Primavera inoltrata

Segni di primavera inoltrata: i bacicci
Fioritura di bacicci. Sullo sfondo, l’isola d’Elba

Ci sono diversi segni da cui si riconosce che la primavera è avanzata e sta marciando verso l’estate, al di là del gelo che può tornare all’improvviso. Uno di questi segni di primavera inoltrata è che le nostre ripe si coprono di una fioritura splendente e strisciante, con un bell’effetto scenografico: sono i Fichi degli Ottentotti, detti da noi Bacicci.

I bacicci

Fichi degli Ottentotti o Bacicci. Sullo sfondo, l’isolotto di Cerboli

Pianta succulenta originaria delle Province del Capo in Sudafrica, il baciccio o fico di mare (Carpobrotus edulis, dal greco  καρπός / karpos = frutto e βρωτός / brotos = edibile, commestibile: “frutto commestibile”) si presta con i suoi fiori a preparare confetture dal sapore acidulo. Anche il frutto, una capsula tipo baccello, è commestibile, anch’esso dal sapore acidulo.

Questa pianta si propaga spontaneamente, formando tappeti erbosi sulle pareti rocciose delle coste. Il nome di Fico degli Ottentotti le fu dato nei secoli passati dai coloni che in Sudafrica vedevano le popolazioni del luogo cibarsi dei frutti come se fossero fichi. Fu introdotto in Europa a scopo ornamentale, divendo specie invasiva su tutte le coste tirreniche e sulle adriatiche dalla Puglia alle Marche, in quanto resiste benissimo al salmastro, anzi predilige i terreni poco fertili.

Le foglie sono carnose, a forma di artiglio e a sezione triangolare. I fiori, che durano solo una decina di giorni, dischiudono le corolle durante le ore più assolate della giornata. Nelle nostre coste fioriscono verso Pasqua, segno certo che si sta andando verso l’estate.

I papaveri

Segni di primavera inoltrata: i papaveri

I papaveri parlano di estate ormai alle porte. Ce ne sono campi interi; io ne ho colto (fotograficamente) uno – ce ne sono altri, ma in netta minoranza – sulla stessa ripa inondata di bacicci. Accontentatevi.

Le tamerici

Segni di primavera inoltrata: le tamerici

La delicata fioritura della tamerice, invece, è tipica della macchia che si inerpica sulle nostre coste. I fiori, piccolissimi e piumosi, si raccolgono in spighe sottili. Le tamerici amano le esposizioni soleggiate, il terreno sabbioso e anche salmastro, resistono ottimamente alla siccità e non temono il caldo. Ce ne sono una sessantina di specie.

Molto gettonata in poesia, la tamerice ha dato il nome alla prima raccolta di poesie pascoliane, Myricae (1891). Il titolo della raccolta deriva infatti dal secondo verso della IV Bucolica  di Virgilio «(Non omnis) arbusta iuvant humilesque Myricae», cioè «(Non a tutti) piacciono gli arbusti e le umili tamerici».

Questa frase è utilizzata dal Pascoli come introduzione anche ad altre sue raccolte poetiche in quanto le umili tamerici sono il simbolo della poesia semplice; e la (apparente) semplicità è l’immagine della poesia di Giovanni Pascoli, il poeta delle piccole cose, piante, animali, oggetti, persino una granata (nel senso, toscano e anche italiano, di scopa di saggina). Anche D’Annunzio e Montale, in altro modo, si sono serviti dell’immagine della tamerice.

Un’interessante etimologia fa derivare il nome tamerice da Tam che nelle lingue semitiche indica la palma (il nome Tamar infatti ha questo significato). Nella Bibbia è menzionato il tamarisco (’eshel), che designa la stessa tamerice ed il cui nome in italiano ha la medesima radice. La mia nonna la chiamava Scopa di mare.

L’upupa

È tornato anche l’upupa, «aligero folletto», «ilare uccello calunniato» come lo chiama Montale, in barba al Foscolo e alle superstizioni medievali (un approfondimento QUI). Nel video, anche se non nitidamente, lo potete scorgere nei suoi movimenti a terra e nel suo volo.

Mette allegria e gioia al vederlo, coloratissimo nella sua livrea lucida di arancione, bianco e nero. Per non parlare del ciuffo di penne che apre a ventaglio quando spicca il volo. Sembra impossibile che un animale così vistosamente colorato viva in mezzo a noi, abituati al grigiore cittadino. Segno che la primavera sta esplodendo… checché ne possano dire le previsioni meteo.