Quarta Lamentazione: un crescendo di orrore

Un crescendo di orrore. James Tissot (1836 – 1902), La deportazione dei prigionieri
James Tissot (1836 – 1902), La deportazione dei prigionieri

Un crescendo di orrore la quarta Lamentazione. Rimandiamo alla fine la lettura della terza, che essendo stata disposta al centro del libro ne rappresenta il cuore.

Tempo di Guerra

Quarantatreesimo giorno

Ricostruire la pace. Foto di Rosy Ziegler da Pixabay
Foto di Rosy Ziegler da Pixabay 

Ministero della Difesa russo: alle 14.20 ora di Mosca di giovedì 7 aprile è stato lanciato con successo un razzo Soyuz-2.1b di medie dimensioni con un satellite del ministero della Difesa russo. È un satellite militare.

Difesa Usa: le forze russe si sono completamente ritirate da Kiev e Chernihiv. La Russia ha lanciato più di 1.450 missili contro l’Ucraina dall’inizio dell’invasione. Entro una o due settimane al massimo, l’esercito russo passerà a una posizione difensiva. Sokov, analista al Center for Disarmament and Non‑Proliferation di Vienna: nel frattempo, cercheranno di conquistare le regioni di Luhansk e Donetsk. Quello che accadrà nei prossimi giorni sarà quindi decisivo perché «i russi non hanno più le risorse per continuare questa guerra di posizione, in cui si combatte per ogni metro quadrato». 

Pesanti combattimenti proseguono nell’est del Paese e Kiev invita i residenti delle regioni di Lugansk, Donetsk e Kharkiv ad evacuare. A Mariupol i soldati russi avrebbero allestito crematori mobili per bruciare i corpi degli uccisi. Kiev denuncia la scomparsa di oltre 400 persone da Gostomel.

Il governatore della regione di Kharkiv, Oleg Sinegubov, ha affermato che non è possibile evacuare i civili dalla città di Izyum né mandarvi aiuti umanitari in quanto l’insediamento è sotto il completo controllo dei russi. 

Erano 4mila le persone in attesa alla stazione di Kramatorsk, nel Donetsk, quando lo scalo è stato colpito da un attacco missilistico. Nella stazione si trovavano soprattutto anziani, donne e bambini in attesa di un treno per lasciare la città orientale, che sarebbe obiettivo di un’imminente offensiva russa. 

Gli orrori della guerra

Sindaco di Bucha Anatoly Fedoruk: «Fino a ieri sera erano 320 i civili trovati uccisi. Gli specialisti stanno ora lavorando sui corpi: specialisti forensi, agenti delle forze dell’ordine, ma il numero di corpi scoperti cresce ogni giorno. Si trovano in tenute private, parchi, piazze, dove era possibile, quando non c’erano bombardamenti, seppellire i corpi. La gente cercava di seppellire i morti in modo che i cani non li portassero via. Quasi nel 90 per cento dei casi sono ferite da proiettili, non schegge».

Washington Post: le agenzie di intelligence tedesche hanno intercettato messaggi radio dei militari russi, intenti a discutere dell’uccisione indiscriminata dei civili in Ucraina. In due diverse comunicazioni i soldati russi discutono degli interrogatori sia dei militari che dei civili ucraini e di come questi vengano poi giustiziati. 

In un video girato a Gostomel, cittadina vicino Bucha, si vedono i corpi di undici civili sul pavimento di un garage. Secondo quanto riferisce Avakov, ex ministro degli Interni dell’Ucraina, i testimoni affermano che «i cecchini russi si sarebbero addestrati sui civili e poi avrebbero nascosto i corpi nel garage». 

Testimonianze degli abitanti di Obukhovychi alla BBC: le truppe russe hanno usato i civili come scudi umani per proteggersi dal contrattacco delle forze ucraine. La notte del 14 marzo, secondo le testimonianze, i militari russi sarebbero andati di porta in porta raccogliendo, sotto la minaccia delle armi, circa 150 abitanti del villaggio; li avrebbero poi ammassati nella palestra di una scuola, usata come scudo di protezione per le forze russe. 

