Lettura continua della Bibbia. Trafitto per le nostre colpe

Trafitto per le nostre colpe
Crocifissione di Matthias Grünewald (particolare) – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=152339

Il primo passo del cap. 53 esprime un “noi” che medita, a posteriori, la vicenda del Servo. Tale vicenda, infatti, si è svolta di fronte a tutti, e non in una veste privata. E questo “noi” che medita si trova davanti ad un fatto inedito: come si può credere che la potenza del Signore si sia manifestata in un personaggio tanto vile e disprezzato?

Isaia 53,1-6

1Chi avrebbe creduto al nostro annuncio?
A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?

2È cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per poterci piacere.
3Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia;
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.

Sembrava il più abietto fra gli uomini! Eppure… Sì, c’è questo eppure che ribalta tutto: tante persone nella storia sono state vilipese ed hanno sofferto grandemente, ma questo ha qualcosa di straordinario: la sua sofferenza, la sua abiezione portano salvezza!

4Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
5Egli è stato trafitto per le nostre colpe,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
6Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l’iniquità di noi tutti.

Trafitto per le nostre colpe

Trafitto e schiacciato, gravato di castigo, la sua sofferenza – è questa la grande scoperta – non era la punizione della sua iniquità, ma delle nostre, riconoscono finalmente gli astanti: il castigo altrui che è ricaduto su di lui! Il Servo, trafitto per le nostre colpe, si sacrifica perché il gregge possa essere salvo. Questa constatazione vale a far prendere coscienza al popolo dei propri peccati, passo indispensabile per avere il perdono: non si dà perdono se uno non lo vuole perché ritiene di non averne bisogno.