La Bibbia dall’ABC. L’Esamerone: Secondo e Terzo Giorno (Gn 1,6-13)

L’universo (incisione satirica di Camille Flammarion, 1888).  Di Heikenwaelder Hugo, Austria. CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=680837

Prosegue la prima serie di opere creazionali, quella che S. Tommaso d’Aquino chiama Opus distinctionis perché basate sullo scorporamento della materia in fasi successive sempre più raffinate. A queste opere sono dedicati il secondo e terzo giorno della Creazione.

Secondo Giorno (Gn 1,6-8)

La dea egiziana Nut (il firmamento) al di sopra del dio Geb (la terra), sostenuta dal dio Shu (l’aria). A sinistra e a destra la barca del Sole percorre le acque superiori. Di E. A. Wallis Budge (1857-1937) – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3624660

Dopo la creazione della luce che brilla nelle tenebre, nella seconda opera l’elemento acquatico minaccioso ed oscuro viene ordinato, diviso dall’ambiente aereo, e resi entrambi capaci di ospitare la vita. Questo mediante la creazione del firmamento (raqîa‘), concepito come una superficie solida, una volta celeste che suddivide le acque inferiori (l’abisso) dalle acque superiori (i depositi celesti che raccolgono pioggia, neve, grandine ecc.).

Questa immagine, che non ha niente di scientifico, corrisponde alla visione che gli antichi avevano del cosmo, come di una terra circolare ma piatta, circondata dall’Oceano, sopra la quale si innalzava una cupola, il firmamento, al quale erano fissati gli astri. Sopra il firmamento, i depositi delle acque.

Terzo giorno (Gn 1,9-13)

Separazione della terra dalle acque di Raffaello Sanzio (1518-1519) – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6678323

Poiché le opere devono essere quattro nei primi tre giorni, questo giorno ne contiene due: la formazione della terra emersa e il germogliare della vegetazione.

La terra

Nella narrazione di Genesi, la terra si forma perché la massa delle acque si ritira raccogliendosi tutta insieme. Le grandi acque obbediscono alla Parola di Dio, e il mare, considerato dai pagani una potenza divina, è qui presentato come una creatura docile a Lui e delimitata nei suoi confini. Solo Dio domina le acque nonostante il loro tremendo potere: per questo gli evangelisti mostreranno Gesù che zittisce il mare e cammina su di esso.

La vegetazione

Mikalojus Konstantinas Ciurlionis – Creazione del mondo (IX) – 1905. Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18576540

Anche qui possiamo cogliere la complessa struttura letteraria del testo biblico:

  • 3 volte ricorre nel testo la radice “verde”
  • 3 volte il sostantivo frutto
  • L’espressione Secondo la propria specie ricorre anch’essa 3 volte
  • 3 volte la parola terra
  • 6 volte la radice “seme”.

Qui la creazione appare mediata, indiretta: Dio ordina alla terra di germogliare, cioè la chiama ad una creatio continua, la riproduzione.

È la terra da sola che per ordine di Dio produce la vegetazione. Ciò equivale a dire che Dio dota la natura di leggi proprie, insignendola di una dignitosa autonomia e di una autonoma dignità che il paganesimo non conosceva.

Secondo le religioni dei popoli in mezzo ai quali Israele viveva, ad esempio quella dei cananei, il dio della pioggia (Baal) feconda la terra, muore in essa e rinasce sotto forma di vegetazione. Natura e divinità sono un tutt’uno, e se non si fanno cerimonie sacre, come le ierogamie, la terra resterà sterile. Occorre il meccanismo magico del rito perché si induca il dio in questione ad agire procurando la fertilità: della terra, del bestiame, degli esseri umani. Senza di questo, la natura non va avanti.

In Israele invece la terra produce l’erba e gli alberi naturalmente, perché Dio ha innescato in essa un processo che va avanti autonomamente, nella sua dignità di realtà naturale. Tutto, nella natura, è allo stato di semplice creatura, rispetto al quale il Creatore è del tutto trascendente, non si mescola con esso.

Come nel caso delle acque e della terra, la realtà naturale prodotta non è una massa disordinata e caotica di verde, ma è un insieme ordinato secondo la propria specie (min). scrive Enzo Bianchi:

La specie (min) prosegue quell’opera di separazione e di distinzione che è ordinamento armonico r dunque vita… La separazione e le diverse specie (di vegetali come di animali) ordinano la vita come armonia nella differenza (E. Bianchi, Adamo, dove sei? P. 125).

Ovviamente, niente di scientifico nella tripartizione attraverso la quale la vegetazione è presentata:

  • Erba verde, foraggio per gli animali
  • Erba che porta in sé il seme (commestibile), i cereali
  • Alberi che fanno frutti contenenti il seme.

Questa classificazione è operata, evidentemente, secondo il punto di vista dell’utilizzazione umana , per gli uomini (cereali e frutti) e per gli animali (foraggio).

Con questo, è completata la serie dell’Opus distinctionis, consistente in quattro quadri statici in cui saranno messi, nell’Opus ornatus, gli elementi dinamici, dotati di movimento: gli astri e il mondo animale.