Prima Lamentazione: Guardate e vedete se c’è un dolore simile al mio dolore…

Se c'è un dolore simile al mio dolore... Gustave Doré, La caduta di Gerusalemme
Gustave Doré, Caduta di Gerusalemme

Guardate e vedete se c’è un dolore simile al mio dolore… La prima Lamentazione è espressione di pura sofferenza. Il perché è ovvio: Gerusalemme riconosce di essere giustamente punita per la moltitudine dei suoi peccati. E il lamento si fa appello agli uomini perché com-patiscano la sua sventura, ma anche al Signore perché la soccorra.

Tempo di guerra. Quarantunesimo giorno

Il pianto degli innocenti... Immagine di pubblico dominio

Save the Children: in media, dall’inizio dell’invasione russa, ventidue scuole al giorno sono attaccate in Ucraina, con 5,5 milioni di bambini rimasti senza istruzione. Infatti, dal 24 febbraio, quando è iniziato il conflitto, sono state danneggiate 869 scuole (il 6% di tutte quelle presenti nel Paese) e 83 edifici scolastici sono rimasti completamente distrutti. 

Pentagono: la Russia ha ritirato circa due terzi delle sue truppe intorno a Kiev. I rimanenti soldati continuano a restare fuori dalla capitale ucraina ed è dubbio se e quando si ritireranno verso nord. «Continuiamo a credere che saranno riequipaggiati, riforniti, forse anche rinforzati con altre truppe, e poi rimandati in Ucraina per continuare a combattere altrove», probabilmente nella regione del Donbass. E, secondo l’esercito ucraino, la Russia sta mobilitando altri 60.000 soldati.

Bombardamenti

È stata colpita dai missili Odessa, così come Mykolaiv, dove ci sono morti e feriti.

Nelle ultime 24 ore l’esercito russo ha colpito Kharkiv, nell’Ucraina orientale, e l’intera regione, 54 volte. Per questo obiettivo sono state usate diverse armi a lungo raggio: colpi di artiglieria, di mortaio, da carri armati, bombardamenti con lanciarazzi multiplo.

Così il servizio di frontiera ucraino: nel porto di Mariupol una nave civile battente bandiera della Repubblica Dominicana sta affondando dopo essere stata colpita dal fuoco russo.

L’orrore di Bucha

Afferma il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov: le immagini di civili uccisi nella città ucraina di Bucha «sono una messinscena» allestita dagli ucraini «dopo il ritiro delle truppe russe il 30 marzo». Così, il filmato è una «provocazione», e nessun cittadino di Bucha ha subito violenza dai militari russi. Nelle prossime ore, funzionari russi presenteranno materiale a sostegno della tesi di Mosca. E la Russia «insisterà affinché i crimini delle forze armate ucraine, guidate da battaglioni nazionalisti, non rimangano senza conseguenze».

Al contrario, le immagini satellitari fornite da Maxar Technologies mostrano come diversi corpi fossero sulle strade dall’11 marzo, quando Bucha era sotto il controllo russo.

Il massacro a Bucha sarà oggetto del Consiglio di Sicurezza dell’Onu del 5 aprile.

Mariupol

 Vicepremier ucraina, Irina Vereshchuk: la Russia impedisce ai convogli umanitari di raggiungere Mariupol. Stamani ha respinto un convoglio umanitario di sette bus diretto verso Mariupol per evacuarne i civili, accompagnato da personale della Croce Rossa Internazionale. I dipendenti della Croce Rossa sono stati trattenuti dalla polizia nell’insediamento di Mangush, a 20 chilometri da Mariupol. Dopo qualche tempo, il Comitato Internazionale della Croce Rossa ne ha annunciato la liberazione. 

In compenso, Mosca annuncia che oltre 1.700 persone sono state evacuate da Mariupol senza il coinvolgimento di Kiev nelle ultime 24 ore. Finora, 125.616 persone sono state evacuate da Mariupol senza il coinvolgimento dell’Ucraina attraverso un corridoio umanitario che porta ad est. Il numero totale di persone evacuate dall’Ucraina alla Russia nel periodo dell’operazione militare ammonta a 602.106, compresi 119.847 bambini. 

