aggiungere solo la cappella costruita per il Beato Giovanni sul luogo della sua cella, cappella che sarà affrescata dopo il passaggio della Verna agli Osservanti. È il quadratino remoto in alto a destra nella cartina. Ma grandi sviluppi si stanno preparando a beneficio dei pellegrini.