Esiste una solidarietà animale?

Solidarietà animale
Foto di Ingo Jakubke da Pixabay 

Solidarietà animale? Gli animali sono capaci di solidarietà? C’è chi lo nega, affermando che gli atti di apparente solidarietà animale non sono altro che modi di ottenere vantaggi per se stessi. Può darsi. Ma guardate questo filmato: QUI.

Una gallina viene attaccata da un falco e sembra spacciata. Ma arriva in suo aiuto il gallo, combattente nato. D’accordo; la gallina è sotto la sua protezione. Il bello è che una capra si tuffa nella mischia, prende il falco a cornate, lo scaccia. Eppure il falco non è un pericolo per la capra… anche se questa potrebbe aver considerato l’aggressione del falco come un’intrusione nel suo territorio.

In questo VIDEO, un gruppo di tre gru accompagna un piccolo alligatore che vuole attraversare la strada, allargando le ali per fermare le auto che stanno arrivando e seguendolo per controllare che torni al sicuro nel suo laghetto. Che interesse avrebbero? A me sembra solo un gesto di aiuto, una forma di solidarietà animale.

In questo filmato (QUI) alcuni animali salvano i propri piccoli o i propri simili, e siamo ancora nell’ambito dell’istinto naturale. Ma potete vedere anche un branco di ippopotami che strappa uno gnu dalle fauci dei coccodrilli e lo scorta al sicuro sulla riva; è semplicemente nel loro istinto?

Poi abbiamo notizie, foto e filmati di animali come cani e gatti che salvano, ad esempio, piccoli di lontra o di altre specie diverse dalla loro. Può rientrare nell’istinto genitoriale, come sicuramente è istintiva la reazione della mamma gatta che per difendere il gattino attacca tre cani randagi molto più grandi di lei che sembrano minacciarlo (anche se forse vorrebbero essere amichevoli, infatti scodinzolano).

Il cane che chiede al padrone di salvare un cucciolo di delfino spiaggiato mi sembra andare un po’ oltre.

Si potrebbe considerare un’estensione dell’affetto di gruppo l’impulso che spinge gli animali a difendere creature di altre specie da aggressioni, vere o presunte che siano. Qui vediamo un gattino che, dopo aver appurato che il veterinario per vaccinare il cagnolino lo fa piangere di paura, attacca il medico ad una gamba.

Celebre è il video che riprende la gatta Tara scagliarsi come una furia contro un cane che aveva azzannato il suo padroncino.

E se è il gatto ad essere un attaccabrighe? Niente paura, se c’è un cagnolone come questo al suo fianco… Guardate qui.

Solidarietà animale: le amicizie particolari

Poi, anche al di là di un rapporto di aiuto, ci sono strane amicizie, che sembrerebbero contraddire l’istinto naturale.

QUI trovate un legame speciale fra un gattino (che vorrebbe riposare) e una fastidiosissima tortora che vuol giocare.

Stessa cosa per un grosso pappagallo e un gatto (che finge di non esserci).

Amicizia tra gatto e mucche… QUI. Mah?

E l’amicizia tra gatto e delfini? Le immagini tenerissime qui.

Infine…

E guardate la bellezza di queste foto: QUI.

44 gatti in fila per sei…

No, non sono 44 ma poco ci manca (per la cronaca, sono 35). Non sono neppure in fila, ma in ordine sparso, un incredibile branco che non si capisce da dove sia spuntato ma che è decisamente intenzionato ad accompagnare nella passeggiata una signora con i suoi due cani. Oppure stavano semplicemente andando nella stessa direzione? Il cane più anziano si accompagna volentieri a tutti questi gatti. Il cagnolino più giovane è vistosamente inebriato dalla brigata felina che lo scorta. Il video QUI.

Solidarietà animale. I delfini, simbolo del volontariato

Delfini. Di Captain Budd Christman, NOAA Corps -Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=277157

È notorio come i delfini siano animali solidali, fra loro e con l’uomo. Non abbandonano mai un compagno ferito, lo sostengono. Non lasciano una partoriente da sola: c’è sempre un’altra femmina che si prende cura del neonato. Ma manifestano la stessa solidarietà verso gli esseri umani. Non è una leggenda che i delfini accompagnino i naufraghi verso riva, e che salvino i nuotatori dagli attacchi degli squali. Non abbiamo filmati di tal genere, perché i protagonisti avevano tutt’altro da fare che farsi i selfie. Ma, come scriveva Plutarco:

Al delfino soltanto, la natura ha dato quello che i migliori filosofi cercano: Amicizia senza nessun vantaggio. Sebbene egli non abbia bisogno di aiuto da nessun uomo, è un amico geniale per tutti e ha aiutato il genere umano.

Istinto? Può darsi. Allora spiegatemi questo.

Maiorca e i delfini

Enzo Maiorca, nel mare di Siracusa, ebbe la sorpresa di essere chiamato da un delfino che lo condusse a circa 12 metri di profondità dove impigliato in una rete c’era un altro delfino allo stremo delle forze. Maiorca con la figlia riuscì a tagliare le maglie e trasportare sulle braccia il delfino in superficie, facendolo respirare (un delfino può resistere in apnea non oltre 10 minuti). Subito dopo, sorpresa! Si scoprì che il delfino era una delfina perché da li a poco partorì un piccolo, che il padre sospinse subito vicino alla madre. Il delfino maschio si fermò un attimo davanti ad Enzo Maiorca, e prima di allontanarsi gli diede un colpetto sulla guancia. Maiorca terminò il suo racconto dicendo: “fin quando l’uomo non avrà imparato a rispettare e a dialogare con il mondo animale, non potrà mai conoscere il suo vero ruolo su questa Terra”. Il racconto QUI.

