
Il temuto momento è arrivato, la soppressione della Verna è decretata: degli 80 religiosi, 73 lasciano il convento. Ma il giorno dopo arriva un dispaccio urgentissimo… La Verna è salva, insieme alla vicina Camaldoli, per i servizi indispensabili che fornisce ai viaggiatori. Il generale napoleonico salvato dai frati (vedere QUI) ha mantenuto la parola!
10-11 ottobre 1810: Soppressione del convento con contrordine
Lasciano la Verna tutti i religiosi, eccettuato il superiore, 5 conversi ed un vecchio allettato per la gotta; ma alle ore 23 dell’11 settembre arriva il seguente espresso del sotto prefetto d’Arezzo Desiderato Vulpillat:
“Il Baron dell’Impero, Prefetto dell’Arno, offiziale della legion d’onore, viste le osservazioni del sotto-Prefetto e Maire sulla necessità di conservare i due monasteri di Camaldoli e della Verna nelle comuni di Bibbiena e di Chiusi, affinché i viaggiatori non siano privi della ospitalità e dei soccorsi, che ricevono in queste case all’epoca stessa in cui questi medesimi soccorsi divengono indispensabili: Considerando che questi due conventi sono situati l’uno sopra la cima degl’Appennini e l’altro sul declive di queste montagne, e che nella stagione delle nevi i viaggiatori non trovano alcun altro asilo per ricoverarsi: Che queste case ospitaliere procurano le stesse risorse di quelle del monte Cenis e del Monte S. Bernardo, e che la loro intiera soppressione pregiudicherebbe essenzialmente alle relazioni commerciali, ed esporrebbe i viaggiatori a degli accidenti inevitabili e giornalieri, decreta:
I religiosi, che le loro infermità mettono fuori di stato di essere trasportati, saranno provvisoriamente mantenuti nei monasteri di Camaldoli a Bibbiena e dei Francescani alla Verna… Dodici religiosi di una salute forte e robusta, a scelta del superiore, saranno egualmente mantenuti in ciascuno di questi due conventi, tanto per avere cura dei vecchi e degl’infermi, che per ricevere i viaggiatori, che attraversano gl’Appennini, e loro procurare i soccorsi, che sono nell’uso di trovare in queste case… Firmato I: Fauchet”
(Archivio del Convento, Filza XIII; cfr. Codice Diplomatico p. 302-307 n. 240)
L’inventario per l’incameramento dei beni del convento viene fatto, ma non ne fu prelevato alcunché, tranne due libri rari.