Il sindaco di Irpin Alexander Markushin ha affermato che i russi in città hanno prima sparato alle persone e poi sono passati sui corpi con i carri armati. «Dopo la liberazione di Irpin abbiamo dovuto raccogliere i resti con le pale».

Continuano le evacuazioni di civili, in vista di una prossima offensiva russa contro il Donbass. Governatore della regione di Lugansk, Serghei Gaidai: «siamo riusciti solo oggi a far partire oltre 1.200 persone», in condizioni difficili poiché i bombardamenti continuano senza sosta. «Chiedo alla gente di andarsene perché vediamo chiaramente che, prima di passare all’offensiva totale, il nemico distruggerà completamente tutti questi luoghi».

Sindaco di Mariupol, Vadym Boichenko: oltre 5mila civili, compresi 210 bambini, sono stati uccisi a Mariupol dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

Sono 4.676 le persone evacuate oggi dalle città assediate dell’Ucraina tramite i corridoi umanitari. Lo ha detto la vice premier Iryna Vereshchuk.

Mare Nostrum

Nel Mediterraneo sono presenti navi da guerra russe, una delle quali è stata segnalata a meno di 400 miglia nautiche dalla Calabria. Secondo varie fonti le navi russe starebbero tallonando tre portaerei occidentali, l’americana Truman, la francese De Gaulle e l’italiana Cavour. Pa re che la permanenza della flotta russa in quel tratto di mare sia causata anche da un problema: in base alla Convenzione di Montreux del 1936, la Turchia ha chiuso il Bosforo alle navi da guerra coinvolte nel conflitto, perciò la flotta russa nel Mediterraneo non può rientrare nelle sue basi nel Mar Nero.

Inoltre, la lunga permanenza fuori dalle basi avrebbe causato anche alcuni problemi logistici come necessità di riparazioni.  Inizialmente le navi da guerra russe erano state segnalate in sosta al largo della Siria, stretta alleata del Cremlino, dove avrebbe goduto della protezione dei sistemi militari della zona. Sarebbero almeno tre i sottomarini presenti nelle acque del Mediterraneo: mezzi che hanno a disposizione missili cruise Kalibr, che dal mar Ionio possono colpire in Ucraina.

Comunità internazionale

Onu: la risoluzione per sospendere la Russia dal Consiglio per i diritti umani è stata approvata con 93 voti a favore, 24 contrari e 58 astenuti. Per l’approvazione serviva la maggioranza dei due terzi dei Paesi votanti (193 membri delle Nazioni Unite); le astensioni non contano. Dall’invasione russa dell’Ucraina, il 24 febbraio, l’Assemblea Generale Onu aveva già adottato altre due risoluzioni: la denuncia di Mosca per l’aggressione (141 voti a favore), e una risoluzione sulla situazione umanitaria (140 a favore). 

Fra i voti contrari, oltre alla stessa Russia: Algeria, Bolivia, Burundi, Cina, Congo, Cuba, Corea del Nord, Eritrea, Etiopia, Gabon, Iran, Kazakistan, Mali, Nicaragua, Siria, Uzbekistan. Zimbabwe.

Fra gli astenuti: Angola, Bangladesh, Brasile, Cambogia, Egitto, India, Indonesia, Iraq, Giordania, Kenia, Kuwait, Madagascar, Malesia, Maldive, Messico, Mongolia, Mozambico, Nepal, Nigeria, Pakistan, Qatar, Arabia Saudita, Senegal, Singapore, Sud Africa, Sri Lanka, Sudan, Tailandia, Togo, Tunisia, Uganda, Emirati arabi, Tanzania, Yemen.

Parlamento europeo: con 513 i voti favorevoli, 19 astensioni e 22 contrari, approvata la risoluzione che chiede più sanzioni verso la Russia, compreso l’import di energia. Chiesta anche l’esclusione della Russia dal G20 e da altre organizzazioni multilaterali.

