Lettura continua della Bibbia. I Vangeli come Teologia narrativa

Frammento del Vangelo secondo Marco (8,35-9,1). Papyrus 45, anni 200-300 (Gregory-Aland), Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14840543

Per capire la natura dei Vangeli come Teologia narrativa, bisogna chiedersi a quale genere letterario appartengano in quanto testi scritti. La risposta non è semplice, per cui sarà meglio partire da ciò che i Vangeli non sono per arrivare a quello che sono.

I Vangeli non sono manuali di storia. Intendiamoci: sono profondamente radicati nella storia, non sono affatto campati in aria. Tuttavia, il loro intento non è quello di ricostruire cronachisticamente una vicenda, ma di dare una testimonianza di fede. Non vogliono offrire un mero resoconto storico, ma una lettura dell’evento Gesù di Nazareth. Una lettura di fede sulla base della testimonianza dei testimoni oculari e di quanto vissuto dalla comunità apostolica. Nelle loro intenzioni costruiscono, insomma, non una pagina di storia, ma una Cristologia.

I Vangeli non sono neppure biografie, ricostruzioni cioè di vita, morte e miracoli di una persona illustre. Se fosse stato quello il loro intento, sarebbe ampiamente fallito, perché i dati evangelici che permettono la ricostruzione storica della vita di Gesù sono troppo scarni e poco coordinati tra di loro. L’unico che manifesti l’intenzione di legare la vicenda di Gesù alla storia profana è Luca, che dà le coordinate storiche della sua nascita e della sua predicazione, ma il resto rimane nel vago. Non perché non sia vero, ma perché non è la cosa importante.

In realtà, i Vangeli non perseguono un intento letterario, ma teologico; non meramente storico, ma esperienziale: offrono l’esperienza di fede della comunità apostolica perché anche gli altri possano credere. Questo non significa alterare i fatti, ma leggerli in un’ottica cristologica. Sono, di fatto, una narrazione cristologica, espressioni di una Teologia narrativa che non ha corrispettivi nel resto della letteratura antica. Costituiscono un genere letterario a sé stante.

Teologia narrativa

I Vangeli hanno lo scopo di fissare nella forma di una narrazione l’annuncio della salvezza universale, realizzata nella persona di Gesù di Nazareth e nella sua Pasqua. Giovanni è molto chiaro: «Questi segni sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché credendo abbiate la vita nel suo nome» (Gv 20,31).

I Vangeli sono la testimonianza di persone e di comunità che hanno avuto l’incontro con il mistero di Dio nel Risorto. Il loro scopo solo in parte è informativo, soprattutto è testimoniale. È possibile leggere i Vangeli come semplici testi letterari, prescindendo da una logica credente, ma bisogna comprendere che il loro intento è quello di offrire una prospettiva di fede. Si possono dunque definire scritti di Teologia narrativa, che esprime la fede nel Cristo crocifisso e Risorto mediante il racconto.