Comunità internazionale

A modo suo

Ministro degli Esteri cinese Wang Yi al ministro ucraino Dmytro Kuleba: la Cina «non cerca interessi geopolitici egoistici sull’Ucraina» e non è indifferente sul conflitto. La Cina ha solo una sincera aspettativa che è la pace e accoglie con favore i colloqui tra Russia e Ucraina». Una nota di Pechino assicura che la Cina «manterrà una posizione obiettiva ed equa e continuerà a svolgere un ruolo costruttivo a modo suo».

L’Ucraina da parte sua auspica che Pechino continui a svolgere un ruolo importante per il cessate il fuoco nel Paese. La Cina è «una forza positiva chiave» nel mantenimento della pace e l’Ucraina attribuisce grande importanza alla sua influenza e al suo prestigio internazionale.

Giappone

Il Giappone ha imposto una serie di sanzioni finalizzate a limitare l’esportazione di beni di lusso in Russia.

Espulsioni

Anche la Lituania ha espulso l’ambasciatore russo, la Germania e Francia decine di diplomatici come «persone non grate». La Svezia espellerà dal Paese tre diplomatici russi in quanto il loro comportamento non è ritenuto in linea con le regole internazionali. 

Ministro degli esteri italiano Luigi Di Maio: «Abbiamo espulso 30 diplomatici russi per motivi di sicurezza nazionale». Mosca ribatte che non lascerà senza risposta la decisione dell’Italia di espellere 30 diplomatici russi.

Sono stati espulsi anche diversi diplomatici russi presso l’Unione europea in quanto coinvolti in attività contrarie al loro status diplomatico.

Prima Lamentazione

Se c'è un dolore simile al mio dolore... Julius Schnorr von Carolsfeld, Die Bibel in Bildern, 1860
Julius Schnorr von Carolsfeld, Die Bibel in Bildern, 1860

L’articolo precedente QUI.

Per una sintesi con una bella grafica, QUI.

Essendo una composizione acrostica, la prima Lamentazione è composta da 22 versetti, tanti quante sono le lettere dell’alfabeto ebraico, da alef a tau, con le quali i versetti iniziano secondo una precisa sequenza. Questo artificio fa comprendere come la composizione sia una costruzione poetica e non solo un’espressione spontanea della sofferenza, anche se i sentimenti espressi sono indubbiamente autentici.

Un amore ferito

In essa, Gerusalemme è rappresentata, secondo una abituale immagine biblica, come una matrona, già signora di popoli, adesso spogliata della sua dignità, desolata, resa schiava e orbata dei suoi figli. Ma questa condizione viene dichiarata conseguenza del suo grave peccato; Gerusalemme era infatti divenuta una cosa immonda davanti al Signore.

Non c’è un consolatore (Menachem) che possa alleviare il suo dolore (vv. 2.9.16.17.21), ma si dice chiaramente che ella aveva tradito il Signore, era andata dietro ad amanti, e questi a loro volta l’hanno abbandonata (v. 2.19). Il profeta Osea aveva inaugurato l’immagine sponsale dell’amore di Dio per Israele, l’immagine però di un amore ferito: il popolo di Israele aveva tradito il suo Dio per andar dietro ad amanti, gli dèi pagani che non hanno fatto altro che illudere e deludere la sposa infedele, mentre il dio vero, lo Sposo, non manca mai al suo amore, neppure quando viene tradito.

La sofferenza come castigo

È quindi il Signore che ha afflitto Gerusalemme per la moltitudine dei suoi peccati (v. 5 e passim): qui non c’è da chiedersi il perché di tanto dolore. «Giusto è il Signore, perché mi sono ribellata alla sua parola» (v. 18). Non c’è altro da fare che pregare e aspettare che il Signore consoli il suo popolo. Ricordiamo, infatti, che nel pensiero biblico la sofferenza intesa come meritato castigo non è fine a se stessa, ma è un modo per chiamare a conversione, al ritorno al Signore che sempre perdona.

Personalità corporativa

Rimane, almeno per l’uomo moderno, da chiedersi come mai la punizione, mandata giustamente dal Signore per il peccato del popolo secondo la logica della retribuzione, diventi iniqua perché colpisce ugualmente colpevoli e innocenti: adulti peccatori, ma anche persone rette e bambini incapaci di scelta morale.