Espulsioni

Il ministero degli Esteri austriaco ha annunciato l’espulsione di quattro diplomatici russi, tre dell’ambasciata a Vienna e uno del consolato a Salisburgo, per il comportamento incompatibile con il loro status di diplomatici. Si tratta di un passo simbolico, visto che sono 146 le persone accreditate dalla Federazione russa sul territorio austriaco. Se si aggiunge il personale delle organizzazioni internazionali e dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), il numero sale a 290. In Russia sono invece accreditate 33 persone dall’Austria, inclusi 15 diplomatici. Il Ministero degli esteri russo ha avvertito che i paesi che espellono diplomatici russi «riceveranno dure risposte».

Siamo indecenti

Ministero degli Esteri russo: la posizione della leadership italiana sulle sanzioni anti-russe è «indecente» in quanto a Roma si sono dimenticati che la Russia e la Cina sono state le prime nazioni a fornire assistenza durante la pandemia. L’Italia «probabilmente ha dimenticato chi le tese una mano in quel momento difficilissimo. E ora la sua leadership è in prima linea in un attacco al nostro Paese. Questa non è la posizione dei cittadini italiani che scrivono di vergognarsi del loro governo, che si dissociano da questa posizione».

Mario Draghi dopo l’incontro con il primo ministro Olandese Mark Rutte: «Sanzioni indecenti? Di indecenti ci sono solo i massacri che vediamo tutti i giorni».

Profughi

Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi a Rai News 24: «La scuola italiana ha dimostrato ancora una volta grande accoglienza. Sono quasi 15 mila i ragazzi ucraini che sono già inseriti nelle nostre scuole soprattutto tra i 3 e i 13 anni. I più grandi stanno seguendo le lezioni a distanza proposte dal ministero ucraino: il quadro permette ai ragazzi di trovare serenità qui in Italia».

Quarantaquattresimo giorno

Un crescendo di orrore: pace agli uomini! Foto di Shrooomy da Pixabay 
Foto di Shrooomy da Pixabay 

Ministero della Difesa britannico: «Nel nord le forze russe si sono ora completamente ritirate dall’Ucraina verso Bielorussia e Russia; almeno alcune di queste forze verranno trasferite nell’est dell’Ucraina per combattere nel Donbass. Molte di queste forze avranno bisogno di un rifornimento significativo prima di essere pronte a dislocarsi ulteriormente ad est». Per un qualunque dispiegamento massiccio dal nord ci vorrà come minimo una settimana. Le forze russe continuano a bombardare le città meridionali e orientali ucraine. 

L’indice del prezzo alimentare della Fao è salito del 12,6% a marzo rispetto a febbraio, toccando un nuovo record dalla sua creazione nel 1990. 

Il perfezionamento dell’arte di uccidere

L’esercito ucraino controlla l’intera regione di Sumy, nel Nord-Est del Paese. Tuttavia il territorio non è ancora sicuro, perché l’esercito ucraino dovrà prima localizzare e neutralizzare le mine lasciate dalle forze russe. L’arma, POM-3, viene lanciata in territorio nemico tramite un lanciarazzi, e cade a terra senza esplodere con l’aiuto di un paracadute. Questo tipo di mina ha un sensore sismico che riconosce i passi degli esseri umani distinguendoli da quelli degli animali: quando la mina rileva il passaggio di una persona, lancia una carica esplosiva che detona in aria.

Secondo James Cowan, direttore dell’organizzazione HALO Trust che aiuta i Paesi a ripulire il terreno dalle mine antiuomo, queste armi comportano una minaccia per la quale non sono ancora preparati. «Avremo bisogno di qualche donatore che ci permetta di procurarci dei robot, così da poter disinnescare queste mine a distanza»:, potrebbero volerci oltre 2mila lavoratori per ripulire l’Ucraina. L’utilizzo delle mine antiuomo è stato proibito nel 1997 da 164 paesi, tra i quali non ci sono però la Russia e gli Stati Uniti.

