Trent’anni giusti di Jurassic Park. 9 giugno 1993: viene proiettata l’anteprima a Washington. 11 giugno: debutto nelle sale americane. Poi via, dal 25 giugno, in tutto il mondo (il 17 settembre in Italia). È stato un film che è riuscito a cambiare l’immaginario e il linguaggio collettivo. Come mai?
L’autore
Merito di Michael Crichton, certamente, autore del romanzo e sceneggiatore del film. Per un caso più unico che raro, i diritti del libro (un milione e mezzo di dollari, più percentuale sull’incasso, e un altro mezzo milione perché l’autore adattasse il romanzo al film) furono acquistati prima che questo venisse pubblicato nel 1990, anche se poi occorsero tre anni per realizzare la pellicola. Il romanzo Jurassic Park è un libro impegnativo, vale la pena di leggerlo.
Il regista
Merito anche, e forse soprattutto, del regista Steven Spielberg. I suoi film, veramente, hanno colpito e cambiato l’immaginario collettivo: si pensi anche solo a Lo Squalo (1975), la saga di Indiana Jones (dal 1981), E.T. (1982). Film che sono entrati nel nostro linguaggio, e così è per Jurassic Park.
I dinosauri
È anche merito dei dinosauri, animali affascinanti perché così lontani da noi, ricreati con tecniche digitali dalla Industrial Light & Magic allora all’avanguardia. Fu consultato il paleontologo Jack Horner perché le bestie, secondo le indicazioni di Spielberg, fossero percepite come animali e non come mostri. Ci volle quasi un anno per le riprese che includevano i dinosauri, ma gli effetti visivi risultarono un capolavoro. Lasciamo perdere se del Giurassico i dinosauri sono solo due e gli altri sono di altri periodi; lasciamo perdere se nella realtà paleontologica il dilofosauro non aveva il collare retrattile e non sputava veleno, se il T-Rex non poteva correre a 50 km all’ora, se il velociraptor era alto come un tacchino… non è un documentario, è fantascienza, è avventura e va pure concessa qualche licenza poetica.
Le scene sono estremamente realistiche. Per la maggior parte del film furono utilizzati animatronic (pupazzi robotici): vedere QUI le prove dei movimenti di Rexy. Rexy pesava 8 tonnellate e quando la giornata era piovosa faceva corto circuito e iniziava a muoversi da sola, con grande spavento, le prime volte, della troupe.
Per una parte delle scene, invece, fu utilizzata, per la prima volta in grande stile nella storia del cinema, la tecnologia digitale. Queste scene occupano solo una quindicina di minuti in un film che dura più di due ore: ed è anche difficile distinguere i dinosauri digitali dagli animatronic (vedere esempi di realizzazione QUI).
La musica
Merito della musica encomiabile di John Williams, con John Neufeld e Alexander Courage. Una musica che di volta in volta vuol trasmettere – e ci riesce – soggezione e fascino (l’incontro con un mondo perduto), contentezza ed eccitazione (la prima apparizione di dinosauri vivi), oppure terrore (T-Rex e raptor).
QUI la colonna sonora di Jurassic Park in concerto, con un ospite speciale alla fine.
QUI, un singolo musicista che al computer riproduce tutte le voci di un’orchestra (Voice Orchestras) suonando il tema principale di Jurassic Park.
Gli attori
Infine, merito degli attori, veramente azzeccati. Sam Neill fu scelto a preferenza di Harrison Ford, si pensi un po’; la parte di Ian Malcolm andò a Jeff Goldblum scartando Jim Carrey – e meno male! Per John Hammond si pensò niente meno che a Sean Connery, ma poi fu scelto Richard Attenborough.
Nel marzo 1994, Jurassic Park ha vinto i tre Oscar per i quali aveva ricevuto la nomination: miglior montaggio sonoro, miglior sonoro e migliori effetti speciali. Nella stessa cerimonia, Spielberg, il montatore Michael Kahn e il compositore John Williams hanno vinto gli Academy Awards per il film Schindler’s List.
La saga
La paleontologia ha avuto giovamento dalla saga di Jurassic Park perché dalla popolarità dei film ha ricevuto grande interesse e grandi impulsi, compiendo altre scoperte.
Dopo l’enorme successo del film, Crichton ha scritto un sequel, The Lost World, adattato per il cinema come Il mondo perduto – Jurassic Park (1997), sempre per la regia di Spielberg. Un terzo film, Jurassic Park III, è uscito nel 2001, diretto da Joe Johnston; Spielberg ne era il produttore esecutivo. La saga è proseguita con una seconda parte, Jurassic World, costituita da tre film: il primo nel 2015, poi Jurassic World – Il regno perduto (2018) e Jurassic World – Il dominio (2022).
In ognuno di questi film ci sono scene memorabili. In particolare, fu il primo a registrare negli occhi e nella mente degli spettatori la scena magistrale in cui l’avvicinarsi pesante del T-Rex viene paurosamente avvertito grazie al tremolio dell’acqua in un bicchiere. Io ne ho in mente un’altra ancora più geniale: il ticchettio dell’unghiolo del velociraptor sul pavimento della cucina mentre si guarda intorno cercando i ragazzi. Sta pensando.
Un articolo di approfondimento QUI.