Folle intere portano a Gesù gli infermi, e tutti li guarisce. È ancora la compassione, il fremito delle viscere, che muove Gesù a rispondere alla fame della folla che da tre giorni (il numero non è casuale) lo segue, una folla stremata dall’attesa. I tre giorni hanno un particolare significato: senza che la folla lo sappia, è l’attesa della Pasqua di resurrezione. Le azioni, poi, sono quelle del primo episodio, ma i numeri cambiano significativamente. Questa seconda moltiplicazione dei pani rappresenta la Pasqua dei pagani.
Simbolismo numerico: i pagani
I pani a disposizione adesso sono 7, gli uomini sono 4.000, 7 le ceste di pezzi avanzati. 4 è numero cosmico, rappresenta l’universo e quindi i pagani che popolano i quattro angoli della terra; come pure, qui, il numero 7, perché 70 sono per i rabbini i popoli del mondo e 70 le lingue da loro parlate (più precisamente 72, ottenuto moltiplicando 12, il numero della totalità del popolo, per 6, la sua metà).
Questa interpretazione è confermata dall’uso del verbo eucharistéo / rendere grazie, che è in greco l’equivalente dell’ebraico barak / benedire, in greco euloghéo. È l’eucaristia dei greci, delle genti.
Come nel racconto giovanneo della moltiplicazione dei pani (Gv 6,30 s.), anche qui le guide spirituali del popolo, sadducei, gli uomini del tempio, e farisei, i laici impegnati, chiedono un segno dal cielo. Non bastano tutti gli eventi prodigiosi accaduti sulla terra sotto gli occhi di tutti, vogliono di più: il segno tradizionale di autenticazione messianica era, popolarmente, la replica del miracolo della manna, il pane che scende dal cielo. Ma come, chi è tanto accorto da saper riconoscere i segni meteorologici, non sa poi riconoscere i segni dei tempi della storia? Soltanto il segno di Giona (cfr. 12,38 ss.) suggellerà la missione messianica di Gesù, ma anche questo non basterà a chi non ha la fede. Come scrisse Franz Werfel, “per chi ha fede nessuna prova è necessaria, per chi non ha fede nessuna prova è sufficiente”.
Il lievito dei farisei (16,5-12)
La sezione dei pani si chiude tornando sul tema del pane. È incredibile che i discepoli, dopo la duplice moltiplicazione dei pani, abbiano ancora paura di rimanere senza pane! La loro fede è veramente piccola.
Il lievito è un fermento che rende soffice e voluminosa la pasta, ma è anche una muffa che la corrompe. La dottrina dei farisei e dei sadducei, che di comune avevano ben poco, è la medesima quando si tratta di concentrarsi sulla purità rituale anziché sulla legge della carità. È questo l’atteggiamento che corrompe la vita del credente e la vita della Chiesa.