Giusti tra le Nazioni. Suor Paola Taroli a Venezia

Venezia – Chiesa di Santa Maria del Pianto. Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5673687

Suor Paola (al secolo Emilia) Taroli (1879-1959) nacque a Tremosine sul Garda ed entrò nel 1911 nell’istituto delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù, a Bergamo. Quattordici anni dopo la troviamo Superiora del convento veneziano di Canal al Pianto; ruolo che occuperà sino al 1945. Ed in questo ruolo si troverà ad affrontare il terribile periodo della guerra e della persecuzione antisemita.

Fonte immagine: https://embassies.gov.il/rome/NewsAndEvents/Pages/marrone_taroli_giusti.aspx

Siamo nel gennaio del 1945. I coniugi Giulio e Stella Levorato (anch’essi saranno dichiarati Giusti tra le Nazioni) si erano prodigati, fra il 1943 e il 1944, per salvare la vita alla famiglia D’Angeli. Quando la situazione sembrava essersi risolta avendo trovato per loro un’altra sistemazione, una nuova famiglia di veneziani, i Dina,  alla disperata ricerca di un rifugio, viene a chiedere il loro aiuto.

I coniugi Levorato in un primo momento sono titubanti: dieci persone in un’abitazione! Potevano nascere sospetti. Ma non se la sentono di rifiutare: offrono agli adulti un nascondiglio, portano invece le due bambine, Giuseppina e Tina, al convento di Canal al Pianto (oggi soppresso), la cui superiora è proprio suor Paola. Suor Paola non indugia un momento ad accoglierle e nasconderle fino all’arrivo in città degli Alleati.

Nascoste fra le alunne

«Ora sarete parte della nostra famiglia, che sia benedetta la vostra entrata e protetta la vostra uscita». Queste le parole che suor Paola riserva alle sue giovani ospiti che nei terribili momenti dell’occupazione tedesca ricevono rifugio presso di lei. «Una persona alta, dolce nell’animo e nelle parole che ci rivolgeva». Così  Tina Dina ricorda suor Paola, sua salvatrice.

Scrive Tina ormai adulta nelle memorie inviate a Yad Vashem:

«Le suore capirono il nostro caso e ci accettarono senza problemi a patto che imitassimo tutto quello che facevano le altre bambine: andare in chiesa tutte le sere, inginocchiarci, farci il segno della croce, imparare bene le preghiere cattoliche. Il nostro cognome non era più Dina, ma Donà, tipico cognome veneziano; in compenso si mangiava qualcosina di più, soprattutto patate e formaggio, e non era poco a quel tempo».

Tra le varie testimonianze si trova quella del figlio di Tina, Paolo, giornalista:

«La mia famiglia non può che essere grata all’abnegazione, al cuore e alla forza d’animo di suor Paola. Di certo non era l’unica a sapere. Altre religiose anonime si prestarono a quell’opera di soccorso, anche se fu lei a tenere le fila, a impegnarsi in prima persona».

Per il suo gesto, suor Paola è stata insignita dell’onorificenza di «Giusto tra le Nazioni». Ma la sua storia personale assume un valore universale. Mostra il coraggio dei Giusti che sono gli eroi della Shoah, proclamati tali affinché non si dimentichi la massima del Talmud: «Chi salva una vita, salva il mondo intero».

Fonte: https://moked.it/blog/2013/04/12/suor-paola-nel-registro-dei-giusti/