Consigliere presidenziale ucraino Oleksiy Arestovych: le forze armate russe hanno colpito la stazione ferroviaria di Kramatorsk con un missile Iskander. Più di 50 persone sono state uccise, 100 persone sono rimaste ferite. «Tali attacchi sono preceduti
da un’accurata ricognizione del bersaglio, hanno perfettamente visto che stavano colpendo civili». Secondo il ministero della Difesa russo, l’attacco è stato compiuto da un battaglione missilistico ucraino dalla località di Dobropolye allo scopo di «impedire ai civili di partire» per usarli come scudi umani da parte dell’esercito ucraino.

Evacuazioni ed espulsioni

La vice premier ucraina, Iryna Vereshchuk, ha annunciato l’apertura di 10 corridoi di
evacuazione per l’evacuazione di civili, che comprendono Mariupol e la regione di Lugansk. 

Il Giappone ha dichiarato otto diplomatici russi «persona non grata». La Finlandia ha deciso di espellere due diplomatici russi e di non rinnovare il visto a un terzo, in seguito all’aggressione militare russa nei confronti dell’Ucraina. La Russia ha deciso l’espulsione di 45 dipendenti dell’ambasciata e del consolato della Polonia, in risposta alla decisione del ministro dell’Interno polacco di espellere «45 spie russe che si spacciano per diplomatici».

Quarta Lamentazione: un parossismo di orrore

Un crescendo di orrore negli occhi degli uomini. Foto di pubblico dominio

L’articolo precedente QUI.

Un video QUI.

Come abbiamo detto, il titolo ebraico del libro delle Lamentazioni è ’Ekhah, che deriva dalla prima parola del testo, parola con cui inoltre iniziano le prime quattro Lamentazioni. ’Ekhah è forma poetica della parola ’ekh, che significa “come?”, “come mai?”.

Si è notato che la sequenza delle quattro consonanti che la compongono, alef, yod, kaf, he, si trova per la prima volta (con differente vocalizzazione) in Genesi 3,9: ’Ayyekkah, Dove [sei]? È la domanda che Dio rivolge all’adam, all’umanità, dopo la colpa. Cioè, la parola di orrore che sgorga spontanea nel lamento sulla rovina del popolo viene originata dall’allontanamento da Dio che il peccato ha causato. Il lamento per la distruzione è generato dal dramma originario dell’uomo, impresso in ogni persona, del distanziamento da Colui che è la fonte della vita e della felicità. Dio però sempre cerca di raggiungere l’uomo anche nel suo peccato per richiamarlo a sé.

Poiché l’immagine della città e del popolo è tipicamente femminile (signora tra le province, figlia del mio popolo, figlia di Sion, figlia di Giuda, figlia di Gerusalemme), ma in un contesto di derelizione e di lutto, le Lamentazioni si presentano come un anti-Cantico, in totale contrasto con il Cantico dei Cantici che invece rappresenta il trionfo dell’amore sponsale, letto da Israele e poi dalla Chiesa come simbolo dell’amore di Dio per il suo popolo. Anche nel Cantico dei Cantici, però, è presente l’aspetto della ricerca affannosa, della perdita, dell’angoscia, superato ogni volta dal possesso.

Quarta Lamentazione: un crescendo di orrore

Preferisco rimandare alla fine di questa serie di articoli la terza Lamentazione, che, trovandosi al centro fra le altre quattro, rappresenta il cuore del libro, e su cui viene posta un’evidente enfasi, visto che è composta di 66 versetti, il triplo delle altre. Vedremo dopo che cosa avrà da dirci.

La quarta, invece, continua sulla linea della seconda, in un crescendo di orrore. La quarta Lamentazione, sempre concepita secondo lo schema dell’acrostico, descrive infatti nuovamente la distruzione di Gerusalemme, sopratutto del tempio. Lo fa con toni ancora più drammatici, giungendo a rimarcare addirittura episodi di antropofagia dettati dalla fame (già notati in Lam 2,20).

Desolazione e fame (1-5)

L’agiografo torna a contemplare la condizione miseranda in cui versa Gerusalemme, paragonabile all’oro alterato e annerito, alle pietre sante disperse per le strade.

