Il secondo annuncio della Passione fa seguito alla visione della gloria del Signore, perché si comprenda Chi sia veramente Gesù: il Crocifisso Risorto. Perciò, svanita la visione (che non si può trattenere, come Pietro ingenuamente vorrebbe), Gesù rivela il mistero della sua sofferenza: è solo sulla via della croce, via di patimenti e di disprezzo.
Il secondo annuncio della Passione
E infatti Gesù fa seguire, a questo gesto, il secondo annuncio della passione – morte – resurrezione: il Figlio dell’uomo è consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno e, ucciso, dopo tre giorni si rialzerà (9,31). Abbiamo già visto (QUI) che cosa significhi l’espressione Figlio dell’uomo. Vediamo adesso che cosa afferma questo secondo annuncio.
Il testo
9 30 Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. 31 Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; e una volta ucciso dopo tre giorni risorgerà». 32 Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Ipsissima verba
Questa frase è la più arcaica fra le tre predizioni della passione (Mc 8,31; 9,31; 19,33-34). Eco diretta del modo di parlare di Gesù in aramaico, si è formata sicuramente in tale lingua, rimanendo invece molto enigmatica per i destinatari greci del Vangelo.
L’annuncio rimane anche indeterminato quanto alla cronologia. «Dopo tre giorni», formula tipica di Marco, è un modo di dire per indicare una breve attesa della salvezza divina. È così approssimativo rispetto alla cronologia reale della resurrezione che non può essere stato riformulato dopo l’evento, ma riporta certamente le parole storiche (quelle che Jeremias ha chiamato «ipsissima verba Jesu», le «stessissime parole» di Gesù in persona.
Pensate, senza sapere anticipatamente che cosa accadrà, a questa espressione: «Il Figlio dell’uomo è consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Che cosa si può comprendere, soprattutto tenendo conto della visione messianica del Cristo come un vincente, un liberatore?