
Per constatare la situazione esterna, Noè invia fuori della finestra dell’arca (che si trova praticata nel soffitto, quindi non permette di vedere giù) un corvo secondo la tradizione P, e una colomba secondo la tradizione J. Nel poema di Gilgamesh, Utnapishtin rilascia anche una rondine.
Un corvo e una colomba: il testo
Genesi 8 6 Dopo quaranta giorni, Noè aprì la finestra che aveva fatta nell’arca 7 e mandò fuori il corvo, il quale uscì, andando e tornando, finché le acque furono prosciugate sulla terra. 8 Poi mandò fuori la colomba per vedere se le acque fossero diminuite sulla superficie della terra. 9 La colomba non trovò dove posare la pianta del suo piede e tornò a lui nell’arca, perché c’erano le acque sulla superficie di tutta la terra; ed egli stese la mano, la prese e la portò con sé dentro l’arca. 10 Aspettò altri sette giorni, poi mandò di nuovo la colomba fuori dell’arca. 11 E la colomba tornò da lui verso sera; ed ecco, aveva nel becco una foglia fresca d’ulivo. Così Noè capì che le acque erano diminuite sopra la terra. 12 Aspettò altri sette giorni, poi mandò fuori la colomba; ma essa non tornò più da lui.
Una prassi storica
L’invio del corvo è una prassi attestata da documenti indiani e babilonesi che parlano di relazioni commerciali fra le Indie e la Mesopotamia. Gli antichi navigatori portavano con sé un corvo che rilasciavano in prossimità della meta: se esso avvertiva la vicinanza della terra, vi si dirigeva indicando la direzione; altrimenti rimaneva sulla nave.
Il corvo
L’attuale testo ebraico afferma che il corvo rientrò nell’arca, mentre i Settanta, la Peshitta e la Volgata, insieme a numerosi manoscritti masoretici, dicono il contrario (l’edizione critica della Volgata omette il non che è presente nell’edizione sisto-clementina).
Nella Bibbia, il corvo (‘oreb) è un animale considerato impuro (cioè inidoneo all’alimentazione e al sacrificio), ma tutto sommato è presentato in una luce positiva: Dio ha cura dei suoi piccoli che gridano a lui, e si serve dei corvi per portare il cibo al profeta Elia (1 Re 17,2-6). Gesù ne farà un modello di abbandono fiducioso alla divina Provvidenza (Lc 12,24).
La colomba
La colomba (ebraico yonah) è un simbolo bilico ancora più importante, grazie anche a questo brano, perché tornando all’arca con un ramoscello di ulivo simboleggia la pace. Ma la colomba del diluvio, che aleggia sulle acque, rimanda anche all’episodio sinottico del battesimo di Gesù in cui lo Spirito Santo scende su di lui in forma come di colomba; d’altro canto, per l’azione di aleggiare è richiamata anche dalla ruach di Dio, lo spirito di Dio che aleggia sulle acque della creazione. È, dunque, anche simbolo di vita. Infatti, annuncia che la terra si è prosciugata, e che la vita può tornare a fiorire.