Non solo gli abitanti di Gerusalemme hanno perso la loro dignità agli occhi dei popoli, ma essi stessi sono divenuti, per il troppo dolore, disumani, spietati verso i loro propri figli.

Qui viene chiamato in causa il mondo animale, come esempio per gli uomini. Persino gli animali più selvaggi e impuri come gli sciacalli  hanno pietà dei loro cuccioli e li nutrono amorevolmente. Il vocabolo tan, qui di significato incerto, è tradotto con draghi dai LXX e con lamiae da San Gerolamo dove indica lo sciacallo e la civetta, ma anche la lamia, una strega che mangia i bambini. Esseri mitologici mostruosi, o animali abominevoli che siano, queste creature amano i loro piccoli.

Ma la fame ha tolto umanità agli abitanti di Gerusalemme: le madri di Israele sono divenute come gli struzzi del deserto che abbandonano i loro piccoli. Questo è un pregiudizio biblico radicato: lo struzzo, ammirato per la sua corsa velocissima (può raggiungere i 70 km all’ora, con punte di 100), viene considerato un animale stolto, privo di intelligenza, che abbandona le uova al suolo e non se ne cura minimamente (Gb 39,13-18).

Il che è palesemente una calunnia, perché il povero animale, essendo un corridore incapace di volare, non può che deporre le uova in una buca del terreno. Però questa viene accuratamente nascosta, e le uova, ricoperte di sabbia, possono giungere alla schiusa senza neppure bisogno di cova. Ma i genitori sono all’erta, e appena i piccoli nascono li conducono a cercare il cibo. Sono così abili che in due settimane sono già autonomi: ecco le ragioni del pregiudizio secondo cui questo povero animale mancherebbe di senso materno.

In Gerusalemme regnano miseria e carestia. I bambini, le vittime innocenti, non hanno di che vivere. Ma questo vale per tutti, anche per i ricchi: dalle leccornie all’inedia; dalla porpora e dal bisso al letame.

Lo splendore passato e la miseria presente (6-10)

Il confronto con Sodoma è un classico nella letteratura biblica: la grande città iniqua, in cui gli stranieri venivano trattati come merce e violati, fu distrutta in un momento dalle forze della natura, e questa distruzione fu dovuta ai suoi peccati. Ma ancora più grave è il peccato di Gerusalemme, e peggiore la sua punizione. È ormai un pallido ricordo la bellezza della sua gioventù: tutti sono sfiniti e stremati dalla fame, tanto che donne compassionevoli sono giunte al massimo della spietatezza, a cucinare i propri figli.

Il peccato dei capi e l’ira del Signore (11-16)

Torna il tema dell’ira di Dio: ma questa è causata da precise responsabilità, quelle dei capi, sacerdoti e profeti, che hanno commesso iniquità versando il sangue innocente del giusto. L’agiografo fa rimarcare il legame tra sofferenza (in questo caso, disastro nazionale) e peccato: ogni peccato attira su di sé il castigo.

Come abbiamo notato precedentemente, la colpa può anche avere una vasta conseguenza sullo stesso che l’ha commessa e sui suoi, perché nessuna azione è neutra, indifferente, ma ognuna ricade, in bene o in male, sugli oggetti dell’azione ed anche su chi la commette. È nell’esperienza di tutti, credo, che ci siano persone che trasmettono il bene intorno a loro, a chi viene con loro in contatto, e come ci siano, per converso, persone che si fanno portatrici di male, ne contagiano gli altri, anche involontariamente. Il male, scrisse C.S. Lewis, spesso ha bisogno solo di servi sciocchi: persone che per i motivi più disparati, anche senza intenzione, si asserviscono ad una logica diabolica di potere e di sopraffazione.

Vana speranza negli uomini (17-22)

Inutile attendere aiuto dagli uomini. Il soccorso sperato dall’Egitto fu vano, il grande stato antagonista dell’impero babilonese con poteva salvare (4,17). Il re stesso, colui che dà respiro al popolo, l’unto del Signore, è stato fatto prigioniero (4,20). Ma gli edomiti, che avevano dato man forte ai distruttori e approfittato dell’invasione per occupare parti della Giudea, dovranno affrontare a loro volta il castigo, mentre la figlia di Sion avrà colmato la misura della sua punizione (4,21-22). Con questa tenue parola di speranza si conclude questa cruda Lamentazione.

