Un presepe nel Rivellino

Piombino: un presepe nell’antico Rivellino

Un presepe nel Rivellino? Possibile? Sembrerebbe contraddittorio. Il presepe è un simbolo di pace universale; un rivellino, per chi non lo sapesse, è una struttura di guerra; una fortificazione aggiunta a protezione della porta di una più grande fortificazione. È uno strumento di guerra, non altro; guerra difensiva, per la precisione. L’etimologia ci porta a re + vallare, cioè (da un verbo del tardo latino) fortificare di nuovo, quindi rafforzare una già esistente fortificazione. I rivellini potevano essere strutture provvisorie, onde non dare riparo al nemico ove se ne fosse impadronito, e in questo caso erano facilmente smantellabili.

Il complesso fortilizio del Torrione (1212) e del Rivellino (1447) in una foto del 1901. Di Nino Delogu – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=56623930

Il Rivellino di forma semicircolare costruito a Piombino non fu di questi: è ancora lì al suo posto e resiste ottimamente al trascorrere del tempo, come resistette agli Aragonesi. Fu edificato da Rinaldo Orsini nel 1447 e fu subito messo alla prova durante l’assedio del 1448, dimostrandosi efficace. Oggi ha naturalmente perso tutte le sue caratteristiche militari ed ospita mostre e manifestazioni varie. Per il Natale 2022 la sua grande porta si è aperta ad accogliere il bel presepe del Centro Storico.

Un presepe coi fiocchi

Un presepe coi fiocchi, messo in opera da una pluralità di enti e di volontari che hanno voluto sottolineare l’importanza delle feste di Natale allestendo la commovente scena della Natività in pieno centro storico. A giudicare dal numero di monete che i visitatori gettano nel laghetto nel bel mezzo della scena, un presepe molto popolare.

Un video QUI.

Il presepe del centro storico

Chi conosce Piombino solo per sentito dire o per ragioni di lavoro nell’industria può meravigliarsi di sapere che esiste, nella famigerata città dell’acciaio, un centro storico di tutto rispetto. Storico, eccome! L’abitato ha da poco compiuto mille anni, da quando nacque, PopulinumPlumbinum erede dell’antica Populonia, intorno alla fondazione del monastero di San Giustiniano (anno 1022); un centinaio di anni dopo si sviluppò in libero Comune (metà XII secolo), per essere infine assoggettato dalla Repubblica Marinara di Pisa. Il Rivellino che oggi ospita il presepe è proprio una fortificazione addossata all’antico Torrione, costruito in epoca pisana nel 1212 (un approfondimento QUI).

Il Rivellino risale invece all’epoca della Signoria degli Appiani, nata nel 1399 con questa famiglia proveniente da Pisa e divenuta, nel 1594, Principato. Piombino era appetibile per i conquistatori perché situato in una posizione strategica per le rotte marittime, e chi ne avesse conquistato il porto avrebbe avuto aperta una via per Firenze. Difesa da un lato dal mare, dall’altro da fortificazioni imponenti cui mise mano anche Leonardo da Vinci, la città fu sempre ben protetta. Se ne impossessò Napoleone e la donò alla sorella Elisa, poi con la Restaurazione  il Principato di Piombino si unì al Granducato di Toscana e ne seguì le sorti.

Della sua ricca storia rimangono molte testimonianze e un bel centro storico con un pittoresco porticciolo fronteggiante le Fonti di Marina (1248).

Il Rivellino oggi

Il Rivellino ha da tempo abdicato alle sue origini guerresche e si è dedicato alla cultura e alla pace. Quest’anno, ha ospitato un bel presepe frutto – come recita il cartello esplicativo – «dell’amicizia, della collaborazione, delle fatiche e dell’ingegno dei volontari»; seguono i nomi, tra cui riconosco in particolare quelli di Alessandro Belmonte, Paolo Caciagli, Franco Martinozzi. I loro ringraziamenti vanno a diversi enti e aziende, in primis l’Amministrazione comunale e poi altri, fra cui il Laboratorio scenografico dell’Isis  Carducci Volta Pacinotti, le Ferramenta Bientinesi, il Centro del Colore, Ceccanti Paolo, l’Associazione RioLab…

Il presepe, di tipo tradizionale con statue molto belle ed un accurato allestimento, mette in scena quei caratteristici particolari fuori contesto propri di questo genere di rappresentazione: i maiali a Betlemme di sicuro non c’erano, e probabilmente neppure le papere…

… e vi pare possibile che nel cesto di frutta portato da una contadinella alla Capanna si trovassero, duemila anni fa, le banane? Ma queste licenze poetiche non fanno che aumentare il valore del presepe, il quale non rimane relegato in una storia vecchia di duemila anni, ma entra nell’attualità, in ciò che l’uomo conosce, sente e fa oggi. È una rappresentazione della vita quotidiana, ed è proprio questo il Vangelo: una Buona Notizia recata oggi, qui e ora. Perciò, va bene così; anzi, benissimo.