
Secondo Farè, papa Ratzinger sapeva che alla sua morte sarebbe stato eletto un antipapa. Un antipapa bisognava evitarlo, ma un papa eretico sarebbe andato bene, perché ci avrebbe pensato lo Spirito Santo a convertirlo ed a farlo tornare sulla retta via, come nel caso di Pio II… Ma che sta dicendo? Devo correggere persino la citazione di Pio II come esempio di eretico che da Papa si sarebbe convertito!
Un papa eretico sarebbe andato bene? Persino l’esempio di Pio II è sbagliato…
Il dotto umanista Enea Silvio Piccolomini era solo un diplomatico e un uomo di mondo, e non era neppure suddiacono, quando si era schierato dalla parte dei conciliaristi, per mutare poi radicalmente posizione nel momento in cui una grave malattia lo spinse a cambiare vita. Divenuto successivamente sacerdote, vescovo e papa, non si può sostenere che sia stata la grazia di stato da Sommo Pontefice a fargli ripudiare l’eresia, dalla quale si era già allontanato 13 anni prima.
Un automatismo assurdo
Né si può ammettere questo tipo di automatismo profilato da Faré secondo cui un papa eretico sarebbe andato bene, perché un eretico divenuto papa lo Spirito Santo lo avrebbe fatto tornare sulla retta via. Difatti, la grazia di stato chiede pure la collaborazione umana per produrre frutti!
Né il papa è impeccabile: potrebbe cadere in ogni sorta di errore morale, tanto per iniziare. Devo fare l’elenco? Il dissoluto Giovanni XII, papa a 18 anni? Benedetto IX, che vendette la carica di Pontefice ad un amico? Sergio III, mandante di omicidi? Il simoniaco Niccolò III? Il corrotto Bonifacio VIII di dantesca memoria? Il famigerato papa Borgia?
L’eventualità del Papa eretico
Il papa potrebbe anche personalmente cadere nell’eresia. Si pensi a papa Zeffirino che tollerò l’adozionismo e sostenne, in un momento molto confuso, il monarchianesimo; all’uso che Onorio I fece della terminologia del monotelismo, per cui lo stesso papa venne condannato dal III Concilio di Costantinopoli [680-681]; a Dante che non si fa scrupolo di collocare papa Anastasio II all’inferno fra gli eretici…
Nel diritto canonico
E che l’automatismo invocato da Farè non esista lo conferma la dottrina del diritto canonico, che prevede due casi di cessazione di un Papa dall’ufficio pontificio oltre alla morte e alla rinuncia: la certa e perpetua pazzia o totale infermità mentale, e la notoria apostasia, eresia o scisma. In questi due casi, la sede apostolica è vacante dal momento della dichiarazione in merito da parte dei Cardinali.
Nella notoria apostasia, eresia e scisma, il Romano Pontefice potrebbe cadere, ma, secondo i canonisti, come «dottore privato» cioè con le sue personali opinioni senza impegnare l’assenso dei fedeli; perché, se facesse affermazioni eretiche volendo impegnare la sua autorità infallibile, decadrebbe ipso iure dal suo ufficio e quindi non le potrebbe fare in quanto Sommo Pontefice ex cathedra. Poiché «la prima sede non è giudicata da nessuno» (c. 1404), nessuno potrebbe deporre il Romano Pontefice, ma si avrebbe solo una dichiarazione del fatto da parte dei Cardinali, almeno di quelli presenti a Roma (stessa cosa per la pazzia o la totale infermità mentale appurate attraverso perizie mediche). Eventualità, invero, ritenuta totalmente improbabile per intervento della Divina Provvidenza a favore della Chiesa, e tuttavia, sebbene molto remota, possibile secondo la dottrina cattolica. Per tutto questo, vedere QUI l’articolo di Gianfranco Ghirlanda, tra l’altro citato a sproposito anche da Farè.
Insomma, Farè ha sbagliato per l’ennesima volta, denunciando la propria incompetenza non solo in storia ma anche in materia giuridica.