Torniamo al Signore! È il grido della comunità nella seconda parte della Lamentazione, un grido rivolto ad un Dio che sembra non voler vedere né sentire la preghiera del popolo.
Tempo di guerra. Cinquantaseiesimo giorno
Segretario generale Onu Antonio Guterres: domenica prossima «ucraini e russi celebreranno la Pasqua, una festa che unisce i cristiani ortodossi in Russia e in Ucraina, così come gli ucraini cattolici. Chiedo una pausa umanitaria di 4 giorni per la Settimana Santa che inizi giovedì e duri fino a domenica 24 aprile, per consentire l’apertura di una serie di corridoi umanitari», e l’arrivo sul posto dell’assistenza umanitaria necessaria. Antonio Guterres ha detto di sperare che la sua richiesta di tregua a nome delle Nazioni Unite venga ascoltata. L’arcivescovo di Kiev Shevchuk ha informato Guterres che il Consiglio panucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose ha lanciato un appello simile, dando disponibilità a collaborare all’apertura e al funzionamento de i corridoi umanitari. «Tutte le Chiese sono pronte a unirsi all’organizzazione di questi corridoi umanitari, così come all’evacuazione delle persone da luoghi pericolosi e alla consegna di beni umanitari dove è più necessario».
Intelligence britannica: la presenza militare russa al confine orientale dell’Ucraina continua ad aumentare, mentre i combattimenti nel Donbass si stanno intensificando. Tuttavia, esiste ancora il rischio di attacchi con armi di precisione contro obiettivi chiave in tutta l’Ucraina. Tali attacchi mostrano l’intenzione di Mosca di cercare di interrompere il flusso dei rinforzi e delle armi nell’est del Paese.
Secondo il Pentagono, dall’inizio dell’invasione (24 febbraio), i russi hanno sparato sull’Ucraina 1.670 missili con una media di più di trenta missili al giorno.
Guerra di nervi
Le forze armate russe hanno di nuovo intimato alle truppe ucraine rimaste nell’acciaieria di Azovstal di arrendersi. Il messaggio è stato trasmesso ininterrottamente alle unità ucraine dentro Azovstal tramite i canali radio ogni 30 minuti a partire dalla mezzanotte di ieri, ora di Mosca.
Ultimatum
Secondo Mosca, nessuno ha usato il corridoio umanitario per lasciare Azovstal aperto ieri alle 14 per la resa volontaria delle truppe ucraine e i civili, «usate dagli ucraini come scudi umani». Mosca ha quindi annunciato un altro cessate il fuoco per consentire ai nazionalisti di arrendersi e ai civili di andarsene. Mikhail Mizintsev, capo del centro di comando della difesa nazionale russo:
«Il governo di Kiev non ha fatto alcun tentativo di salvare i suoi militari. Consapevoli della mancanza di responsabilità del regime di Kiev per l’imminente triste fine dell’ultimo focolaio di resistenza a Mariupol e guidato esclusivamente da principi umanitari, le Forze armate della Federazione Russa ribadiscono il loro appello ai nazionalisti e ai mercenari stranieri di fermare le ostilità e deporre le armi a partire dalle 14, ora di Mosca, del 20 aprile». Mosca garantirà la vita e l’assistenza medica a tutti coloro che accetteranno di deporre le armi.
È scaduto a mezzogiorno (le 13 ora italiana) l’ultimatum russo, ma non ci sono segnali di resa da parte dei soldati asserragliati nell’acciaieria Azovstal. Mariupol è circondata dalle forze russe, ma non è ancora caduta.
