Viaggio nella Bibbia. Togliersi i calzari

Togliersi i calzari
Mosè si toglie i calzari. Di Jean Poyet (1445-1503) – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=32612282

Quando Mosè guarda verso il roveto ardente, riceve un avvertimento:

Quando il Signore vide che si era voltato per guardare, Dio lo chiamò dal roveto : «Mosè, Mosè!» Egli rispose: «Eccomi». E Dio disse: «Non avvicinarti…» (Esodo 3,4-5).

La doppia chiamata, “Mosè, Mosè” (v. 4), ci risulta già familiare dai precedenti racconti di rivelazione, come la chiamata di Dio ad Abramo durante l’ ‘Aqedah (la legatura o sacrificio di Isacco”: Gen 22,11), o a Giacobbe prima della sua discesa in Egitto (46,2). È una chiamata ma anche un avvertimento, perché il contatto con il Divino preannuncia un pericolo. Anche quando gli israeliti giungeranno al Sinai saranno trattenuti dal salire per paura che Dio si scagli contro di loro (Es 19,12–13.21–24).

Ma nel caso di Mosè l’avvertimento di Dio è seguito da un comando insolito: “…Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo sacro” (Esodo 3,5).

Il termine qodesh, “sacro”, connota ciò che è separato, irto di pericoli, inaccessibile.  Ilfatto che questo luogo sia identificato come una terra santa – אַדְמַת קֹ֖דֶש – prefigura i limiti posti a Israele per l’accesso alla Montagna Sacra di Dio e al Tabernacolo (Mishkan).

Cosa significa togliersi i calzari?

Il comando viene ripetuto quasi alla lettera nei pressi di Gerico, quando un emissario di Dio si manifesta come “capitano dell’esercito del SIgnore” a Giosuè (Giosuè 5,13-15). A Gerico non avrà luogo alcuna rivelazione, né la città diverrà luogo di culto, venendo anzi distrutta.

Christine Palmer, docente di S. Scrittura al Gordon Conwell Theological Seminary, suggerisce che i due gesti simili abbiano in comune la rinuncia dei territori da parte di Israele votandoli a Dio: sia Gerico che il Sinai non saranno luoghi dove recarsi ad adorare Dio. Ma cosa significa questo atto di togliersi i calzari? Perché Mosè e Giosuè devono essere scalzi? Questo gesto è un segno di rispetto in uso in Oriente; ma qui c’è di più.

Togliersi i calzari e il rituale dell’Halitzah

L’atto di togliersi i calzari compare nelle leggi sul levirato: se l’uomo rifiuta di sposare la vedova del fratello morto senza figli, la vedova esegue il rituale detto ḥalitzah , lo “scioglimento del calzare”:

La vedova di suo fratello andrà da lui in presenza degli anziani, gli toglierà il sandalo dal piede, gli sputerà in faccia e farà questa dichiarazione: Così sarà fatto all’uomo che non vuole edificare la casa di suo fratello! E costui andrà in Israele sotto il nome di “famiglia dello senza sandalo” (Deuteronomio 25,9-10).

Nel libro di Rut, la rimozione del calzare del go’el che rifiuta di sposare la vedova del suo parente prossimo sta a simboleggiare che si professa sollevato da ogni pretesa di ereditare o riscattare la terra del parente.

I documenti legali ittiti (di Nuzi, città hurrita del II millennio) confermano che rivendicare o negare la proprietà di un terreno era associato all’appoggiare o sollevare un piede dal terreno.  Sollevare il piede o togliersi i calzari simboleggiano la stessa cosa: la liberazione da ogni pretesa sulla terra. Facendo togliere a Mosè i sandali, Dio gli fa riconoscere il luogo come suolo sacro e dichiarare simbolicamente: «Nessun uomo può avanzare pretese su questo luogo (Sinai)».

Il roveto e i luoghi sacri

Mentre sul monte Moriah Abramo sacrifica un montone, e il luogo diviene luogo di culto (2 Cron 3,1 lo identifica con il Monte del Tempio), la rivelazione a Mosè presso il roveto ardente prefigura la rivelazione del Sinai, ma non istituisce un luogo di culto nella zona. Ciò rende la storia del roveto ardente molto diversa da altre storie sui luoghi sacri, come anche quella di Beth-El in cui Giacobbe dopo aver visto in sogno una scala con angeli di Dio che salgono e scendono (Genesi 28,12), e dice a se stesso: Quanto è grandioso questo luogo! Questa non è altro che la dimora di Dio, e quella è la porta del cielo (Genesi 28,17) e vi innalza un pilastro, dichiarandolo, per il futuro, tempio di Dio.

Ma la Montagna di Dio non diventa mai un luogo di pellegrinaggio o di culto, e la storia del roveto ardente rimane un evento unico e irripetibile. Il Sinai non è mai stato considerato una destinazione permanente, ma una stazione di passaggio per incontrare la presenza di Dio come legislatore. Lì sarà costruito il santuario mobile con cui poter portare con sé quella presenza imponente.