Un appuntamento culturale importante

L’ottocentesimo anno dall’Impressione delle stigmate a S. Francesco è indubbiamente una ricorrenza da solennizzare. Non solo per i credenti, che hanno trovato nel Poverello un fratello maggiore capace di aiutarli a conformare la loro vita a Cristo, ma per tutti, perché la spiritualità francescana ha avuto un grande impatto nella storia della Chiesa e nello stesso sviluppo della cultura europea, non ultima l’iconografia.

Il primo ad usare la parola Stigmate in senso cristiano è stato S. Paolo in Galati 6,17:

«D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo».

San Paolo non parlava propriamente di segni materiali impressi nella sua carne a richiamare le piaghe di Cristo (il greco στίγμα,  stigma,  significa  marchio). Parlava, piuttosto, dei segni lasciati su di lui dalle persecuzioni fisiche e dai numerosi combattimenti morali sopportati per diffondere il suo Vangelo. Egli stesso ricorda: «Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde» (2 Corinzi 11,25).

È solo con S. Francesco che la storiografia religiosa registra il primo caso di stigmatizzazione ad imitazione delle piaghe di Cristo: un evento che il Santo cercò sempre di tenere nascosto, e che divenne visibile a tutti solo dopo la sua morte.

Da quel momento, inconfondibile segno che nell’iconografia contraddistingue S. Francesco rispetto ad ogni altra figura di santo è la presenza delle stigmate.

Ce ne parlerà, giovedì 26 settembre alle ore 21 nella chiesa dell’Immacolata di Piombino, il prof. Antonio Natali, piombinese di nascita e fiorentino di adozione, storico dell’arte e direttore degli Uffizi dal 2006 al 2015. Una rimpatriata per lui con i vecchi amici, ma soprattutto un evento culturale significativo per l’intera città. Non perdiamocelo!