Briciole di storia alvernina (94). Una bella comunità

Una bella comunità

L’ultimo scorcio del Settecento proietta la società verso tempi inquieti, ma la Verna non ne è ancora toccata. La sua vita prosegue tranquilla, con una bella comunità numerosa dedita nei suoi vari componenti al servizio di Dio e degli uomini.

1789: Una bella comunità alla Verna

I religiosi della Verna sono 75, come stabilito dal Capitolo di Lastra a Signa il 30 aprile 1741. Sono 24 sacerdoti, 6 novizi chierici, 33 laici, 4 novizi laici, 8 terziari, su un totale di 404 religiosi che compongono la Provincia. L’età media è di 47 anni. Ben 40 sono del Casentino, 11 della Valle Tiberina, 8 di Romagna, 13 di altre zone della Toscana, 1 piemontese. 25 sono cercatori, 16 attendono ai servizi necessari al convento (tutti i laici e i terziari) (Fortunato Iozzelli, La visita del Vescovo d’Arezzo Niccolò Marcacci al Convento della Verna nel 1789, in IMA I 180-198, p. 186-192).

Una bella comunità operosa in cui ciascuno ha il suo incarico ed adempie al proprio dovere per il bene dei confratelli, dei poveri della zona e dei numerosi pellegrini, visitatori e viaggiatori che transitano di lì tutto l’anno.

I frati laici, cioè religiosi non sacerdoti, sono in numero superiore ai frati che hanno ricevuto gli ordini sacri. Adesso le scelte sono diverse, ma a quell’epoca era piuttosto un fatto di istruzione: chi aveva capacità di studio si avviava al sacerdozio, chi era incolto rimaneva semplice religioso. È a questi semplici frati, però, che si deve la vita dei conventi, ed anche il rapporto con la popolazione civile…

“Adì 20 gennaio 1791 [La Spezieria]

Fu fatto il focone di Lamiera di ferro e fu fatta la spesa dal Convento essendo Guardiano il Padre Lettore Anton Francesco di Monte Mignaio, e Speziale Frat. Angiolo da detto Luogo.

Il focone che si tiene in Spezieria era di Rame e fu mutato dal P. L. Giovambattista di Prato e lo fece rifare di lamiera di ferro l‘anno 1777 essendo Guardiano, e Speziale Fr. Angelo da M. Mignaio. Nel medesimo anno fu eretta la Via Crucis nell‘Infermeria, e le Croci furono fatte da Frat. Angiolo da Monte Mignaio a quel tempo Speziale” (Donzelli, Ibid.).