Il libro di Giosuè ha visto la sua redazione finale verso il 600 a.C. (M. Noth) o verso il 586 a.C. (A. Alt), nel periodo dell’esilio, con alle spalle, quindi, una visione particolare del dolore e della speranza dovuta all’esperienza diretta di un popolo sconfitto e disperso. Rappresenta, quindi, una speranza, una garanzia di ritorno e di ricostruzione alla luce della promessa divina e dell’alleanza.
Il tono predominante del libro di Giosuè è dato, come nel libro del Deuteronomio, dall’elemento parenetico (esortativo), ma anche da quello liturgico: come vedremo, la conquista della terra è frutto di azioni liturgiche più che di azioni militari.
Questo libro raccoglie narrazioni popolari ed epiche, non direttamente da fonti orali, ma da fonti già elaborate (liste, eziologie, racconti, ecc.), e tuttavia la redazione deuteronomistica con la sua particolare teologia della storia appare chiaramente, soprattutto nei cap. 1; 8,30-35; 12; 23. Come fonte scritta è menzionato in 10,13 un Libro del Giusto, altrimenti sconosciuto, la cui citazione tornerà in 2 Samuele 1,18.
Struttura del libro di Giosuè
Il libro di Giosuè presenta una struttura alquanto lineare, sviluppandosi in due distinte parti, incorniciate da un Prologo e da un Epilogo:
PROLOGO (cap. 1): sottolinea la continuità della missione di Giosuè con la missione di Mosè
PARTE I (cap. 2-12). L’INGRESSO NELLA TERRA:
- preparativi (cap. 2)
- attraversamento del Giordano (cap. 3-4)
- conquista di Gerico (cap. 5-7)
- conquista di Ai e lettura della Legge (cap. 8)
- nemici di Israele (cap. 9-11)
- elenco dei re vinti (cap. 12)
PARTE II (cap. 13-21). RIPARTIZIONE DELLA TERRA:
- Transgiordania(cap. 13)
- Giuda (cap. 14-15)
- Efraim e Manasse (cap. 16-17)
- Altre tribù (cap. 18-19)
- Città di rifugio (cap. 20)
- Città levitiche (cap. 21)
EPILOGO (cap. 22-24)
- l’altare dellaTransgiordania (cap. 22)
- il testamento di Giosuè (cap. 23)
- il rinnovamento dell’alleanza (cap. 24)