
Torna Halloween… eh sì, ormai questo è il nome. C’erano delle tradizioni in Italia per i giorni dei Santi e dei Morti, considerati quasi un’unica festa. Fiorivano crisantemi da tutte le parti: non che il crisantemo sia un fiore funebre, tutt’altro: è il fiore nazionale in Giappone ove è l’emblema ufficiale dell’Imperatore (crisantemo dorato di sedici petali in campo rosso), e pure in Giordania compare al centro dello stemma del Regno. È che in Italia e negli altri paesi europei la fioritura avviene a fine ottobre, giusto in tempo per la commemorazione dei defunti… pura casualità.
Tradizioni originarie
I crisantemi, quindi, erano associati ovunque in Italia all’idea dei defunti, e poi altre tradizioni li affiancavano. A Livorno, per esempio, le pasticcerie riempivano le vetrine di fruttini di marzapane, caratteristici dolci, di origine, però, siciliana, fatti a forma di frutta e verdura che imitavano perfettamente con grande maestria.
A me piacevano moltissimo per la loro forma e colore, ma il gusto mi ripugnava, non riuscivo proprio a mangiarli se non la cioccolata che li rivestiva. C’era di tutto: frutta nostrana ed esotica, di stagione e non, ortaggi di tutti i tipi… una delizia per gli occhi, se non per il mio palato. Ne compravo sempre, infatti, ma lasciavo che gli altri li mangiassero. E adesso… adesso torna Halloween.
Adesso le vetrine si riempiono, e non solo quelle delle pasticcerie, ma tutte, proprio tutte: ma si riempiono di tutt’altro. Gatti neri, zucche e pipistrelli sono i soggetti più carini; passabili ancora ancora le ragnatele, magari qualche strega un po’ simpatica… ma tutto il resto… un orrore! Eppure Halloween, illustre sconosciuta fino agli anni Novanta in Italia, la fa da padrona e in quella notte bisogna aver paura, altrimenti non siamo alla moda. Il nome Halloween in verità è una derivazione di All Hallows’ Eve o Vigilia di Tutti i Santi, ma il significato religioso originale (prima pagano, poi cristiano o cristianizzato) è andato a farsi benedire ed è rimasto il senso commerciale di una festa consumistica e insensata.