Se non vi convertite…

Se non vi convertite... Francesco Hayez , La distruzione del tempio di Gerusalemme - The Yorck Project (2002) 10.000 Meisterwerke der Malerei (DVD-ROM), distributed by DIRECTMEDIA Publishing GmbH. ISBN: 3936122202., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=152586
Francesco Hayez, Distruzione del tempio di Gerusalemme

Se non vi convertite… Parola di Gesù. Nella storia le guerre non sono mai mancate. Già al tempo di Gesù gli zeloti sostenevano l’uso della violenza contro il potere romano. La rivolta finale (anno 66) provocò la prima guerra giudaica che culminò con la distruzione del tempio (anno 70). Anche se non attestato da altre fonti, è storicamente plausibile l’episodio, riferito da Lc 13,1, di una sanguinosa repressione ordinata da Pilato in Galilea. Infatti, Pilato fu rimosso dall’ufficio di prefetto della Giudea verso l’anno 36, proprio per la durezza della sua azione nella repressione di una rivolta di samaritani. La storia si ripete.

Cronaca nera al tempo di Gesù: Se non vi convertite…

Se non vi convertite... Iscrizione di Cesarea Marittima. Di Berthold Werner - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18475319
Iscrizione di Cesarea Marittima. Di Berthold Werner – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18475319

L’articolo precedente QUI.

Ci può sembrare assurdo che il Qoheleth continui la sua osservazione della vita senza tentare una soluzione al problema del male, ma guardate che anche Gesù ha fatto così. È proprio una non semplice lettura appartenente alla liturgia di questa terza domenica di Quaresima a farcelo notare:

Lc 13 In quel tempo1 si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. 2Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? 3No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

Il testo poi prosegue con la parabola del fico sterile (13,6-9), che al contrario è molto comprensibile perché parla di misericordia. Ma questo primo brano non è di immediata intelligibilità.

Il significato

Viene riferito a Gesù di un eccidio ordinato in Galilea da Pilato a spese di un gruppo di persone tacciate di terrorismo (probabilmente appartenenti alla corrente degli zeloti). Magari, alla gente piacerebbe che Gesù si esprimesse politicamente sul dominio romano; ma Gesù non lo fa.  Aggiunge, invece, al triste episodio di repressione, una notizia di cronaca nera: il crollo di una torre che fa 18 vittime. Un tragico incidente; ma causato da che cosa? La convinzione ancora diffusa (Giobbe, a quanto pare, aveva insegnato poco) è che la disgrazia sia dovuta al castigo del peccato. Gesù sfata ancora una volta questa convinzione, ma con che cosa la sostituisce?

In realtà, Gesù non spiega il mistero della sofferenza. I galilei potevano essersela andata a cercare, ma i passanti su cui crolla una torre? Gesù rifiuta di fornire una spiegazione che appaia sensata alla ragione umana, sospende il giudizio non meno del Qoheleth. Nega il volto del Dio punitore che i suoi interlocutori si erano costruiti e richiama l’attenzione sul fatto che la vita è così, è insicura, è contraddittoria, è pervasa dal dolore. Gesù è realista. La colpa non è della singola persona, il più delle volte, e non è nemmeno di Dio.

L’unica cosa certa, che viene affermata, è che la sofferenza non è una punizione. A differenza del Qoheleth, però, Gesù coglie un simbolo nelle tragedie della vita. A differenza del Qoheleth, sa e afferma che c’è una vita oltre quella terrena. Questi eventi hanno in fondo qualcosa da insegnarci. Sono il segno di una morte possibile ad un altro livello, quello della perdizione eterna che l’uomo si acquista perseguendo il male. Un monito, dunque, ma nessuna spiegazione teologica: Se non vi convertite…