
Mentre si continuano ad avere piccole acquisizioni come l’altare di S. Michele e la cappella delle Reliquie, prosegue da parte dei superiori Riformati ogni possibile adeguamento della Verna alla Regola più stretta.
1635: un altare e una cappella

Si costruisce nella chiesa grande un secondo altare a sinistra (cappella di S. Michele arcangelo, con la spesa di mille scudi da parte di Ottaviano Bucci da Talla) e, a destra, la cappella delle Reliquie a spese del Marchese Filippo Nicolini, con armadio per le reliquie del Convento (Cutigliano p. 5).
1636: il Compendio del Menabbio
Sempre sotto il governo del P. Alessandro da Barga, che la promosse, si ha la pubblicazione in Firenze del Compendio delle maraviglie del sacro Monte della Verna del P. Francesco da Menabbio. L’opera avrà una ventina di riedizioni, venendo a costituire per tre secoli una sorta di guida ufficiale della Verna (v. anno 1884).
La processione notturna
È questo storico il primo a menzionare come prassi costante e consolidata la processione notturna:
“In quel luogo si viene ogni giorno e notte a processione, recitando l‘officio della Madonna o cantando altri inni” (p. 93).
Non menzionata ancora né dal Moroni (1612) né dal Savelli (1616-17), sembra che l’obbligo quotidiano della processione notturna sia stato introdotto nel ventennio successivo.
29 aprile 1636: Non si accettino paramenti
Il Capitolo Custodiale ordina al Guardiano, sotto pena della privazione dell’ufficio, “che non si accetti più argentaria di sorte alcuna né tampuoco paramenti per la sagrestia et in caso che ne fossero offerti dovrà con tre discreti del Convento visitare prima la Sagrestia et fare constare che vi sia bisogno di tal paramento, caso che lo voglia accettare” (Lib. Custodiae II, p. 169).
24 aprile 1637: Non si accettino denari
Ordini della Congregazione Custodiale tenuta alla Verna:
“1) Quanto al Convento del Sagro Monte della Verna si ordina che il Sindicho o Procuratore secolare non si tenga più in Convento, né fuori in case contigue o vicine.
2) Che li frati deputati ad insegnare o mostrare li Santuarij esortino efficacemente li Pellegrini a non mettere danari in detti Santuarij et il medesimo all‘occorrenza faccino tutti li altri frati.
3) Che non si cerchino più zampetti né Agnelli né si tenga più il pecoraro di essi, ma essendo dati per elemosina si possono ricevere secondo il bisogno del Convento”
(Lib. Custodiae II p. 182 s.).