La storia finisce con Tamar che, graziata dal suocero che si assume la colpa di quanto è avvenuto, dà alla luce due gemelli, Zerah e Perez; testi successivi affermano che il re Davide discendeva dalla linea di Perez.
Tamar: un fil rouge…
Particolare curioso: mentre Tamar sta partorendo, uno dei bambini sporge la manina fuori, e la levatrice lega uno שָׁנִי (shani), “scarlatto”, attorno a questa mano o polso:
«Mentre partoriva, uno di loro mise fuori una mano; la levatrice la prese e legò uno scarlatto (shani) alla sua mano, dicendo: “Questo è uscito per primo”» (Gen 38,28 ).
Il termine “scarlatto” qui indica un sottile pezzo di filato o tessuto tinto di rosso.
Lo stesso termine è presente anche nella storia delle spie israelite che esploreranno Canaan prima dell’ingresso nella terra entrando in Gerico. Dopo aver salvato le due spie dalla cattura a Gerico, una prostituta (zonah) di nome Rahab chiede in cambio che gli israeliti risparmino lei e la sua famiglia quando immancabilmente conquisteranno la terra di Canaan (Giosuè 2,12–13). I due uomini acconsentiranno, ad una condizione:
«Quando noi entreremo nel paese, legherai questa corda di filo scarlatto (tiqvat chut ha-shani ) alla finestra dalla quale ci hai fatti scendere, e radunerai presso di te, a casa tua, tuo padre, tua madre, i tuoi fratelli e tutta la casa di tuo padre» (Giosuè 2,18).
Notiamo le forti analogie fra questi due racconti: la condizione di prostituta (zonah) delle due donne, reale per Rahab, simulata per Tamar; il segno costituito da una cordicella rossa. Alcuni commentatori moderni ipotizzano che la menzione del filo rosso nelle storie di Tamar e Rahab sia negativa, correlata alla professione di Rahab come zonah e al temporaneo travestimento di Tamar come tale. Tuttavia, nessuna delle due storie dà giudizi negativi sulle attività erotiche di Rahab o Tamar.
Rosso: peccato o purificazione?
La Bibbia presenta invece passi in cui il colore rosso esprime un messaggio negativo, ad esempio in Isaia nella descrizione del peccato dei ricchi residenti di Gerusalemme che opprimono i poveri mentre si abbandonano al lusso. Più spesso, oggetti di colore rosso servono come indicatori di ricchezza, lusso e bellezza, specialmente in associazione con le donne.
Quel che più ci riguarda, però, è forse il fatto che la stoffa di colore rosso rappresenti un elemento materiale in due rituali di purificazione:
- nel rito della giovenca rossa che rimuove l’impurità da cadavere (Numeri 19) bruciando nel rogo anche un “legno di cedro, issopo e scarlatto (sheni tolaʿat )”, per creare un tipo speciale di cenere;
- nel rito in cui coloro che ne sono guariti si purificano dalla Tzaraʿat, un’affezione della pelle che potrebbe colpire persone o proprietà (Levitico 14).
Rituali simili esistono anche in testi siro-anatolici del II millennio a.C., in cui legare fili (compresi fili di colore rosso) trasferisce qualcosa di cattivo dal corpo di una persona a un animale o a una statuetta che la rimuoverà. Le storie di Tamar e Rahab attingono entrambe probabilmente a questo significato del filo rosso, sebbene nessuna delle due presenti una dimensione rituale.
Segno di protezione
In Genesi 38, la narrazione del parto di Tamar, con l’insolita sequenza delle nascite di Zerah e Perez suggerisce un travaglio particolarmente difficile.
Nel racconto della collaborazione di Rahab con gli israeliti, il simbolismo apotropaico del filo rosso è ancora più chiaro, poiché la sua legatura alla finestra della sua casa protegge chi è all’interno dallo spargimento di sangue.
Si tratta, con tutta probabilità, di antiche pratiche protettive. Ma in questo modo, nei racconti di Tamar e di Rahab un fil rouge (è il caso di dirlo) lega fra di loro la storia di due antiche matriarche che da straniere e peccatrici entreranno a far parte del popolo di Dio, anzi della linea diretta della discendenza davidica. La relazione adulterina di Betsabea con il re Davide lascerà una scia di sangue nella casa reale; pure macchiato di sangue, per i suoi sacrifici umani, è il popolo di Moab da cui proverrà Ruth bisavola del re. Come a dire: il sangue del Messia redimerà il sangue impuro di una umanità fatta di violenze, crimini, inganni e sopraffazioni…