Il testo

Desolazione e fame (1-5)

1 Come si è annerito l’oro,
come si è alterato l’oro migliore!
Sono disperse le pietre sante
all’angolo di ogni strada.
2I preziosi figli di Sion,
valutati come oro fino,
come sono stimati quali vasi di creta,
lavoro delle mani di vasaio!
3Persino gli sciacalli porgono le mammelle
e allattano i loro cuccioli,
ma la figlia del mio popolo è divenuta crudele
come gli struzzi nel deserto.
4La lingua del lattante si è attaccata
al palato per la sete;
i bambini chiedevano il pane
e non c’era chi lo spezzasse loro.
5Coloro che si cibavano di leccornie
languiscono lungo le strade;
coloro che erano allevati sulla porpora
abbracciano letame.

Lo splendore passato e la miseria presente (6-10)

6Grande è stata l’iniquità della figlia del mio popolo,
più del peccato di Sòdoma,
la quale fu distrutta in un attimo,
senza fatica di mani.
7I suoi giovani erano più splendenti della neve,
più candidi del latte;
avevano il corpo più roseo dei coralli,
era zaffìro la loro figura.
8Ora il loro aspetto s’è fatto più scuro della fuliggine,
non si riconoscono più per le strade;
si è raggrinzita la loro pelle sulle ossa,
è divenuta secca come legno.
9Più fortunati gli uccisi di spada
che i morti per fame,
caduti estenuati
per mancanza dei prodotti del campo.
10Mani di donne, già inclini a pietà,
hanno cotto i loro bambini,
che sono divenuti loro cibo
nel disastro della figlia del mio popolo.

Il peccato dei capi e l’ira del Signore (11-16)

11Il Signore ha consumato la sua collera,
ha rovesciato l’ira ardente;
ha acceso in Sion un fuoco
che ha divorato le sue fondamenta.
12Non credevano i re della terra
e tutti gli abitanti del mondo
che l’avversario e il nemico sarebbero penetrati
entro le porte di Gerusalemme.
13Fu per i peccati dei suoi profeti,
per le iniquità dei suoi sacerdoti,
che versarono in mezzo ad essa
il sangue dei giusti.
14Costoro vagavano come ciechi per le strade,
insozzati di sangue,
e non si potevano neppure
toccare le loro vesti.
15«Scostatevi! Un impuro!», si gridava per loro,
«Scostatevi! Non toccate!».
Fuggivano e andavano randagi tra le genti,
non potevano trovare dimora.
16La faccia del Signore li ha dispersi,
egli non continuerà più a guardarli;
non si è avuto riguardo dei sacerdoti,
non si è usata pietà agli anziani.

Vana speranza (17-22)

17Ancora si consumavano i nostri occhi,
in cerca di un vano soccorso.
Dal nostro osservatorio scrutavamo
verso una nazione che non poteva salvarci.
18Hanno spiato i nostri passi,
impedendoci di andare per le nostre piazze.
Prossima è la nostra fine, sono compiuti i nostri giorni!
Certo, è arrivata la nostra fine.
19I nostri inseguitori erano più veloci
delle aquile del cielo;
sui monti ci hanno inseguiti,
nel deserto ci hanno teso agguati.
20Il soffio delle nostre narici, il consacrato del Signore,
è stato preso in un agguato,
lui, di cui dicevamo: «Alla sua ombra
vivremo fra le nazioni».
21Esulta pure, gioisci, figlia di Edom,
che abiti nella terra di Us;
anche a te arriverà il calice,
ti inebrierai ed esporrai la tua nudità.
22È completa la tua punizione, figlia di Sion,
egli non ti manderà più in esilio;
ma punirà la tua iniquità, figlia di Edom,
svelerà i tuoi peccati.