
Tipologie di sacrificio. Presso l’antico Israele le tipologie di sacrificio erano svariate, ma basate prevalentemente sull’offerta di vittime animali. Il Levitico riporta numerosi leggi sacrificali, ma non un’esposizione sistematica del sacrificio in genere. Il termine generico per indicare questo gesto è qorban, da qrb = avvicinarsi, hi. Hiqribh = offrire. È possibile che storicamente, durante la vita seminomade nel deserto, gli ebrei abbiano praticato solo il sacrificio pasquale, come gli arabi preislamici.
Tipologie di sacrificio
Olocausto
Le tipologie di sacrificio iniziano con il sacrificio principale, l’olocausto (‘olah = ciò che sale), in cui la vittima era bruciata interamente. Era sconosciuto in Mesopotamia ma praticato dai Cananei e dai Greci. Si distingue l’olocausto offerto da un singolo (cap. 1) e quello quotidiano che veniva offerto al mattino e alla sera (cap. 6).
Sacrificio pacifico o di comunione
Il sacrificio pacifico o di comunione (zebach shelamim) era molto comune: la parte grassa della vittima era bruciata sull’altare, la rimanente veniva consumata dal sacrificatore e dagli offerenti in un banchetto sacro, da consumare in uno stato di purità rituale. Il sacrificio pacifico era offerto per voto, per ringraziamento e per pura devozione.
Sacrifici riparatori
I sacrifici riparatori erano
- Lo chatta’t o sacrificio “per il peccato”, cioè per le mancanze involontarie; lo possiamo chiamare sacrificio espiatorio
- Lo ’asham o sacrificio “per il delitto” o sacrificio di riparazione, in cui prevaleva l’idea della riparazione e il maltolto doveva essere restituito.
Oblazione
L’oblazione (minchah) invece era l’offerta (“memoriale” di salvezza) di prodotti vegetali (fior di farina, olio, incenso), a scopo di ringraziamento e lode. Quanto non veniva bruciato apparteneva ai sacerdoti. È esclusa l’offerta di pane lievitato e miele.
Kippur
Il cap. 16, come poi vedremo, tratta del rituale del sacrificio del Giorno dell’Espiazione (jom kippur).