Solo istinto quello di andare a chiamare l’uomo? E – sarà stato certamente un caso – mica uno qualunque, proprio il campione mondiale di immersione in apnea capace di arrivare a 101 metri di profondità? L’aveva osservato in precedenza e sapeva di poter contare su di lui?

Solidarietà animale. L’amore come affetto

Può essere banale quello che sto dicendo. Ma mi trovo corroborata dallo scritto del grande C.S. Lewis, I Quattro Amori, in cui l’autore esamina quattro dimensioni dell’amore: l’affetto (greco storghe), l’amicizia (greco filìa), l’eros e la carità (greco agape). Sono dimensioni che coesistono nella complessità dell’essere umano, il quale ne condivide alcuni aspetti anche con il mondo animale. Scrive Lewis a proposito dell’affetto:

Vorrei cominciare dal più umile e più diffuso degli affetti, da quell’amore che, apparentemente, sembra avvicinare maggiormente la nostra esperienza a quella degli animali. Premetto fin d’ora che non per questo lo considero meno degno: niente nell’uomo è migliore o peggiore soltanto perché comune anche agli animali. Quando ci capita di accusare una persona di essersi comportata «come un animale», non intendiamo dire che essa ha rivelato caratteristiche animali (questo capita a tutti), ma che ha dimostrato di possedere soltanto queste in un’occasione che, al contrario, richiedeva doti specificatamente umane. Quando apostrofiamo qualcuno col titolo «bestia» intendiamo dire, di solito, che egli ha commesso un tipo di crudeltà che sarebbe impossibile al più delle bestie, cui manca la necessaria intelligenza.

Notate innanzi tutto come sia acuta l’osservazione secondo cui quando chiamiamo qualcuno bestia lo accusiamo di essere disumano come neppure le bestie sarebbero…

La cucciolata

Solidarietà animale
Foto di Franz W. da Pixabay 

Lo scrittore continua:

L’immagine da cui dobbiamo partire è quella di una madre che allatta il suo bambino, di una cagna o di una gatta con una cesta piena di cuccioli o di gattini; cerchiamo di vederli come un’unica nidiata, con un gran strofinio di nasi, e poi squittii, fusa, leccate, balbettio infantile, latte, calore, il sapore di un’esistenza appena avviata.

Un amore indiscriminato

Nella vita animale, tuttavia, per non parlare di quella umana, l’affetto si estende ben oltre il rapporto tra madre e piccoli. Quel caldo benessere, quella soddisfazione che nasce dallo stare insieme, coinvolge gli oggetti più disparati: in effetti si può dire che esso sia il meno discriminante degli affetti. Di alcune donne possiamo già dire in anticipo che avranno pochi corteggiatori, e di alcuni uomini che difficilmente si faranno degli amici; questo perché entrambi non hanno nulla da offrire. Ma chiunque può diventare oggetto d’affetto, anche se brutto o stupido, persino se insopportabile; e non è necessario che vi sia un’evidente affinità tra le persone che questo sentimento lega... Questa specie d’amore ignora le barriere di età, sesso, classe sociale, educazione… Gilbert White sostiene di aver visto nascere affetto tra un cavallo e una gallina.

L’amore più umile

L’affetto, come dicevo, è il tipo d’amore più umile; non si dà arie. Si può essere orgogliosi di «essere innamorati», o di un’amicizia; l’affetto, al contrario, è modesto, quasi furtivo e schivo. Una volta feci notare a un amico che non è raro che nasca affetto tra un cane e un gatto; al che mi rispose: «È vero, ma scommetto che nessun cane lo confesserebbe mai ai suoi amici»… Ebbene, I’affetto ha un volto estremamente comune, proprio come I’hanno molte delle persone verso le quali proviamo questo sentimento. Il fatto di amarle non è indice di buon gusto né di perspicacia, come anche il fatto che esse ci amino.

… «Cani e gatti dovrebbero crescere insieme — ha detto qualcuno — servirebbe ad allargare la loro mente». L’affetto allarga la nostra mente: di tutti gli affetti naturali, è il più universale, il meno esigente, il più vasto. Le persone che vivono al nostro fianco in famiglia, a scuola, a messa, sulla nave, nel convento, rappresentano da questo punto di vista una cerchia più ampia che non gli amici — per quanti possiamo arrivare ad averne — che da soli ci siamo trovati nel mondo esterno. Non è facendomi molti amici che dimostrerò di apprezzare le qualità proprie dell’uomo... le qualità del vero conoscitore dell’animo umano sono quelle che ci fan no trovare qualcosa di apprezzabile nella fetta di umanità con cui veniamo quotidianamente a contatto.

L’affetto, che indubbiamente gli animali dimostrano, è l’amore meno esigente e meno discriminante. Non dipende dalle qualità dell’altro, da cui forse non riceviamo alcunché di materiale, ma dal piacere di dargli amore e di riceverlo. Forse possiamo imparare qualcosa da questa lezione…