Lettura continua della Bibbia. I primi discepoli (Lc 5,1-11): un incontro concreto

Un incontro concreto
Gesù incontra i primi discepoli. Di Rembrandt – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=115564287

Il capitolo 5 di Luca, il capitolo del perdono, raggruppa quattro tipologie di peccatori perdonati e chiamati. Rispetto agli altri sinottici, Luca espande il racconto della vocazione dei primi discepoli mettendo in evidenza il ruolo particolare di Pietro.

Un incontro concreto

L’incontro con i primi discepoli avviene in un contesto di Parola: Gesù è assediato dalla folla che lo ascolta. Sta nascendo un popolo di ascoltatori, ma non si forma in modo casuale e indifferenziato. Fra tutti, qualcuno è scelto perché si prenda cura degli altri: qualcuno che non è una persona senza macchia e senza paura, qualcuno che quanto gli altri, e prima degli altri, ha bisogno di perdono.

L’incontro però sembra casuale: avviene su una sponda, dove i pescatori si dedicano al lavoro ordinario di quando sono a terra, la manutenzione delle reti. Una scena familiare anche nei nostri posti di mare, una scena di vita normale, quando non ci si attende nessuna sorpresa: tutto si svolge così da innumerevoli generazioni. Luca, più realisticamente, chiama lago quello che ebraicamente si denominava mare di Galilea. È uno specchio d’acqua chiusa tra le montagne, di 21 km per 12, un lago pescoso che dava lavoro e nutrimento ai paesi costruiti sulle sue sponde.

Simone il pescatore non è un indigente, possiede una barca sua, eppure si riconosce come essere-di-bisogno. Ha bisogno di cibo per la sua tavola, il pesce; ha bisogno di cibo per la vita dello spirito, la Parola e la misericordia del Signore. Quello che sa di avere, lo mette a disposizione del Maestro: la barca, perché da essa parli alla folla.

Una vera barca

Gesù dunque siede in atteggiamento di maestro su una normale barca di pescatore. La barca di Simone – Pietro è divenuta simbolo della Chiesa, anche per le tempeste che dovrà affrontare, ma al tempo di Gesù non è una metafora, è una realtà concreta fatta di legno, come concreta è l’umanità del Cristo fatta di questa nostra carne. È significativo anche che Gesù si distacchi materialmente dall’assembramento della folla per essere visibile e udibile da tutti: allontanarsi per essere vicino, questo sarà il paradosso dell’Ascensione. Pane per la mente ed il cuore, non basta la Parola per i bisogni dell’uomo, occorre anche il nutrimento che sostenga il corpo, perché l’uomo di questo è fatto. È proprio l’accettazione di questo cibo fisico dalla potenza del Signore a richiedere una fede che esca dalla routine del quieto vivere e accolga l’invito ad un di più.