Tra luglio e agosto Piombino è stata tappa di due avventure, tra bici e kayak, che in un certo senso si sono incrociate: quella del Vian-Dante prof. Giorgio Battistella che provenendo da Treviso ha disceso la penisola in bici, da Chiavari a Reggio Calabria, interpretando Dante, e quella di Roberto Rabboni di Chiaravalle nelle Marche che in kayak ha costeggiato l’Italia centro meridionale prima risalendo da Montemarciano (Ancona) a Trieste, poi da Passoscuro (Roma) a Ventimiglia. Due imprese da matti, direbbe qualcuno. E in un certo senso non avrebbe torto; ma è la fede che li ha mossi.
Giorgio Battistella con bicicletta annessa è già tornato a Treviso in treno (un articolo QUI), mentre il kayak marchigiano sta affrontando le ultime tratte di mare per arrivare, nei prossimi giorni, al suo traguardo.
Mentre il Vian-Dante ha macinato 1570 km in bicicletta, vento in poppa o contrario che fosse, il pellegrinaggio di Roberto Rabboni sta per totalizzare un percorso di oltre 1400 km tutti effettuati a forza di braccia (col kayak) o di gambe (con la bici) – in poco più di un mese (un articolo QUI).
Non si sono incontrati a Piombino, i due pellegrini, perché il 20 luglio, quando il professore ha recitato il canto XIII dell’Inferno nel chiostro di S. Antimo (con una temperatura che si avvicinava pericolosamente a quella del cerchio dei violenti), il kayak stava ancora risalendo l’Adriatico verso Trieste; e quando la Madonnina di Loreto è approdata sulle spiagge di Piombino, il tour dantesco era già in quel di Paola in Calabria.
Silenzio e fatica
Si è trattato di due esperienze completamente diverse, di carattere culturale (e teologico, trattandosi di Dante) la prima, di tipo devozionale l’altra (ma parlo della devozione buona, non del devozionalismo), entrambe con tanto silenzio – e questo mi pare significativo – fra una tappa e l’altra. Tanto silenzio, e tanta fatica, che ha impreziosito entrambe. Silenzio e fatica da cui avremmo molto da imparare, in questa nostra società che si nutre di frastuono, e che di fatica non ne vuol sapere.
Difficoltà
Non sono mancate le difficoltà anche logistiche, mi par di capire dai rispettivi Facebook: il mare avverso ha costretto i pellegrini di Loreto ad effettuare qualche tappa tirrenica in bici anziché in kayak, e forse ci sarà stata anche qualche incomprensione, si intuisce da quanto Roberto scrive:
«”Se la Madonna vuole così. Va bene così”. Questa specie di mini preghiera la ripeto continuamente durante questo pellegrinaggio quando ci sono difficoltà o non riesco a capire ciò che accade».
Ed anche il Vian-Dante qualche incerto l’ha avuto, se a Pisa si è accorto che il parroco non aveva organizzato niente (e forse i pisani si saranno risparmiati la famosa invettiva «Ahi Pisa, vituperio delle genti»?) e se a Castelvolturno ha dovuto recuperare da solo le persone interessate alla recita… L’anno scorso gli andò anche peggio: gli rubarono la bici, prontamente ricompratagli dai cittadini di Foggia.
Il prof. Battistella ha sempre concluso le serate dantesche a sorpresa, col recitare il lunghissimo «Addio monti» iniziando da «Non tirava un alito di vento»… E se «di tal genere, se non tali appunto», erano i pensieri dei protagonisti messi per scritto dal Manzoni, del professore invece sappiamo di preciso quali siano stati i pensieri che lo hanno riaccompagnato a casa, perché li ha espressi su Facebook. A Piombino, era stato ospite dell’Amministrazione Comunale.
I pensieri di un Vian-Dante
«Mentre ripercorro i km di questo lunghissimo viaggio in treno che oggi, venerdì 11 agosto, dalla Stazione Centrale di Reggio Calabria (ore 6.12), mi sta riportando a Treviso e rivedo, come un nastro che si riavvolge, gran parte della strada fatta (km 1570 circa, a detta del navigatore) in questo Tour dantesco 2023 “lungo la costa tirrenica”, facciamo qualche ringraziamento.
Comincio dalla bici “FoggiEquità”, il cavallo dell’impresa, comprata con i soldi raccolti di tanti foggiani l’anno scorso: onore alla loro generosità!
Grazie a tutte le persone che hanno creduto in questa impresa e che si sono date da fare per realizzarla: innanzi tutto quelle che, nei mesi scorsi, mi hanno aiutato a trovare i contatti per l’ospitalità e per l’organizzazione delle serate dantesche… sorelle, amici, conoscenti.
Grazie poi ai moltissimi parroci e comunità religiose che mi hanno ospitato… oltre a qualche amministrazione comunale, qualche Pro Loco, una Dirigente Scolastica, l’Associazione “Uni-in strada” e tutte le persone che hanno aperto la loro casa e speso il loro tempo per ascoltare Dante!
Un rammarico: quasi tutti gli assessorati alla cultura e tutti i comitati della Società Dante Alighieri (a eccezione di quello di Cosenza), contattati nei mesi scorsi, si sono invece rivelati disinteressati a questo progetto. Assessori irreperibili, funzionari che si rimpallavano le competenze, ritardi, smemoratezze, i “Le faremo sapere…” senza alcun seguito ma anche i più diretti “Non ci interessa la sua proposta” … sono stati veramente estenuanti! Dispiace, sinceramente, aver trovato così poca sensibilità “istituzionale” rispetto ad una, seppur modesta, opportunità culturale…
E un grazissimo a tutte le persone che hanno PARTECIPATO a queste serate, sperando siano state loro gradite; ma se così non fosse “crediate che non s’è fatto apposta”!».
Grazie ad entrambi tra bici e kayak
Grazie ad entrambi, allora, il pellegrino di Dante e il pellegrino della Madonna, che hanno saputo offrire due esperienze completamente diverse ma con imprese abbastanza simili congiunte da un’unica passione per lo sport e per il Divino: perché se la Vergine Maria è, nella fede della Chiesa, la Madre di Dio, Dante è colui che è arrivato a vette ineguagliabili di poesia con la sua Commedia veramente Divina. Due pellegrini della fede, insomma, Giorgio Battistella e Roberto Rabboni, con mezzi inusuali per veicolarla: bici e kayak.