Questa è una problematica che l’uomo della Bibbia avvertiva poco, almeno inizialmente, a causa del forte senso di solidarietà sociale per cui l’individuo è percepito solo in quanto appartiene ad una comunità. Jean De Fraine parlava addirittura di personalità corporativa: nella società antica in generale, in quella biblica in particolare, la persona concepita individualmente non esiste, esiste solo come membro facente parte di un gruppo (famiglia, clan, tribù, etnia, stato), proprio come nell’organismo umano un singolo membro non ha esistenza autonoma, vive solo come parte del tutto e segue la sorte del tutto.

Individuo e comunità

Nella mentalità biblica arcaica, se un individuo pecca tutto il suo gruppo è responsabile, se un gruppo pecca (nelle persone dei capi) ogni individuo è responsabile. Quindi, se un individuo merita una punizione, la merita tutta la sua comunità; se una comunità merita una punizione, la merita ogni individuo che ne fa parte. Per noi, che siamo piuttosto malati di individualismo, tutto ciò è inconcepibile; nel mondo biblico bisogna arrivare al tempo dell’esilio, al VI secolo a.C., ai profeti Ezechiele e Geremia, perché si affermi il concetto di responsabilità individuale.

Ora, le Lamentazioni sono proprio di questo periodo. Ma il problema qui non si pone in modo esplicito, non fa ancora scandalo che una città intera perisca se i suoi cittadini più responsabili hanno peccato. Città e singoli abitanti si identificano.

Il coinvolgimento sociale

Potremmo addirittura rilevare un’ombra di verità nel concetto di coinvolgimento collettivo: il male fatto, in qualche modo, ricade su coloro che lo compiono, trascinando con loro anche gli innocenti che ad essi sono legati. Si pensi a come il male compiuto o subìto da una persona travolga nelle conseguenze anche la sua famiglia, a come le persone che si fanno portatrici di male esercitino un influsso nefando su coloro che hanno a che fare con loro, a come la corruzione dei notabili corrompa in certa misura anche la parte di società che viene a contatto con essi…

Idee salienti della prima Lamentazione

Il Consolatore

Da mettere in risalto innanzi tutto, in questa prima composizione, l’insistente lamento sulla mancanza di un consolatore, menachem, dal verbo nacham che ha appunto questo significato. In greco, la parola, parakalôn, un participio presente del verbo parakaléo, ricorre 10 volte nella versione dei LXX, 5 volte in questa Lamentazione e 2 volte nel Qoheleth a proposito delle lacrime degli oppressi che non hanno consolatore (ebraico menachem: 4,1). L’immagine non è generica, ma piuttosto precisa – in Is 51,12 il Consolatore / Menachem è Dio nei confronti degli esuli – e assumerà contorni ancora più netti se la leggeremo, poi, 4 volte nel vangelo di Giovanni e 1 volta nella prima lettera giovannea (nel resto del NT ha piuttosto il senso di supplicare, esortare, tranne che in 2Cor 1,4; 2Cor 7,6), in forma di sostantivo, παράκλητος, Paraclito, in riferimento alla figura del Figlio e dello Spirito, consolatori della comunità credente.

La com-passione

Già abbiamo detto di come qui la sofferenza di una città sia motivata dalla sua colpevolezza. Questo non attutisce il suo dolore. Al centro della composizione, al v. 12, questo sta in tutta la sua drammaticità: «Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore» (v. 12).

Questo è il dolore di Gerusalemme, ma anche il dolore di ogni uomo, che chiede compassione. «Com-passione», patire insieme: nella rivelazione cristiana, poi, sarà questo il senso della sofferenza del Cristo, l’abbracciare fino in fondo in tutta la loro tragicità le conseguenze del peccato dell’uomo in perfetta obbedienza al Padre, come nuovo Adamo che desidera solo fare la volontà di Lui, costi quel che costi.

Il testo

Alef

1 Come sta solitaria
la città un tempo ricca di popolo!
È divenuta come una vedova,
la grande fra le nazioni;
la signora tra le province
è sottoposta a lavori forzati.

Bet

2Piange amaramente nella notte,
le sue lacrime sulle sue guance.
Nessuno la consola,
fra tutti i suoi amanti.
Tutti i suoi amici l’hanno tradita,
le sono divenuti nemici.

Ghimel

3Giuda è deportato
in miseria e in dura schiavitù.
Abita in mezzo alle nazioni,
e non trova riposo;
tutti i suoi persecutori l’hanno raggiunto
fra le angosce.

