
Ci sono persone che sembra non debbano morire mai, e alla loro scomparsa si resta quasi sorpresi, come è avvenuto per il Discepolo Amato alla conclusione del Vangelo di Giovanni. Così è stato per suor Barberina: e dire che 96 anni (di cui 76 divita religiosa) non sono certo pochi…
Era nata a Vaccareccia (Rieti) il 10 marzo 1929 col nome di Caterina Tavani; entrata in probandato il 12 ottobre 1948 a Ravenna, in noviziato il 27 maggio 1949 a Bologna, qui aveva emesso la Professione Temporanea il 31 maggio 1950 e la Professione Perpetua il 3 ottobre 1953.
Così le consorelle annunciano la sua nascita al cielo:
«Anche a noi Barberina lascia due forme di testimonianza che non ci lasciano indifferenti:
una vita spesa nel nascondimento del servizio della cucina, del refettorio, guardaroba e delle
mansioni domestiche e la sua “fama” per l’Amore smisurato che nutriva verso il creato e le
creature.
Sr Barberina è stata davvero una donna forte, dal temperamento austero, retto e determinato; sempre ben radicata nella più intensa spiritualità e preghiera e, pertanto, sempre rivolta al prossimo, con dedizione instancabile, generosa e concreta. Nei moltissimi anni trascorsi nel servizio di cuciniera, ha seminato tanto bene e carità, ha portato alle tante sorelle, ma anche ai seminaristi, i misteri della vicinanza, della speranza, e del conforto.
Ce la ricordiamo anche nelle varie comunità dove ha vissuto, sempre ispirandosi alla Parola
assimilata nel silenzio, incarnata nella preghiera, praticata in tanti gesti di carità fraterna e di attenzione al prossimo.
Una particolare attenzione l’ha sempre rivolta al “suo Vescovo”, il Cardinale Matteo Zuppi, che aveva conosciuto a Roma ancora giovane sacerdote. Nel suo stile si sentiva collaboratrice della missione del Cardinale accompagnandola con la preghiera. Lui l’ha sempre ringraziata e stimata e oggi prega con noi affidandola al Signore come ci ha assicurato nel suo messaggio: “Prego per Lei e per Voi…Ci Lascia un amore concreto e diretto, materno e pieno di premura concreta”».
Un ricordo personale di Suor Barberina
Quando l’ho conosciuta, dalle Clarisse missionarie del SS. Sacramento alla Torretta, suor Barberina era già vecchia, o almeno così mi sembrava, dal vigore dei miei circa cinquant’anni, lei che ne doveva avere nemmeno settanta. Adesso che ne sono trascorsi altri 30 ho una diversa percezione delle rispettive età: ma suor Barberina in questi trent’anni è rimasta sempre la stessa. In qualche modo ci sentivamo vicine, unite da un comune amore per gli animali. Suor Barberina partecipava agli atti comuni, andava a dire il rosario nella Grotta di Lourdes della Torretta, e poi via a sfaccendare nell’orto e ad accudire i suoi amati animali. Una vita passata così, serenamente, nelle varie mansioni che le venivano assegnate, nei luoghi in cui era stata, con concretezza e dedizione.
Per lei l’amore di Dio, onnicomprensivo, si riverberava ugualmente sugli esseri umani e su tutte le altre creature. È veramente singolare che la sua scomparsa e le sue esequie siano venute a coincidere con l’apertura dell’Ottavo centenario della composizione del Cantico delle Creature da parte di S. Francesco, e con il decimo anniversario della Laudato si’, l’enciclica sul rispetto e la salvaguardia della Casa comune di papa Francesco. Una coincidenza che sembrerebbe voluta… Certamente l’amore per il Creato e le più piccole creature sorelle degli uomini è stato la cifra di questa simpatica suora.
L’anno scorso è stata persino intervistata in materia:
Penso che d’ora in avanti per i miei animaletti di casa avrò in cielo un nume tutelare in più… ma quando tornerò a Bologna, alla Torretta, quel giardino, quell’orto mi sembrerà molto più vuoto.