Lettura continua della Bibbia. Terzo annuncio della Passione: la legge del servizio (10,32-52)

Terzo annuncio della Passione
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Il terzo annuncio della Passione introduce i discepoli allo stile del Vangelo, la legge del servizio.

Terzo annuncio della Passione: il testo

10 32Mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti. Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: 33«Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, 34lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà».
35Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». 36Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». 37Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 38Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». 39Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. 40Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
41Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni.  42Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. 43Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, 44e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. 45Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Terzo annuncio della Passione del Figlio dell’uomo (10,32-45)

È salendo a Gerusalemme che Gesù pronuncia il terzo annuncio, questa volta riportato con abbondanza di particolari (Matteo nel passo parallelo parla addirittura di crocifissione). In Marco il linguaggio è sempre quello di tipo arcaico, che usa la imprecisa connotazione temporale «dopo tre giorni» e il più generico verbo «alzarsi».

Questo annuncio è rivolto non genericamente ai discepoli ma precisamente ai Dodici, che Gesù sta chiamando ad una sempre maggiore intimità con lui. Pietro si è già sentito sacrificato nel dover lasciare beni e famiglia per seguirlo (10,28). Adesso, insieme agli altri, è stupito e spaventato delle persecuzioni che gli sono annunciate (10,32). Gesù li precede, ma essi sembrano seguirlo con fatica. Il loro sguardo è fermo al qui ed ora.

Di fatto, due delle future colonne della Chiesa si fanno avanti a pretendere i posti di onore nella gloria del Maestro, e gli altri si sdegnano con loro (10,35-41). E pensare che Gesù sta per entrare nella sua passione…

La sua sorte imminente è da lui paragonata ad un calice amaro da bere, ad uno sprofondamento (questo vuol dire «battesimo») nelle acque della morte. Questo è quanto egli può promettere ai suoi discepoli associandoli a sé, non certo una gloria che spetta solo al Padre assegnare. Egli stesso riceve dal Padre per grazia e non per diritto di conquista; e i discepoli devono riconoscerlo come tale, come il Figlio che riceve, e non pretende, la gloria.

Così, la legge della comunità è non dominio e grandezza, ma servizio e donazione della vita. Il Figlio dell’uomo è il Servo di tutti venuto per riscattarli dal peccato e dalla morte.

Questo episodio imbarazzante è stato omesso da Luca che cala sopra di esso un velo pietoso, mentre Matteo cerca di correggerlo facendo rivolgere la richiesta di ottenere i primi posti nella gloria di Dio non da Giacomo e Giovanni, ma dalla loro madre (eh, le mamme…) attenuando così la brutta figura degli apostoli: ma anche in Matteo è a loro che Gesù rivolge la sua risposta.