Terra Santa, terra senza pace, terra di dolore. La terra dove scorre latte e miele, dove è nato il Principe della Pace, dove Dio ha conversato con gli uomini, la terra dove si è consumata la Pasqua del Signore… Da sette mesi è tornata nel pieno di conflitti che la straziano. È quello che racconta dal vivo F. Matteo Brena, che in Toscana tiene i rapporti con la Custodia di Terra Santa in cui da ottocento anni i Frati Minori si prendono cura dei luoghi santi ma anche della gente, delle piccole comunità cristiane che ne sono l’anima.
Se non ci fossero i cristiani di Terra Santa, accadrebbe come in Turchia, dove le memorie delle Chiesa paoline sono ridotte a siti archeologici, a musei, perché non vi sono più cristiani che li abitino. Ma le comunità cristiane sopravvivono in Palestina, dove rappresentano solo l’un per cento della popolazione, ed hanno tanto bisogno di aiuto per rimanervi. La guerra infatti impedisce i pellegrinaggi ed esse di pellegrinaggi vivono, assicurando i servizi ai pellegrini e dando vita all’artigianato locale per i negozi di souvenirs. Evidentemente, anche i cristiani soffrono molto delle tensioni che scuotono il Paese. Nello stato di Israele non sono sotto le bombe; ma a Gaza…
Anche Gaza è Terra Santa
A Gaza vive sotto i bombardamenti una piccola comunità cattolica. Resiste stringendosi intorno alle altre comunità cristiane, ortodosse e protestanti, per cercare, tutti insieme, di sopravvivere. Contava circa 1.100 cattolici prima dello scoppio della guerra. Chi ha potuto, chi ne ha avuto i mezzi, se ne è andato al più presto. Rimangono a Gaza circa 600 parrocchiani, povere anime che non hanno mezzi umani di sussistenza… Papa Francesco li chiama al telefono tutti i giorni. Il patriarca latino di Gerusalemme, il francescano padre Pizzaballa, è stato il primo occidentale che dopo sette mesi è riuscito a raggiungerli fisicamente, pochi giorni fa. Il 6 maggio l’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite riferiva che su un totale di 34.735 morti almeno 9.500 erano donne e 14.500 erano bambini. Poi mettiamoci gli anziani…
I Frati Minori sostengono le comunità di Terra Santa nelle parrocchie, nelle scuole, e nelle emergenze sociali adesso drammatiche. Per questo F. Matteo raccomanda di fare tre cose. Prima di tutto, pregare. In secondo luogo, cercare di informarsi prima di schierarsi, perché la situazione è molto complessa. Infine, esercitare carità verso questi fratelli che sono in una condizione miserevole. L’aiuto che ogni anno dorniscono le parrocchie francescane della Toscana è valso a fare qualcosa. In Siria è servito ad assicurare un pasto caldo a 1.200 persone al giorno. Lì, le famiglie non hanno più nemmeno il denaro per comprare una bombola di gas. A Betlemme, tra le altre cose, è servito per supportare gli anziani soli… solo per fare alcuni esempi.
Ed ecco un utile suggerimento per sostenere le famiglie cristiane in Terra Santa, che è la loro patria da duemila anni… QUI.