Dalet

4Le strade di Sion sono in lutto,
nessuno si reca più alle sue feste;
tutte le sue porte sono deserte,
i suoi sacerdoti sospirano,
le sue vergini sono afflitte
ed essa è nell’amarezza.

He

5I suoi avversari sono suoi padroni,
i suoi nemici prosperano,
perché il Signore l’ha afflitta
per i suoi misfatti senza numero;
i suoi bambini sono andati in esilio,
sospinti dal nemico.

Waw

6Dalla figlia di Sion
è scomparso ogni splendore.
I suoi capi sono diventati come cervi
che non trovano pascolo;
camminano senza forze
davanti agli inseguitori.

Zain

7Gerusalemme ricorda
i giorni della sua miseria e del suo vagare,
tutti i suoi beni preziosi
dal tempo antico,
quando il suo popolo cadeva per mano del nemico
e nessuno le porgeva aiuto.
I suoi nemici la guardavano
e ridevano della sua rovina.

Het

8Gerusalemme ha peccato gravemente
ed è divenuta un abominio.
Quanti la onoravano la disprezzano,
perché hanno visto la sua nudità.
Anch’essa sospira
e si volge per nasconderla.

Tet

9La sua sozzura è nei lembi della sua veste,
non pensava alla sua fine;
è caduta in modo inatteso
e nessuno la consola.
«Guarda, Signore, la mia miseria,
perché il nemico trionfa».

Yod

10L’avversario ha steso la mano
su tutte le sue cose più preziose;
ha visto penetrare
nel suo santuario i pagani,
mentre tu, Signore, avevi loro proibito
di entrare nella tua assemblea.

Kaf

11Tutto il suo popolo sospira
in cerca di pane;
danno gli oggetti più preziosi in cambio di cibo,
per sostenersi in vita.
«Osserva, Signore, e considera
come sono disprezzata!

Lamed

12Voi tutti che passate per la via,
considerate e osservate
se c’è un dolore simile al mio dolore
,
al dolore che ora mi tormenta,
e con cui il Signore mi ha afflitta
nel giorno della sua ira ardente.

Mem

13Dall’alto egli ha scagliato un fuoco,
nelle mie ossa lo ha fatto penetrare.
Ha teso una rete ai miei piedi,
mi ha fatto tornare indietro.
Mi ha reso desolata,
affranta da languore per sempre.

Nun

14S’è aggravato il giogo delle mie colpe,
dalla sua mano sono annodate.
Sono cresciute fin sul mio collo
e hanno fiaccato la mia forza.
Il Signore mi ha messo nelle loro mani,
non posso alzarmi.

Samek

15Il Signore in mezzo a me
ha ripudiato tutti i miei prodi,
ha chiamato a raccolta contro di me
per fiaccare i miei giovani;
il Signore ha pigiato nel torchio
la vergine figlia di Giuda.

‘Ain

16Per questo piango,
e dal mio occhio scorrono lacrime,
perché lontano da me è chi consola,
chi potrebbe ridarmi la vita;
i miei figli sono desolati,
perché il nemico ha prevalso».

Pe

17Sion protende le mani,
nessuno la consola.
Contro Giacobbe il Signore ha mandato
da tutte le parti i suoi nemici.
Gerusalemme è divenuta
per loro un abominio.

Tsade

18«Giusto è il Signore,
poiché mi sono ribellata alla sua parola.
Ascoltate, vi prego, popoli tutti,
e osservate il mio dolore!
Le mie vergini e i miei giovani
sono andati in schiavitù.

Qof

19Ho chiamato i miei amanti,
ma mi hanno tradita;
i miei sacerdoti e i miei anziani
sono spirati in città,
mentre cercavano cibo
per sostenersi in vita.

Resh

20Guarda, Signore, quanto sono in angoscia;
le mie viscere si agitano,
dentro di me è sconvolto il mio cuore,
poiché sono stata veramente ribelle.
Di fuori la spada mi priva dei figli,
dentro c’è la morte.

Shin

21Senti come gemo,
e nessuno mi consola.
Tutti i miei nemici hanno saputo della mia sventura,
hanno gioito, perché tu l’hai fatto.
Manda il giorno che hai decretato
ed essi siano simili a me!

Tau

22Giunga davanti a te tutta la loro malvagità,
trattali come hai trattato me
per tutti i miei peccati.
Sono molti i miei gemiti
e il mio cuore si consuma».