Da una Shoah ad un’altra
Una donna di 91 anni sopravvissuta all’arresto delle SS e alla Shoah, Vanda Semyonovna Obiedkova, nata a Mariupol l’8 dicembre del 1931, è morta in uno scantinato di Mariupol. Lo riporta il sito ebraico Chabad.org: «A 10 anni, Vanda Semyonovna Obiedkova sopravvisse ai tedeschi nascondendosi in uno scantinato a Mariupol. 81 anni dopo, è morta in uno scantinato nella stessa città come vittima della guerra orribile mentre si nascondeva dai russi». L’anziana, quando sono iniziati i bombardamenti russi, si era rifugiata insieme alla sua famiglia in uno scantinato senza acqua né riscaldamento.
Municipio di Mariupol: gli occupanti russi stanno trasformando la città in un vero e proprio ghetto, costringendo i residenti a spostarsi per la città solo se indossano al braccio dei nastri bianchi. «Gli occupanti sono passati da offerte “morbide” di far indossare nastri bianchi ai civili, alle minacce dirette di aprire il fuoco su chiunque si trovi per strada senza tali segni». I russi stanno gradualmente trasformando la città in un vero ghetto per gli ucraini, usando i civili come esca.
Corridoi umanitari
Vice sindaco di Mariupol, Sergei Orlov: ci sono molti civili rifugiati nell’acciaieria Azovstal, non possono lasciare la zona e mancano di tutto. «Si tratta per lo più di abitanti degli edifici distrutti nelle vicinanze e di molti lavoratori delle acciaierie. Sapevano che le acciaierie avevano un buon bunker e alcuni hanno portato nel rifugio scorte di cibo e acqua. È per questo che avevano deciso di stare lì con le loro famiglie». Al momento non è possibile aiutarli. Adesso «manca assolutamente tutto. Mancano acqua, cibo, medicinali, aiuti, la Russia blocca tutto, qualsiasi aiuto umanitario o evacuazione. Tutte le notizie sulla possibilità di andare via, di lasciare Mariupol o l’area dello stabilimento Azovstal sono false».
Sindaco di Mariupol, Vadim Boychenko: sono aperti, a partire dalle 14 (le 13 in Italia), corridoi umanitari verso Zaporizhzhia per lasciare la città assediata. I residenti potranno salire a bordo di autobus che faranno sosta anche vicino all’acciaieria Azovstal. L’evacuazione riguarda donne, anziani e bambini.
Mariupol a papa Francesco
«Madri, mogli e figli dei difensori di Mariupol», come si firmano, hanno scritto a papa Francesco una lettera giuntagli attraverso il cardinale Michael Czerny: «Santo Padre, è ancora possibile aiutare i sofferenti, nonostante il numero di chi non ce la fa aumenti ogni giorno». Centinaia di feriti tra civili e militari, privi di qualsiasi cura per l’esaurimento di medicinali e disinfettanti, scrivono i familiari, «devono essere evacuati dal campo di battaglia». In particolare, descrivono la situazione dello stabilimento di Azovstal, in cui «All’inizio dei combattimenti queste persone pensavano che vivere con i militari avrebbe dato loro non solo sicurezza, ma anche l’opportunità di ricevere cibo, acqua e cure mediche». E invece per tante donne e bambini quello che sembrava un fortino ora è diventato una trappola, irraggiungibile anche solo per consegnare cibo e acqua potabile.
Economia
Secondo il sito del Cremlino, il reddito del presidente Vladimir Putin nel 2021 era di 10.2 milioni di rubli, equivalenti a 123.500 dollari e di poco più di 114mila euro. Avrebbe inoltre un appartamento di 77 metri quadrati, un garage di 18 metri quadrati, due Volga GAZ M21, un SUV Niva e un carrello da campeggio. Userebbe poi un appartamento di poco più di 153 metri quadrati. Secondo i media internazionali, Putin avrebbe invece beni per un valore totale di 200 miliardi di dollari. Viene visto indossare orologi di lusso, è considerato proprietario di una collezione di 58 velivoli e di una dimora da 1.4 miliardi di dollari sul Mar Nero.
