Oggi c’è una vera e propria inflazione di video, li troviamo ovunque sui vari schermi di casa nostra, li abbiamo anche in tasca nel cellulare. 70 anni fa vedere un film non era così frequente. Bisognava aspettare che al cinema capitasse un film di nostro gradimento, uscire di casa, pagare un biglietto, star fuori ore.
Molti avevano l’abitudine di andare al cinema ogni domenica e festa comandata, qualunque cosa ci fosse. In casa mia no: ogni spettacolo era scelto in modo oculato. È così che ho visto da bambina i grandi film hollywoodiani, dal Quo Vadis del 1951 al Ben Hur del 1959, passando per Sansone e Dalila, Davide e Betsabea, I Dieci Comandamenti… e non dimentichiamo film minori come Marcellino e la serie di Don Camillo. Un film sui generis tra questi, che ricordo benissimo, fu un film uscito precisamente 70 anni fa, Sette spose per sette fratelli, un musical: genere a cui non eravamo abituati. Tutta questa gente che cantava e ballava…
Uscì nel luglio del 1954, e nemmeno i produttori si aspettavano il successo che ebbe nelle sale. Doveva essere un film di serie B, con poche aspettative di riuscita. Puntarono infatti su un altro film in produzione, Brigadoon, e su Sette spose per sette fratelli investirono pochissimo, per cui il regista Stanley Donen fu costretto a girare quasi tutte le scene su sfondi dipinti invece che in esterno nelle location reali, mentre il costumista Walter Plunkett, per realizzare i vestiti delle spose, si dovette rivolgere all’Esercito della Salvezza per procurarsi e riciclare stoffe di vecchie trapunte!
Sette spose per sette fratelli: gli intepreti
Il cast invece dimostrò una grande professionalità e il film fu realizzato in soli 48 giorni. E quando uscì nelle sale… registrò un profitto di oltre 3 milioni di dollari, che nel 1954 era quasi una cifra da capogiro. Oscar per la colonna sonora. Un successo, tra l’altro, indimenticato e indimenticabile.
I personaggi principali erano rappresentati da sette fratelli boscaioli, scapoli inveterati, che finalmente si inducono a prendere moglie.
Il primo interprete è Howard Keel (Adamo, il fratello maggiore), un cantante professionista che aveva interpretato molti film musicali e che col declino di tal genere sarebbe passato ai western; per la sua imponenza fisica (era alto più di un metro e 90) fu scelto anche per intepretare l’apostolo Pietro ne Il Grande Pescatore del 1959.
Dei sei fratelli minori, quelli che danzano, solo due erano attori non ballerini, Jeff Richards (Beniamino), che rimase sullo sfondo eseguendo solo i numeri di danza più semplici, e Russ Tamblyn (il fratello minore, Gedeone), che sfruttò nel film il suo talento di ginnasta e acrobata. Gli altri quattro erano ballerini professionisti. Eccoli in azione:
Risultato? Un film molto simpatico: da vedere.