Viaggio nella Bibbia. Tamar: una vedova nera (Genesi 38)

Tamar: una vedova nera
Tamar. By Lidia Kozenitzky, User:Effib., Attribution, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7754195

Se Dinah figlia di Giacobbe è una figura totalmente passiva al punto da essere quasi assente, Tamar nuora di Giuda è estremamente reattiva ed attiva, tanto da dirigere lei l’azione quando questa si volge contro la giustizia. Recalcitrante, prostituta, incestuosa, è lei la salvatrice di Giuda e quindi della linea messianica. E l’idea che la salvezza di un’intera discendenza regale venga da una donna che infrange tutte le regole del patriarcato è sconvolgente: eppure è accettata, e la linea della salvezza passa da lì.

Tamar: una vedova nera

La storia di Tamar inizia con Giuda che fonda una famiglia. Sposa una donna senza nome, chiamata solo col nome del padre, Bat Shua, che gli dà tre figli. Di questo matrimonio non ci viene detto altro, né della relazione tra genitori e figli, tra un fratello e l’altro. Solo i nomi, che del resto riassumono in sé l’essenza della persona. Tanto basta. Della nuora di Giuda, invece, verremo a sapere ben altro!

Innanzi tutto, il suo matrimonio con Er, il primogenitori di Giuda, è di breve durata, perché lo sposo muore poco dopo. Gli subentra, per la legge del levirato che imponeva alla vedova di sposare il fratello del marito defunto senza figli, onde assicurargli legalmente una discendenza, il secondogenito Onan. Ma questi, che non per niente ha dato il nome ad una pratica anticoncezionale, dispiace al Signore e muore repentinamente.

Sposare la vedova del fratello era un atto di generosità nei confronti del defunto, perché significava tenere nella propria casa un figlio biologicamente proprio ma legalmente del fratello, alienando quindi una parte dell’eredità a favore di un ramo della famiglia che non era il proprio. Si spiega così la volontà da parte di Onan di evitare di suscitare un figlio a nome di un altro.

A questo punto, Tamar è una vedova nera, una donna che fa morire gli sposi. È ancora legata alla casa di Giuda, il quale dovrebbe maritarla al terzo figlio, Sela, il minore; ma con la scusa che questi è troppo piccolo e non è pronto per il matrimonio, le nozze sono rimandate all’infinito, e non avvengono: una grande ingiustizia per la giovane vedova ed anche per il primogenito che, pur scomparso, ha ancora il diritto di lasciare un figlio che porti il suo nome.