Il gruppo Toshiba, in risposta alla situazione in Ucraina, donerà 100 milioni di yen all’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e alla Japan Platform, un’organizzazione senza scopo di lucro, per fornire aiuti umanitari alle persone colpite dalla guerra. Inoltre, il Gruppo Toshiba ha sospeso l’acquisizione di ordini e gli investimenti in Russia, che rappresentano circa lo 0,2% delle previsioni di fatturato.
La Danone ha smesso di esportare in Russia l’acqua minerale Evian e i prodotti vegetali Alpro, in segno di condanna della guerra in corso in Ucraina.
Profughi
Onu: i profughi ucraini all’estero sono arrivati a 5.010.971, mentre sono 7,1 milioni gli sfollati interni. Più di 12 milioni di persone, oltre un quarto dei 44 milioni di abitanti dell’Ucraina ha dovuto abbandonare la propria casa dall’inizio della guerra.
Viminale: sono 97.912 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina arrivate fino a oggi in Italia, 50.612 donne, 11.833 uomini e 35.467 minori. L’incremento, rispetto a ieri, è di 923 ingressi nel territorio nazionale.
Lamento nazionale: Torniamo al Signore!
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Torna il tema del silenzio di Dio dovuto al peccato dell’uomo in questa parte della composizione che si fa lamento nazionale. L’immagine del v. 41 è quanto mai efficace: Innalziamo il nostro cuore sulle palme delle mani a Dio che è nei cieli! Non basta alzare le mani al cielo in gesto di supplica, occorre che siano protesi verso Dio anche i cuori, che biblicamente sono la sede non delle emozioni ma del pensiero e della volontà. Il ritorno a Dio (ogni peccato è un allontanamento, una fuga: così l’allontanamento dal giardino dell’Eden, così la fuga di Caino) non è un moto di passione, che può esserci o non esserci o svanire in condizioni altalenanti, ma una decisione ferma cui tenere fede.
Segue la confessione collettiva del peccato, espresso come una rivolta, una ribellione alla sovranità di Dio, che non è stata perdonata perché non c’è stato pentimento. Ti sei avvolto in una nube perché la preghiera non ti raggiungesse… L’immagine di Dio che si rende impenetrabile alla supplica, frapponendo tra sé e l’uomo quella stessa nube in cui egli di solito si manifesta nell’Antico Testamento, diviene straziante, più ancora che le conseguenze dell’ira divina, la rovina del popolo. Oppressione, obbrobrio, scherno, terrore, disonore: tuttavia, è possibile il sollievo, se il Signore vedrà tutto questo. E lo vedrà, se il suo popolo farà ritorno a lui.
Si rafforza, in questa seconda parte della Lamentazione, la convinzione che nel caso di questa città la rovina sia dovuta ad un peccato di ribellione. La sofferenza, qui, è concepita come punizione – purificazione del peccato, un modo di cui Dio si serve per richiamare a Sé. È, effettivamente, una possibilità, ma non spiega affatto tutto il problema del dolore.
Torniamo al Signore
40 Esaminiamo la nostra condotta, valutiamola,
e torniamo al Signore!
41 Eleviamo le mani e i nostri cuori
a Dio nei cieli!
42 «Noi abbiamo peccato, siamo stati ribelli,
e tu non hai perdonato.
43 Ti sei avvolto nella tua ira, e ci hai inseguiti;
tu hai ucciso senza pietà;
44 ti sei avvolto in una nuvola,
perché la preghiera non potesse raggiungerti;
45 tu hai fatto di noi delle spazzature, dei rifiuti,
in mezzo ai popoli.
46 Tutti i nostri nemici
aprono larga la bocca contro di noi.
47 Ci sono toccati il terrore, la fossa,
la desolazione e la rovina».
48 I miei occhi si sciolgono in fiumi di lacrime
per la rovina della figlia del mio popolo.
49 L’occhio mio piange senza posa,
senza alcun riposo,
50 finché dal cielo
il Signore non guardi e non veda il nostro stato.
51 L’occhio mio mi tormenta
per tutte le figlie della mia città.